Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 9 Novembre, 2022
Nome: 
Ubaldo Pagano

Doc. LVII, n. 01-bis e Doc. LVII, n. 01-bis

Signor Presidente, onorevoli colleghi, non ci aspettavamo grandi cose da un Governo di destra, ma nemmeno potevamo immaginare che in meno di venti giorni poteste essere capaci di regalare al Paese uno spettacolo tanto mediocre. Almeno speravamo, in un documento di programmazione politico-economica, in un messaggio chiaro al Paese, proteso al futuro e, quindi, agli investimenti, mentre il Paese affonda in una crisi profondissima, tante famiglie faticano ad arrivare alla fine del mese e molte imprese sono ad un passo dal chiudere i battenti per il caro energia.

Invece, ci avete regalato, in successione, un decreto anti-rave, di cui vi siete vergognati solo sei ore dopo, il carcere ostativo, sconfessando le indicazioni della Corte costituzionale, e - permettetemi - l'ennesima messa in scena sulla pelle dei migranti. Di emergenza energetica non se n'è sentito parlare praticamente mai! Le uniche misure utili sono quelle prese da un Governo che non è il vostro e di cui vi accingete a prorogare le identiche misure. Anzi, qualche vostro Ministro, che si è avventurato sul tema, spesso è intervenuto per smentire un altro Ministro dello stesso Governo.

In successione: trivelle sì e trivelle no, rigassificatore sì, ma anche rigassificatore “no”, perché qualche amministratore locale non è convinto. Davanti a questo spettacolo tragicomico, la domanda che viene spontanea porsi è solo una: qual è la strategia del Governo? Cosa volete fare in tema di sicurezza energetica nazionale? E ora che ci presentate questa Nota di aggiornamento al DEF viene da chiedersi: cosa vuole fare questo Governo da grande? Infatti, l'unica informazione utile che si legge nel documento è che sfrutterete i margini di bilancio, creati grazie al Governo precedente, per prorogare le stesse misure contro il caro bollette che aveva assunto il precedente Governo. Tutto il resto, la parte in cui dovreste spiegare a questo Parlamento e al Paese cosa volete fare con la prossima legge di bilancio, è totalmente assente. Per il suo tramite, vorrei ricordare al collega che mi ha preceduto che pragmatismo non può trasformarsi in mortificazione delle prerogative parlamentari. Lo fate anche contro la norma che sottende a questo passaggio che stiamo compiendo, che, invece, pretende ci siano indicazioni chiare sui principali ambiti d'intervento della manovra. È pure - permettetemi - contro il buonsenso, che impone di presentare in Parlamento - e non solo sui giornali - le intenzioni sul da farsi nelle scelte di politica economica. Eravate così distratti dalla spartizione di poltrone, che vi siete dimenticati che qui c'è un Paese che deve attraversare indenne le conseguenze dei rincari energetici e dell'inflazione. Ci chiediamo, allora, cosa dobbiamo aspettarci in materia di fisco, se i partiti che oggi siedono al Governo saranno in grado di continuare con il taglio del cuneo fiscale che abbiamo portato avanti negli scorsi anni, in favore dei redditi medio-bassi, oppure se vorranno percorrere la strada dell'iniquità, dell'ingiustizia, del “meno hai e più paghi”, tassa piatta per i ricchi e una bella pacca sulle spalle per i lavoratori che faticano a mantenere figli e famiglia. Per inciso, che la flat tax sia una perversione che sconfessa la Carta costituzionale è un fatto acquisito, ma che addirittura spinga i contribuenti a nascondere i propri ricavi per beneficiare dell'aliquota più bassa ve lo dicono persino i tecnici del Ministero dell'Economia nella relazione allegata alla Nota di aggiornamento al DEF. D'altronde, come sappiamo, il contrasto all'evasione fiscale e il concetto di equità non figurano, né tra gli obiettivi, né tra i valori di questa destra italiana. Eppure la riduzione progressiva dell'evasione è uno degli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Ci chiediamo come intendete concretamente perseguirlo, se continuerete ad ipotizzare i soliti condoni tombali, che premiano solo gli evasori seriali, oppure se seguirete le indicazioni dell'Agenzia delle entrate e del MEF, estendendo la tracciabilità dei pagamenti, incrociando le banche dati, riconoscendo la realtà dei contribuenti onesti, magari cominciando a diminuire la loro tassazione.

