Discussione generale
Data: 
Lunedì, 21 Luglio, 2025
Nome: 
Bruno Tabacci

A.C. 2460-A

 

Grazie, Presidente. Apro questa discussione generale sul provvedimento che è stato richiamato dal Presidente indicando come questo provvedimento introduce alcune misure di realismo che riguardano, in particolare, alcune norme antielusive che estendono la tracciabilità dei pagamenti e riportano la base imponibile ad alcune categorie di plusvalenza. La previsione della data al 1° gennaio 2026 per l'entrata in vigore della riforma del Terzo settore dà seguito alla comfort letter notificata dalla Commissione europea, in cui si è affermato che le misure fiscali del Terzo settore e per le imprese sociali non sono selettive ai fini degli aiuti di Stato.

Le disposizioni in termini di agevolazione sulle accise estendono i benefici fiscali per il gasolio anche al biodiesel. La deroga straordinaria per l'anno 2025 riguarda i termini e le modalità di approvazione delle aliquote IMU spostate al 15 settembre. Si estendono i meccanismi antifrode IVA e si estende l'applicazione dell'inversione contabile agli appalti per il trasporto merci, eliminando i vincoli applicativi dell'inversione contabile medesima legati alle caratteristiche contrattuali della prevalenza di manodopera e dell'utilizzo di beni strumentali di proprietà del committente.

Al contempo, però, ci sono altre parti del provvedimento che preoccupano parecchio. In particolare, la deducibilità delle spese di viaggio, vitto e alloggio sostenute all'estero, anche se effettuate con mezzi non tracciabili. Noi abbiamo chiesto in Commissione, con appositi emendamenti, il ripristino dell'obbligo di tracciabilità per fruire della detassazione dei rimborsi spese anche per trasferte fuori dall'Italia. Si devono evitare regole differenziate che devono essere rispettate dai lavoratori a seconda delle zone dei loro trasferimenti. Inoltre, lo scudo e i controlli dell'amministrazione finanziaria sulle operazioni straordinarie, concernenti l'esercizio associato di attività professionali, e la successiva cessione delle partecipazioni ricevute che genera plusvalenze, secondo cui tali operazioni non costituiscono fattispecie rilevanti in termini di abuso del diritto.

L'azione emendativa del nostro gruppo, oltre a richiedere i soppressivi delle citate criticità del provvedimento che ho richiamato, si è inoltre concentrata su alcune proposte, tra cui la possibilità - emendamento approvato in Commissione - di sanare i vizi di difformità dei prospetti IMU da parte dei comuni e rispetto al nuovo prospetto ministeriale introdotto quest'anno e su emendamenti a favore del Terzo settore. Tutte queste cose, però, hanno avuto un passaggio significativo nell'azione della maggioranza, che ha presentato, a nome del presidente della Commissione Osnato, e fatto approvare due emendamenti che intervengono proponendo nuovi condoni e depotenziano con tutta nettezza la lotta all'evasione, su cui siamo e rimaniamo profondamente contrari.

In particolare, si tratta della proposta emendativa 12.01, che ripropone il ravvedimento speciale 2025-2026 con un'imposta sostitutiva per soggetti che aderiscono al concordato preventivo biennale, e l'emendamento 12.1, che riporta nei termini le dichiarazioni delle imposte sui redditi e Irap decadute, anche ai fini del concordato preventivo. Ora, errare humanum est, perseverare diabolicum: se prevale la cultura che le tasse sono un pizzo di Stato, povero Paese. Qui si rischia di avere poi delle conseguenze molto precise e puntuali in tema di entrate, perché è chiaro che le previsioni si fanno ad uno schema che rischia di essere del tutto irrealistico.

Per l'Istat la pressione fiscale con il Governo Meloni nel 2024 è cresciuta di un punto, alla faccia del taglio delle tasse. Io posso dire che noi siamo sicuramente orfani di Ezio Vanoni, la cui politica fiscale proveniva dal Codice di Camaldoli, e un po' anche di Ernesto Maria Ruffini, che ha lasciato l'Agenzia delle entrate anzitempo, in dissenso con il Governo, dopo avere servito i 4 precedenti Governi con disciplina e onore.

Ora, il Governo Meloni, per 4 milioni di partite IVA ha trascurato 37 milioni tra dipendenti e pensionati che hanno pagato e pagheranno almeno 25 miliardi di entrate non dovute direttamente al fisco, ma determinate dal fiscal drag, la droga dell'inflazione. Il Governo aveva così fatto credere che il gettito del concordato, destinato invece ad un clamoroso flop, avrebbe reso possibile una riduzione dell'Irpef, che invece non potrà avvenire né ora, né nel futuro di questa legislatura.

Questa politica disastrosa vuole, nella sostanza, zero controlli e flat tax senza limiti. Il nostro gruppo parlamentare non potrà che votare, quando sarà il momento, contro questo provvedimento, perché è necessario contrastare con forza la deriva lassista sul fisco e difendere il principio basilare di equità fiscale, rispetto delle regole e uguaglianza tra i cittadini fissato dalla Costituzione. Argomenti che questo Governo dimostra di non conoscere neppure alla lunga o alla larga, e questo è un elemento che crea non solo apprensione, ma diciamo che evidenzia una preoccupazione costante sugli sviluppi dell'attività legislativa di questa legislatura.