Discussione generale
Data: 
Martedì, 6 Maggio, 2025
Nome: 
Piero De Luca

Doc. XVIII-bis, n. 52

Grazie, Presidente. Il 7 marzo 2025 la Commissione europea ha presentato una proposta di intervento legislativo europeo volto a modificare la direttiva Habitat, per allinearla al mutato status di protezione del lupo ai sensi della Convenzione di Berna.

Ricordiamo, infatti, che nel settembre del 2024 il Consiglio dell'Unione europea ha adottato una decisione per proporre la modifica dello stato di conservazione del lupo attraverso emendamenti agli allegati della stessa Convenzione.

Questa proposta è stata accolta il 6 dicembre 2024 dal Comitato permanente della Convenzione, che ha spostato dunque, a partire dal 7 marzo scorso, il lupo dall'allegato 2 “specie di fauna rigorosamente protette”, all'allegato 3 “specie di fauna protette”. Alla luce di questa modifica, la proposta in esame della Commissione europea è volta inserire a sua volta, quindi, il lupo nell'allegato quinto della direttiva Habitat, e non più anche nell'allegato quarto. Cosa che comporterebbe una protezione della specie meno restrittiva.

Il tema però - guardate -, visto che è stato portato all'attenzione dell'Aula e non solo della Commissione, è molto serio e delicato. E con grande serenità, però, dobbiamo dire con fermezza che non tolleriamo la propaganda e la demagogia che ha fatto la destra nelle scorse settimane e che continua a fare, ancora oggi, in Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), prendendo in giro i cittadini italiani e mistificando la realtà. Ci siamo abituati del resto. Guardate, una modalità consolidata da oltre due anni e mezzo sui temi della sicurezza, della sanità, del lavoro, dell'immigrazione. Lo abbiamo ascoltato rispetto alla direttiva Bolkestein, un'altra direttiva europea.

Oggi, anche sulla direttiva Habitat va in scena lo stesso film. Facciamo chiarezza.

Il voto dei giorni scorsi in Commissione politiche europee non ha approvato nessuna nuova norma sul lupo in Italia: né in Italia, né in Europa. E nessuna svolta storica c'è stata, né in un senso, né in un altro. Come detto, da marzo scorso la Commissione europea - non la destra - ha elaborato una proposta di modifica del livello di protezione del lupo in tutta Europa, disciplinato dalla direttiva Habitat.

Su questa proposta, la Commissione politiche europee ha dato, finora, un parere di carattere procedurale, ed è lo stesso parere che siamo chiamati a dare, oggi, in Aula. Perché, ai sensi delle norme dell'Unione, le prerogative della Commissione politiche europee, ed oggi dell'Aula, sono limitate solo alla verifica del rispetto del principio di sussidiarietà nelle materie di competenza non esclusiva dell'Unione.

Il merito della proposta sarà affrontato nelle Commissioni competenti. La discussione è stata già incardinata - rispetto a un parere di carattere politico - in Commissione agricoltura. È lì che si svolgerà un dibattito, una discussione, oltre al dibattito che si svolgerà in Parlamento europeo.

Lo stesso accade, quindi, in Aula.

Noi siamo chiamati, oggi, a fornire una valutazione della proposta limitatamente ad un aspetto tecnico-istituzionale, legato all'applicazione del principio di sussidiarietà da parte della Commissione europea che, come chiarito dal Protocollo 2, allegato al Trattato di Lisbona, degli obblighi specifici e molto stringenti al riguardo. In primo luogo deve consultare ampiamente e, se del caso, prendere in considerazione la dimensione regionale e locale dell'azione prevista, raccogliendo i pareri delle istituzioni nazionali e locali sull'opportunità di una proposta legislativa in relazione al principio di sussidiarietà. In secondo luogo, la Commissione europea ha l'obbligo di allegare ai progetti di atti legislativi una scheda dettagliata, contenente elementi circostanziati che dimostrino il rispetto sempre degli stessi principi di sussidiarietà e di proporzionalità.

Infine, la Commissione europea deve effettuare una valutazione d'impatto, che motivi adeguatamente l'intervento legislativo in base a indicatori qualitativi e quantitativi.

Ora, nel caso di specie, questi passaggi non sono stati correttamente svolti. Questo è il tema che abbiamo posto all'attenzione della Commissione politiche europee e che ribadiamo, con chiarezza, con fermezza e con serenità qui, in Aula.

È pendente peraltro, al riguardo - lo ricordiamo a tutti -, un giudizio dinanzi al tribunale dell'Unione europea proprio sulla legittimità della proposta del consiglio di emendamento agli allegati alla Convenzione di Berna, chiedendo l'annullamento, oltre che della decisione stessa, di ogni altro atto successivo e connesso.

Per queste ragioni di carattere tecnico, allora, senza entrare nel merito della proposta di modifica alla direttiva Habitat che non compete né alla Commissione politiche europee, né oggi all'Assemblea, continuiamo a contestare la ricostruzione della destra sulla mancanza di criticità formali della proposta avanzata dalla Commissione europea.

Noi vogliamo evitare di mettere la polvere sotto il tappeto in questa fase legislativa preliminare, col rischio di trovarsi, poi, travolti da problemi di procedibilità o di legittimità della proposta tra qualche settimana, quando si aprirà il confronto legislativo tra Parlamento europeo e Consiglio europeo a Bruxelles.

Come già spiegato nel dibattito in Commissione, a nostro avviso sarebbe necessario, invece, procedere in questa fase a due azioni molto serie e concrete. Innanzitutto invitare la Commissione europea a valutare bene gli elementi di criticità formali della proposta, che rischiano di farla considerare illegittima e quindi inefficace nei prossimi passaggi. Secondo, è indispensabile avviare un dialogo politico approfondito tra le Commissioni parlamentari competenti e la Commissione europea, per definire bene il perimetro e il contenuto sostanziale della proposta rispetto alle esigenze e gli obiettivi che si prefigge di raggiungere, ossia limitare i danni significativi al settore zootecnico, all'ambiente, e assicurare tutela per la sicurezza pubblica.

Alla luce di tali considerazioni, riteniamo allora opportuno evitare strumentalizzazioni ideologiche sul tema, ed invitare le forze politiche, tutte le forze politiche, a concentrarsi sul lavoro di merito, da svolgere in Italia e in Europa, per affrontare concretamente, con serenità ed equilibrio, le questioni legate alla modifica della direttiva Habitat.