Dichirazione di voto di fiducia
Data: 
Mercoledì, 4 Ottobre, 2023
Nome: 
Silvio Lai

A.C. 1436

Grazie, Presidente. Colleghe, colleghi, rappresentante del Governo, oggi l'Autorità della regolazione dell'energia commenta gli aumenti del 4,8 per cento della bolletta del gas di settembre comunicando che siamo solo all'inizio di una stagione di aumenti.

Continua a crescere il costo di benzina e gasolio, cresce il costo della spesa, cresce il costo dei libri scolastici, cresce il numero di persone che rinunciano alle cure sanitarie, cresce il peso dell'inflazione sulle famiglie. E noi oggi - quasi un evento da replicare in bianco e nero - parliamo di un decreto agostano, emanato poco prima delle vacanze pugliesi e albanesi della Premier, totalmente superato dagli eventi e dalle vostre marce indietro. Pensato, Presidente, per dare l'impressione di un Governo particolarmente attivo anche ad agosto, questo decreto diventa invece l'ennesimo decreto omnibus, privo di qualunque requisito di urgenza - quelli richiesti dalla Costituzione -, tanto che questo ramo del Parlamento ho dovuto affrontare in 4 giorni la lettura e l'approfondimento di questa normativa, senza alcuna possibilità di esercitare il proprio ruolo legislativo. Insomma, nonostante la solida - così perlomeno vuole apparire - maggioranza parlamentare di cui siete dotati, per far passare le norme, anche le più banali, il Governo deve utilizzare una prassi tipica - in quel caso giustificata - dei Governi tecnici, fatta di richieste di fiducia necessitate - quelle sì - per mettere insieme forze politiche opposte e in concorrenza. Siamo ad un monocameralismo di fatto, Presidente, e la responsabilità è di questa maggioranza, che pure avrebbe la forza per consentire un normale andamento del potere legislativo. Dov'è la potente e coesa macchina della maggioranza scelta dagli italiani - peraltro vi ricordo che vi ha votato la minoranza -, se siete costretti a silenziare il Parlamento e anche a silenziarvi? Prima c'era un motivo, nel Governo tecnico, ma ora qual è il motivo? Siete una maggioranza politica, che, da un anno, non fa altro che forzare la Costituzione con decreti che non ne rispettano il dettato, che non sono urgenti e coerenti per materia, che vengono alterati da emendamenti incoerenti per tema o da riversamenti di altri decreti - anch'essa prassi illecita -, nel silenzio anche di chi dovrebbe garantire la praticabilità di questo Parlamento. E poi sono decreti spot, fatti di norme della serie “vorrei ma non posso”, arroganti quando nascono e inutili quando finiscono. Fate i bulli e poi venite bullizzati, una volta dalle multinazionali, un'altra volta dal mercato, talvolta anche dalle regole che sono più forti di voi. E quanto vi infastidisce quando qualcuno vi fa notare che anche le leggi che voi approvate devono rispettare norme superiori, come è successo anche in questi giorni a carico di un magistrato di Catania? Se non lo faceste in nome e per conto del Paese, sarebbe solo materiale per la satira politica e invece ledete e giocate con la credibilità del nostro Paese ed è alquanto esemplare, da questo punto di vista, il documento che vi accingete ad approvare. È passato un anno da quando la Premier Meloni praticava le piazze, dicendo che eravate pronti, pronti a promettere tutto e di tutto, dal taglio delle accise ai carburanti, ai blocchi navali, alla riduzione delle tasse, alla cancellazione della legge Fornero, sino all'aumento diffuso di stipendi, pensioni ed esenzioni e poi tanti, tanti, tanti condoni. Ecco, per ora, sono apparsi frequentemente solo questi ultimi; di tagli delle accise e di aumenti di pensioni se ne parla solo per negare che facevano parte del programma e per rimandare gli impegni perché il mondo brutto e cattivo ve lo impedisce, in una perenne caccia alle streghe. Dopo un anno, il bilancio è molto povero, nonostante i vostri depliant celebrativi: promesse tradite, una quarantina di decreti farsa, un'economia a picco, un Governo che è forte con i deboli e debole con i forti, un Robin Hood al contrario. Lo conferma anche questo decreto: doveva ridimensionare gli ingiusti profitti delle banche e le compagnie aeree che facevano cartello contro i consumatori; è bastato qualche giorno per vedere il Governo fuggire dalla realtà con la coda tra le gambe. Doveva servire per aiutare gli utenti - c'è scritto anche nel titolo - e invece è servito solo per aiutare gli utenti che voi avete nominato ai vertici della società per il ponte di Messina, ai quali - loro sì - aumentate gli stipendi. È un Governo affetto da bullismo, capace solo di dare risposte securitarie che non portano sicurezza - neanche la sensazione, come a Caivano -, o per la modalità con cui si trattano tanti aggravamenti di pene che già potevano essere applicati senza nuove norme, oppure perché minaccia gli scafisti, per poi finire per abusare delle vittime di questi, a cui chiedete un pizzo di Stato - questo sì, davvero un pizzo di Stato -, meglio se minori da mettere nei CPR, sadismo puro senza giustificazioni. Pronti per cosa dunque? Un anno fa siete stati solo pronti ad approfittare di eventi e di scelte sconsiderate per lanciarvi a capofitto, come nelle commedie all'italiana si fa con un buffet, per assumervi irresponsabilmente un compito più grande di voi, più gravoso delle vostre capacità, più importante dei vostri destini, senza un senso dei limiti, che si sono già mostrati e che continuano a mostrarsi nell'evidente assenza di una strategia di Governo per questo Paese.