Di lavoro poi non si parla, men che meno di occupazione femminile e giovanile. Nella nostra risoluzione, sottolineiamo l'esigenza di favorire l'occupabilità delle donne, ad esempio, con una tassazione agevolata per il secondo percettore di reddito in famiglia, continuando a puntare sui congedi parentali, sull'assegno unico e sulle infrastrutture sociali che sono ancora carenti. Nella vostra NADEF non c'è nemmeno una delle risposte che si aspettano di trovare gli italiani. Allora, lo spazio di questo confronto ci torna utile per lasciare agli atti almeno alcune domande, che speriamo nella prossima legge di bilancio trovino almeno parziale risposta. Con quali interventi, misure e strumenti intendete proteggere i soggetti maggiormente colpiti dall'incremento dei prezzi? Continuerete nel solco di quanto fatto dal Governo Draghi? Quali e quante risorse volete utilizzare per difendere i salari, le pensioni e il potere d'acquisto dei cittadini? E, ancora, che fine faranno i bonus edilizi? Ad oggi, non sappiamo, né se verranno confermati, né in quale percentuale, né sappiamo per quali categorie di immobili, né quante risorse volete investirci. E, ancora, abbiamo una recrudescenza del problema della cessione dei crediti fiscali.

Le soluzioni per sbloccarli le avete affidati a qualche velina, ma vi siete guardati bene dal mettere nero su bianco sui documenti ufficiali; forse perché la differenza tra la realtà e la propaganda oggi vi presenta il conto.

Sulla tassazione sugli extraprofitti avete fatto un gran baccano in questi mesi, perché ritenuta una misura ingiusta. Bene! Anzi, male! Avete avuto l'occasione di cambiarla, di migliorarla, di renderla più equa, per esempio, dispensando le piccole e medie imprese e distinguendo chi ha investito in rinnovabili per l'autosufficienza da chi invece realizza profitti spropositati. Anche in questo caso siamo passati da un'occasione ad un'occasione persa. Nel frattempo, gli italiani pagheranno il prezzo degli aumenti e pure quello delle vostre fantasie propagandistiche, mentre la maggior parte delle soluzioni si trova nel dialogo con i partner europei. È questo il tratto distintivo con molti degli interventi dei colleghi di maggioranza. Continuiamo a ripeterlo e lo faremo anche in futuro: per fare gli interessi nazionali bisogna concordare in Europa nuovi strumenti di intervento comuni, sul modello del Next Generation EU, per evitare che l'inflazione aggravi le disuguaglianze. Bisogna stringere accordi in Europa sugli acquisti aggregati di energia per calmierare i prezzi del mercato, continuare a ridurre la dipendenza dall'estero e la diversificazione delle importazioni, investire coraggiosamente nelle rinnovabili e favorire lo sviluppo delle comunità energetiche. Occorre, quindi, continuare sulla strada della transizione ecologica, perché i cambiamenti climatici non aspettano che vi convinciate finalmente del disastro che ci attende, se non ci diamo una mossa. Ma tutto questo dov'è? Dov'è in un documento che dovrebbe essere almeno il manifesto politico programmatico di questo nuovo Governo? Eppure il Presidente del Consiglio aveva parlato in quest'Aula di fare, ad esempio, del Mezzogiorno un hub di produzione di energia pulita. Dove sono questi progetti? Perché non fa fede alle sue parole e non investe le risorse necessarie per incentivare l'efficientamento energetico e l'autoproduzione degli edifici pubblici e privati con misure a carattere strutturale e finanziariamente sostenibili? Allora, colmare un divario infrastrutturale inaccettabile - cito testualmente -, eliminare le disparità, creare occupazione, garantire la sicurezza sociale e migliorare la qualità della vita per ora restano solo belle parole, senza l'ombra di un fatto né di un impegno solennemente contenuto in atti formali.

