Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 20 Aprile, 2022
Nome: 
Gian Mario Fragomeli

Doc. LVII, n. 5

Grazie, Presidente. Signor sottosegretario, onorevoli colleghe e colleghi, oggi discutiamo il principale documento di programmazione economica in una prospettiva di medio periodo.

È un Documento di particolare ampiezza, quindi io oggi mi concentrerò principalmente sui temi legati all'aspetto fiscale e finanziario di un Documento che è in uno scenario fluttuante, con un effetto trascinamento rispetto a quanto avvenuto con le diverse ondate COVID, a cui è stato possibile dare risposta anche con diverse forme di scostamenti di bilancio, grazie alla cosiddetta clausola di salvaguardia generale. Quindi, questa sospensione di alcuni vincoli di bilancio - non completamente - ci ha permesso di dialogare e di affrontare le criticità della pandemia.

Ma siamo in uno scenario correlato anche alla prosecuzione degli impegni del Next Generation EU, che non si concludono - permettetemi, colleghi - con la contrattualizzazione degli impegni, con gli adempimenti puntuali, ma salvaguardando le capacità di sistema, il mantenimento dei fondamentali economici. Non sono cose secondarie, sono un pilastro per portare a casa risultati importanti e far crescere la nostra economia, sono quegli stessi fondamentali che, nel 2021, hanno segnato un recupero netto del PIL al 6,6 per cento, anche se, poi, ha rallentato nell'ultimo trimestre. La quarta ondata COVID, chiaramente, ha avuto un effetto importante, come l'aumento delle materie prime - come è già stato detto da molti colleghi -, l'aumento dell'inflazione: oltre a una riduzione della capacità di acquisto, anche quest'ultima, si innesta in un possibile cambiamento della politica monetaria europea. Noi non possiamo prescindere da questo: una politica restrittiva, una variazione dei tassi e, quindi, anche l'aumento dello spread sono temi non secondari, che dobbiamo tenere in debita considerazione, perché sappiamo quanto la situazione sia particolarmente complessa, rispetto al nostro debito pubblico. Quindi, sono temi che, in qualche modo, ci devono tenere impegnati e devono essere valorizzati.

Ma è sempre questo risultato del PIL che, nel 2022, ci dà la possibilità di discutere. Oggi noi discutiamo e diamo la possibilità di avere dei margini di bilancio per un prossimo decreto che andrà proprio a cercare, in una fase contingente difficile come questa, di sostenere il nostro sistema delle imprese e delle famiglie, senza questa differenza tra il tendenziale e il programmatico, questi 0,5 punti percentuali, che, tradotti, sono quasi 10 miliardi di euro, in parte, è vero, applicati nel “decreto Energia” ma che, in parte, potranno essere applicati a breve. È grazie, quindi, a questi fondamentali, a questo risultato del PIL che noi oggi possiamo discutere un DEF che ci offre margini di bilancio, senza preventivamente utilizzare altre ipotesi di recupero. Anche a questo riguardo, noi sappiamo che, poi, avremo alcune priorità, lo dicevano i colleghi, poc'anzi, come l'incremento dei fondi per le garanzie del credito. È un tema che dobbiamo riaggiornare, siamo fermi al “decreto Liquidità”, ormai di due anni fa, quando, in piena pandemia, istituimmo una serie di garanzie sul credito alle famiglie e alle imprese. Oggi la situazione è critica, quasi un miliardo di euro non è stato pagato e, quindi, la problematicità del pagamento dei mutui da parte delle famiglie non è secondaria. Quindi, il tema dei fondi per le garanzie del credito è un tema che noi dobbiamo tenere in debita considerazione.

