Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 24 Aprile, 2025
Nome: 
Maria Cecilia Guerra

A.C. Doc. CCXL, n. 1

Grazie, Presidente. Oggi si segna una brutta pagina per il nostro Parlamento, perché assistiamo alla trasformazione e alla deformazione del Documento di finanza pubblica, che tradizionalmente viene discusso in questo momento, in quest'Aula, anche in rapporto alle scadenze legate alla programmazione europea. Questo Documento viene volutamente, esplicitamente e dichiaratamente trasformato da documento di “programmazione”, che quindi permette al Parlamento di svolgere una funzione di indirizzo e di controllo, in un mero documento di “monitoraggio”. Di fatto, potrebbe essere riassunto in due pagine, in un articolo di giornale. Ed è una cosa molto molto grave proprio in questo periodo, cioè a noi viene detto: non potevamo fare altro perché siamo in un momento di grande incertezza. Ma proprio perché siamo in un momento di grande incertezza, abbiamo bisogno di sapere dove il nostro Governo e questa maggioranza intendono portarci. Abbiamo bisogno di risposte.

Certo, nessuno pretende ed è una stupidata dire che noi vogliamo che il Governo abbia la palla magica, il mago Otelma o non so cos'altro. Abbiamo fatto Documenti di finanza pubblica articolati in periodi di grandissima incertezza, come ad esempio il COVID, non ci si è tirati indietro, anche perché quei dati che il Governo non vuole dare, li danno tutti gli altri istituti di ricerca. E non abbiamo la voce istituzionale, quella pubblica, con cui confrontarci. Non abbiamo la possibilità di dire la nostra su quello che ci va e su quello che non ci va sul futuro delle politiche del nostro Paese. È una cosa gravissima e non è legata solo a questo problema, perché, caro Presidente, ce l'hanno detto molto chiaro, questa è una trasformazione del Documento che questa maggioranza e questo Governo vogliono fare anche per gli anni futuri, perché la logica di questa maggioranza e di questo Governo è l'assenza di trasparenza: ci avete votato, siamo noi, decidiamo, vedrete come andrà a finire, ci giudicherete, tutto il processo è in mano nostra.

E la maggioranza? La maggioranza è una maggioranza silenziosa, perché l'abbiamo sentita parlare, per la prima volta, Presidente, in quest'Aula, in queste dichiarazioni. Abbiamo fatto migliaia, no, migliaia no, ma abbiamo fatto moltissime audizioni, abbiamo fatto discussioni in Commissione e non ha parlato nessuno! Nessuno, Presidente! Soltanto, devo dire, la relatrice, per obbligo, ieri ha fatto una piccola relazione. È possibile? È venuto il Ministro Giorgetti, sono venuti a onorarlo: non una parola, non una domanda! È una maggioranza schiacciante, schiacciata sul Governo, schiacciante perché sa di avere i numeri e schiacciante anche perché si limita a schiacciare il pulsante del voto: una cosa mai vista, una cosa che ci indigna.

Poi la relatrice - che non vedo in questo momento in Aula - ci diceva: abbiamo discusso assolutamente su come fare questo Documento di finanza pubblica. Sì, l'abbiamo discusso, però la risoluzione che la maggioranza ci ha imposto - in difformità rispetto alla legge, quindi non si è mai visto che una norma di legge possa essere aggirata da una risoluzione di maggioranza, è un inedito molto grave - non è stata rispettata. Neppure quella, che era una cosa minima! Non sono stati dati i dati che ci avevano promesso, cioè tutti gli elementi informativi sul 2028, che dovevano essere assolutamente analoghi a quelli relativi al 2026 e al 2027, non ci sono, se non in termini qualitativi molto generali. Non c'è una nota metodologica che ci permetta di capire come sono state formulate le previsioni tendenziali. Cioè, a questo punto noi non le possiamo capire. Per esempio, non sappiamo in che misura sono stati considerati i dazi, perché, se fosse chiaro che i dazi non ci sono, uno dice ‘va beh, erano incertezze'. No, i dazi ci sono, ma in qualche misura. Ma quale? Non ne sappiamo assolutamente niente.

Poi il discorso sulle politiche invariate, che è l'unico elemento vago di programmazione che poteva essere dentro questo Documento, è addirittura una presa in giro, Presidente, perché le politiche invariate sono politiche che si presume verranno confermate, anche se per ora hanno una durata temporale che non ne ha richiesto un finanziamento. Ebbene, si tratta di un miliardo, secondo le stime del Governo, c'è una bella tabellina, ma non c'è l'indicazione di quali siano! Ma vi sembra possibile? Io non so se le politiche invariate che il Governo presumibilmente tende a confermare sono l'una, l'altra o l'altra! È una cosa veramente indecente e indegna! Io credo che siamo, ripeto, di fronte a una pagina nera di questo Parlamento, che è messo nella condizione di non poter fare il suo mestiere di indirizzo e controllo, anche di controllo, nel senso di capire questo documento che cosa ci vuole dire.

Sui dazi, che sarebbero l'elemento più da analizzare nel contesto di incertezza in cui siamo, il Governo non può dire che non si può dire niente, perché tutti gli altri che sono venuti in audizione ci hanno detto, hanno fatto delle stime, hanno fatto delle analisi.