Prima che prendeste le redini, solo un anno fa, l'Italia era il Paese che guidava il rilancio economico dell'Unione europea, aveva una credibilità e un'autorevolezza riconosciuta in tutto il mondo, guidava i processi di cambiamento istituzionale, quelli economici, andando più veloce e più lontano di altri. E ora? Ora ci presentate una Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza le cui previsioni e i cui impegni sanciscono la fine di quella corsa, un fragoroso fallimento della destra italiana, che non è per la prima volta al Governo - in questi 20 anni avete governato più voi di qualunque altro - perché la crisi che stiamo attraversando, al netto di condizioni internazionali, che però anche gli altri Paesi vivono e sopportano, vi mostra incapaci e anche banali nella vostra reazione di iniziative per il Paese, quando non esplicitamente cattivi animatori e interpreti dei peggiori sentimenti. Oggi tornate in quest'Aula chiedendo un'altra fiducia a questo Parlamento per un provvedimento assolutamente confuso quanto inadeguato. Guardate, ne abbiamo parlato nel dibattito: il decreto Asset parla di tutto, salvo che di asset strategici per il Paese e, quando ne parla, ne parla per cedere a una società americana l'85 per cento di un asset fondamentale come la fibra in questo Paese; c'è da essere orgogliosi davvero. È un decreto da dilettanti allo sbaraglio, come chi gioca al piccolo chimico o al piccolo banchiere senza conoscere niente di quello che sta facendo, in maniera irresponsabile. Avevate twittato orgogliosi, sotto l'ombrellone, di voler togliere gli utili ingiusti delle banche? Beh, sembra un colpo di sole perché, dopo un mese, vi siete rimangiati tutto. Lo dico ai colleghi che hanno parlato prima, Presidente: noi non siamo contrari a quell'iniziativa, ci vergogniamo di come è stata fatta e di come è stato in qualche modo per il Governo più facile fare un passo indietro che un passo in avanti (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista). Nel frattempo, per un prelievo che valeva 2 miliardi e che oggi è inquantificabile - altro che certezze per i cittadini - gli istituti di credito hanno perso 10 miliardi di euro in borsa in un paio di giorni, ma quelli erano soldi dei risparmiatori e degli investitori italiani, i cittadini a cui guardate in teoria nelle vostre iniziative. Per non parlare della crociata agostana del Ministro Urso contro le compagnie aeree che hanno reso impossibile viaggiare verso le isole quest'estate. Pensava di essere Attila e invece ha fatto solo l'armata Brancaleone, anche in questo caso una montagna che partorisce un topolino. Davanti alle minacce anche umilianti delle compagnie, avete tirato il freno a mano e ritirato la norma rendendola innocua, eppure vi avevamo avvertito, vi avevamo chiesto se si trattava di una norma su cui c'era stato un confronto con l'Unione europea, con le regole sulla concorrenza alla base dei rapporti nel mercato comune e se la norma era stata studiata o solo partorita nella fantasia di qualche addetto alla propaganda. Ma anche qui dilettanti sulla