Come aumentare le risorse per coprire l'incremento dei prezzi? Noi, come Partito Democratico, a più riprese, negli ultimi mesi, nei diversi provvedimenti, abbiamo cercato di proporre una serie di emendamenti, perché si bloccavano i cantieri delle scuole. È vero, sono stati finanziati centinaia di milioni di euro, più per la fase di copertura dei SAL, che non per l'avvio dei cantieri, fortemente bloccati dall'aumento dei prezzi delle materie prime. Quindi, anche su questo, c'è molto da lavorare. Così come è necessario, per il secondo trimestre, affrontare un'altra criticità, quella legata agli oneri di sistema, al taglio delle aliquote IVA e, aggiungiamo noi, anche la remuneratività degli investimenti garantiti in bolletta, perché, in un momento come questo, garantire agli operatori del settore un rendimento del 5 per cento - che poi, chiaramente, viene caricato in bolletta -, forse è da rivedere, l'abbiamo fatto anche con un'interrogazione, la settimana scorsa, in Commissione finanze. Infatti, in un momento così eccezionale, anche la remuneratività di questi grandi colossi dell'energia, di coloro che investono in energia deve essere rivista, è un passaggio che deve essere fatto, per agevolare il sistema delle imprese e delle famiglie. Poi, siamo in una emergenza legata alla guerra, all'invasione dell'Ucraina da parte della Russia, che non ci può non far tenere in debita considerazione anche un aiuto alle aziende italiane che, comunque, lavoravano con quella parte del mondo, con la Russia, con l'Ucraina. Quindi, è evidente che c'è un problema da affrontare, così come una pandemia che, è vero, diminuisce i suoi effetti, ma che ancora c'è e che, in qualche modo, quindi, ci deve vedere in allerta, nel sostenere il nostro sistema sanitario. Quindi, come vedete, questi 5 miliardi sono spesi su 4 punti fondamentali, che noi dobbiamo tenere nella più alta considerazione.

Ma vorrei arrivare a un altro tema, perché, spesso, i colleghi del centrodestra, quando fanno un elenco dei desiderata, di tutto quello che si potrebbe o si dovrebbe fare, mi pare che dimentichino che noi oggi discutiamo di questo non per una coincidenza. Ossia, questi 5 miliardi, questo incremento, quello che è avvenuto, hanno una ragione, hanno un perché e noi abbiamo constatato, leggendo il DEF, che il risultato di questa riduzione dell'indebitamento è ascrivibile, fondamentalmente, ad una cosa: alle maggiori entrate tributarie e contributive. Un dato che, normalmente, preoccupa, allarma i cittadini, ma, quando questo aumento delle entrate tributarie e contributive non è accompagnato da un aumento della pressione fiscale, viene visto positivamente. Noi andremo in un trend, a regime, di un abbattimento dello 0,7 entro il 2025 e questo grazie anche alle misure inserite nella legge di bilancio del 2022, con la revisione delle aliquote, la detrazione Irpef, l'abrogazione dell'IRAP. Anche su questo punto, molto spesso, sento parlare del fatto che alcune forze politiche, come il Partito Democratico, vogliano mettere le mani in tasca agli italiani. Anche in questi giorni, anche poco fa ho ascoltato una collega che ribadiva quanto noi vorremmo aumentare le tasse, ma badate che le diminuzioni delle tasse negli ultimi anni sono tutte ascrivibili a misure fatte da Governi a trazione del Partito Democratico. I famosi 80 euro o 100 euro, l'ultima riduzione dell'Irpef, sono sempre stati messi al centro di una politica fiscale e noi, ancora oggi, l'abbiamo ribadito: negli incontri con le forze sociali diciamo che la priorità, oggi, è sostenere la capacità di acquisto degli italiani, vogliamo un aumento in busta paga. Su questo, quindi, vorrei che ci chiarissimo, perché sembra quasi che, ad un elenco smisurato di voglia di ridurre le tasse, poi non ci sia, come noi, invece, diciamo, la volontà di creare le condizioni perché le tasse siano diminuibili e riducibili.