Faccio solo un esempio, l'impatto che i dazi possono avere sull'occupazione, che è uno dei fiori all'occhiello - non so perché? - di questo Governo. Non so perché non perché l'occupazione non stia crescendo - e non è qua il caso di esaminare dove, chi, come -, ma sta crescendo in tutta Europa. Non si capisce quale sarebbe la politica miracolosa del Governo che l'ha fatta salire, ma qui si parla di un possibile shock. Secondo Confindustria, solo per i settori che Confindustria governa, 67.000/68.000 persone in meno; Legacoop, per i suoi settori, ci ha dato cifre comparabili, analoghe, che possono arrivare fino a 20.000 occupati in meno. Questa cosa qua? Boh, non c'è, non c'è una parola, oggi non c'è una parola sul Documento, e tacere vuol dire lasciare parlare gli altri. Faremo tutti riferimento ai numeri, ma non saranno i numeri ufficiali, non saranno i numeri del nostro Governo.

E così sulla difesa. È veramente straordinario - e abbiamo posto il problema anche a Giorgetti -, non sappiamo ancora se quando qualcuno - credo che sia la Presidente del Consiglio, si - la Presidente del Consiglio va in giro a dire che noi raggiungeremo il 2 per cento della spesa della difesa sul PIL non sappiamo di cosa parla, Presidente, ma è possibile? Ci sono due classificazioni molto diverse, la classificazione NATO e la classificazione Cofog che viene utilizzata in Europa. Sono due cose diverse, diverse per come guardano agli investimenti, per come guardano alla spesa personale, per come mettono o non mettono dentro la spesa per la difesa le pensioni del personale in quiescenza. Ma vi sembra che noi non possiamo sapere, nel Documento di finanza pubblica, cosa si intende fare e che cosa si intende per difesa quando si va a dire che la aumenteremo al 2 per cento del PIL? Non sappiamo neppure quanto è adesso, se è all'1,2, se è all'1,5, ma è possibile che si possa governare in questo modo? Qua non si governa, qua si nasconde, si cela, si procede in modo autoritario, non trasparente, totalmente opaco.

Voglio fare riferimento ad alcuni punti specifici adesso, uno che mi sta molto a cuore, che è quello delle pensioni. Noi sentiamo la maggioranza dire, e in particolare la Lega, che avrebbero cancellato la legge Fornero. In realtà, noi chiediamo una cosa più semplice, chiediamo cioè che venga cancellata la legge Berlusconi, quella che dal 2009 (il decreto-legge n. 78 del 2009) - con la Lega al Governo, il Governo Berlusconi, Meloni al Governo - ha agganciato l'età pensionabile alla speranza di vita facendo una duplicazione, perché già c'è un aggancio che deriva dalla modificazione del coefficiente di trasformazione. Chiediamo che venga tolta quella lì, e gliel'ho chiesto a Giorgetti, gli ho detto: fermerete questa cosa? Mi ha detto che faranno, faranno, ma non si sa cosa faranno. La sospenderanno? Perché sospenderla è una fregatura, perché vuol dire che fra due anni non abbiamo tre mesi in più, ne abbiamo sei tutti in un colpo, e il Governo che ci sarà può anche spararsi, perché lì davvero diventerà un costo difficilmente sostenibile. La toglieranno? Certamente non l'ha detto. Rimedieranno solo al problema dei 42.000/43.000 esodati, cioè quelli che sono nella via del limbo perché sono entrati in scivoli aziendali e se gli aumenti l'età pensionabile restano né lavoratori né pensionati? Questa non è una risposta che dovremmo avere in un Documento di finanza pubblica, visto che il Governo deve decidere nei prossimi giorni se non vuole tenere le persone con l'acqua alla gola fino all'ultimo secondo prima di andare in pensione. E invece niente ci è stato detto da questo Governo che ha fatto una sola cosa, ha bloccato tutti i canali di uscita anticipata, tutti li ha bloccati. Sapete quante persone sono andate in pensione con “opzione donna” nei primi tre mesi di quest'anno? Cinquecentonovantadue. Cancellatela, abbiate questo pudore invece di venire qua in Aula a dirci che la volete mantenere, ampliare, eccetera.

Un'altra cosa molto importante riguarda la sanità. Siamo accusati dall'onorevole Tremaglia di alchimie contabili. Beh, si guardi allora la tavola 13 della Corte dei Conti che ti fa vedere una cosa molto, molto, molto carina, cioè la spesa sanitaria, secondo le previsioni del DFP, raggiungerà il 6,4 per cento del PIL nel 2027, una cifra bassissima nel confronto internazionale ma, al tempo stesso, il finanziamento del sistema sanitario, cui contribuisce lo Stato e che dovrebbe essere adeguato a finanziare i LEA (i livelli essenziali di assistenza), cala in quello stesso anno al 5,92 per cento. Ma questa differenza chi la paga? Chi la paga questa differenza? O non vengono dati i LEA, oppure le regioni dovranno farvi fronte con i propri disavanzi o ricorrendo alle addizionali.

Ma se ricorrono alle addizionali, caro Presidente, le addizionali le pagano solo quelli che pagano l'Irpef, e cioè quelli che sono nella progressività delle imposte, ossia i pensionati e i lavoratori dipendenti. Solo loro dovranno finanziare la sanità con l'aumento delle addizionali? E qui finisco con un ultimo riferimento, il riferimento al fiscal drag, cioè non è possibile, non è possibile che noi non abbiamo ancora oggi e non l'abbiamo nel Documento di finanza pubblica, Presidente, una stima del fiscal drag che, secondo stime indipendenti, si è portato via 25 miliardi (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista) e che, secondo l'UPB, ha fatto sì che quel taglio al cuneo fiscale sia stato più che compensato dal fiscal drag, cioè non gli abbiamo dato un euro ai lavoratori dipendenti, a parte il primo 20 per cento, quelli più bassi per i quali, ovviamente, non scatta l'aliquota e non scatta il fiscal drag. Quindi andiamoci a vedere, dateci questo dato, che così capiamo come è andata a finire. Quindi tante omertà, un documento inutile, uno schiaffo al Parlamento.