pelle di sardi e dei siciliani in particolare. Chissà se chi vi ha votato, ogni volta che va al distributore e trova prezzi sopra i 2 euro al litro, si ricorda dei teatrini che pubblicavate sui social per qualche like: il Ministro con la lavagnetta, che cancellava con il pennarello rosso le accise sulla benzina una ad una - mi raccomando anche quella sulla guerra in Abissinia, per rendere tutto ridicolo - o la Presidente che dava 15 euro al benzinaio e 35 euro ad un signore scuro, vestito con gli occhiali scuri, che rappresentava lo Stato, tra IVA e accise. Oggi tutti e due sono al Governo. Ma invece di sopprimere le accise - o anche di sospenderle come ha fatto il Governo precedente in una situazione altrettanto grave - danno sfogo alla fantasia: prima un decreto Trasparenza, che tendeva a colpevolizzare i distributori ha sortito il solo effetto di allineare al rialzo i prezzi del carburante e ora i bonus elemosina; insomma, se prima si chiedeva ai Governi di mettere a terra e rendere disponibili i maggiori incassi di IVA e accise, ora questi miliardi sono manna dal cielo per chi guarda al bilancio dello Stato come a una mucca da mungere. Lo stesso vale per i mutui: qui ci sono soltanto dichiarazioni controproducenti e un assordante silenzio. E poi per l'Emilia-Romagna è vero che avete stanziato quasi 500 milioni in questo decreto, ma sono milioni che erano già stati stanziati in capitoli di bilancio inutilizzabili; mancano altri 9 miliardi, altro che 500 milioni, e dove sono? Oppure con quanto sadismo - e vado a concludere Presidente - aspettate e trattate anche la questione del Superbonus, ma intanto ci sono 8 mesi, 300.000 famiglie, migliaia di imprese con cantieri aperti e quasi 800.000 persone che rischiano il baratro per colpa vostra, senza dire niente.

Ecco, questo decreto è un piatto immangiabile, preparato da chi non ha la minima idea di cosa sta facendo, da chi vive la responsabilità di Governo con superficialità, senza il peso e la prospettiva del Paese, da chi guarda alla sofferenza delle persone, come se scrollasse noiosamente su un social. Il prossimo video cancella il precedente, un problema irrisolto cancellato da un nuovo nemico o un nuovo complotto, senza mai risolvere un'emergenza, aumentando la confusione e invocando problemi causati altri.

Noi temiamo, signor Presidente, e chiudo il mio intervento, che questa confusione sia solo l'antipasto della prossima manovra di bilancio: una manovra fatta già di tagli al welfare, alla scuola, alla sanità, alle pensioni e agli stipendi.

Voi siete il peggio che potesse capitare al nostro Paese, ma sapete anche voi che non può durare per molto, perché si possono ingannare poche persone per molto tempo ma molte persone possono essere ingannate per poco tempo.

E il tempo sta passando, le bugie emergono con evidenza; è la realtà a renderle evidenti e il nostro impegno a smascherarle; un impegno che continua senza tentennamenti.

Per questo sulla richiesta di fiducia a questo Governo per questo provvedimento convintamente il voto del Partito Democratico sarà un “no” .