Le entrate tributarie, dicevo, sono cresciute, in particolare sulla parte delle imposte indirette, che è un tema sicuramente legato ad un effetto post-pandemico - perché è chiaro che, quando riparte l'economia, c'è un effetto trascinamento sull'IVA, sulle accise, nessuno lo nasconde -, alla stessa guerra, ma anche a un rinnovato contrasto all'evasione fiscale; questo tema sembra appartenere solo a una parte delle forze politiche, perché le altre lo denigrano, pensando che non serva. Noi abbiamo la riduzione dal tax gap IVA, richiesto dall'Europa, tra gli obiettivi europei, da 32 a 28 miliardi - 4 miliardi in meno, il 13 per cento in meno -, grazie anche a uno strumento - come diceva, poco fa, il collega Ungaro - particolarmente denigrato a destra, ma che tutta l'Europa ci vuole copiare, ci segue nella sua applicazione, che è la fatturazione elettronica. Sono dati ormai incontrovertibili - che, per un anno e mezzo, qualcuno ha cercato di sconfessare, ma che oggi sono a tutti evidenti -, ma è un altro risultato anche di fare fisco, che non è solo recupero di evasione fiscale attraverso la riscossione coattiva, questa grande e giusta preoccupazione che i cittadini possono avere, perché, anche qui, un altro dato ci deve essere chiaro e, cioè, che le maggiori entrate dalla riscossione segnano una forte differenziazione rispetto al passato. Dei 13,8 miliardi di entrate dal lavoro dell'Agenzia delle entrate, il 29 per cento è imputabile alla tanto e giustamente temuta riscossione coattiva, e il 71 per cento all'attività di promozione della compliance, dei versamenti diretti su atti emessi dall'Agenzia. Su questo stiamo lavorando.

Allora, colleghi e colleghe, per noi del Partito Democratico, il DEF, per il prossimo triennio, deve andare in una certa direzione, sull'attuazione del PNRR, che sembra a qualcuno - come dicevo poco fa - una pratica già chiusa e, invece, è una sfida che ancora ci vede in campo e sul quale, quindi, dobbiamo dare il massimo. Ma, permettetemi, con questo DEF, dobbiamo anche dare costrutto e significato alla resilienza in ambito tributario. Cosa significa dare resilienza in ambito tributario? Significa ridisegnare la governance delle Agenzie fiscali, della riscossione, integrando le funzioni, facendo dialogare le banche dati. Quante volte abbiamo detto che c'è un limite nel dialogo tra le diverse banche dati del nostro sistema, che l'Agenzia delle entrate non comunica con l'INPS, l'INPS non comunica con l'INAIL? Questo perché? Perché deve esserci lo Stato prevaricatore? No, perché ci possono essere servizi, rimborsi, agevolazioni che i cittadini possono avere in modo automatizzato, automatico, senza più attendere.

Ma dobbiamo anche superare questo racconto, permettetemi colleghi, che è un po' immerso nel passato e nell'anacronismo. Io, ancora l'altro giorno, ho sentito la collega Meloni definire l'automazione e i pagamenti elettronici un problema per il disservizio oppure perché le società di carte falliscono e l'unica moneta in corso legale è il contante. Cioè, noi siamo ancora qui, c'è una destra in questo Paese che vede, nella modernizzazione e nell'innovazione, un limite e una preoccupazione, quando ormai siamo di fronte all'era delle monete digitali! C'è qualcuno che è preoccupato per le transizioni per agevolare il cittadino, per la tracciabilità! Noi del Partito Democratico, invece, vorremmo traguardarlo, questo futuro, sostenendo fortemente l'innovazione e la digitalizzazione del sistema fiscale, perché vogliamo offrire maggiori servizi al contribuente con dichiarazioni IVA precompilate, perché non basta quello che abbiamo fatto nella scorsa legislatura con le dichiarazioni sui modelli 730 precompilati, bisogna andare oltre, bisogna farlo giustamente anche per le partite IVA, bisogna dare uno strumento.

Concludo, dicendo che per noi è fondamentale implementare la tecnologia e dare questi strumenti alle agenzie fiscali, come i big data, l'intelligenza artificiale, che sono un elemento fondamentale, non in grado di inseguire l'errore materiale, che molto spesso viene evocato. Ma l'omessa fatturazione, da parte di coloro che nascondono attività e risorse al Paese vivendo alle spalle delle persone oneste (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), c'è ancora, nel ventunesimo secolo, c'è chi usufruisce di servizi sanitari, formativi, sociali, collettivi, senza contribuire alla crescita della propria comunità. Per questo il Partito Democratico vede correttamente, nell'indirizzo che ha preso il DEF, un cammino, un percorso importante, per creare le condizioni affinché quella parola - resilienza! - non sia una parola difficile, ma sia una parola applicata al nostro sistema fiscale (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).