A proposito di politiche sociali e pensioni, parlate, ovviamente nel dibattito mediatico, di “quota 41”, di “quota 102” e via dicendo, ma queste ipotesi, che si sprecano sui giornali, non trovano alcun riscontro, neanche minimo, in questo documento che ci accingiamo ad esaminare. Allora, sulla famosa pensione di garanzia per le nuove generazioni, che rischiano di passare da carriere lavorative discontinue e precarie a pensioni ben al di sotto della soglia di dignità, non resta che un titolo nel discorso di insediamento. Nemmeno si è spesa una parola per i lavori gravosi e usuranti o per quelli di cura in ambito familiare. Ad oggi, ad esempio, non avete saputo dirci se l'Ape sociale o l'opzione donna saranno resi strutturali, come invece auspichiamo nella nostra risoluzione. Finalmente, i nodi delle vostre bugie vengono al pettine. Speriamo solo che a farne le spese non siano i cittadini, soprattutto i cittadini più fragili, quelli che, oggi più che mai, avrebbero bisogno di un sostegno e di un aiuto dello Stato.

Di cultura, scuola, università e ricerca nemmeno una traccia, anche solo per distrarci sull'argomento. Leggiamo, sempre sui giornali, che il Governo sarebbe pronto a tagliare di 2 miliardi di euro lo stanziamento annuale per la scuola italiana, mentre, di converso, il Ministro Calderoli dichiara che sarebbe opportuna la regionalizzazione dell'istruzione, una bomba culturale per l'unità del Paese, che fermerà l'ascensore sociale e aggraverà le disuguaglianze. È questo che intendevate quando avete parlato di merito?

Sulla sanità, invece, apprendiamo che la lezione che ci ha impartito la pandemia non vi è bastata. Per la prima volta, infatti, dopo un biennio di crescita degli investimenti, pensate a ridurre la spesa pubblica destinata al servizio sanitario, con buona pace dei tanti annunci fatti in campagna elettorale.

Invece, lo diciamo chiaramente: servirebbe aumentare ancora le borse di specializzazione, investire di più sull'assistenza e la terapia domiciliare, sulla medicina del territorio, sul rafforzamento delle strutture e sull'assunzione del personale sanitario che manca e mancherà sempre di più nei nostri presidi se dovesse interrompersi il sentiero virtuoso di maggiori investimenti degli ultimi anni.

Infine, a proposito del PNRR e delle politiche industriali di questo Paese, nella speranza che vi sia passata la voglia di smembrare il Piano, non leggiamo nemmeno una parola su come intendete attuarlo, né quali misure volete adottare per compensare il rincaro delle materie prime e permettere la realizzazione di tutte le opere previste, perché il tema vero non sarà distinguere quelle che non saranno realizzate, ma trovare una soluzione per realizzarle tutte, a fronte dei rincari dei materiali che ci sono stati. Stessa cosa dicasi per Industria 4.0, la transizione ecologica e tutto il sistema di incentivi e agevolazioni per sostenere l'innovazione delle nostre imprese e favorire la ricerca e la formazione dei lavoratori alle nuove competenze.

Insomma, è un grande vuoto, che lascia spazio a tantissimi interrogativi. Come detto, le mancate risposte di questa NADEF non ci avvicinano neanche di un millimetro a quelle che sono le esigenze degli italiani e per questo annuncio il voto contrario del PD alla risoluzione di maggioranza sulla NADEF, avendo peraltro depositato una nostra risoluzione, che prova a cogliere tutte le questioni che ho qui meglio esplicitato; mentre voteremo a favore della richiesta di scostamento per prorogare le misure per contenere gli effetti del caro energia, perché ci pare evidente che, di fronte a soluzioni che possano andare a risolvere, anche di pochissimo, le esigenze degli italiani, non faremo mai venir meno il nostro apporto.

Potete ingannare tutti per qualche tempo e qualcuno per sempre, ma non potete ingannare tutti per sempre, disse Lincoln. Ecco, alla prima occasione, ci avete dato modo di smontare, pezzo per pezzo, ognuna delle tante bugie propagandistiche che avete raccontato in questa insana campagna elettorale.