Nome: 
Emanuele Fiano

La ringrazio, Presidente. Noi aspetteremo le risultanze delle indagini, che sono in corso da parte della magistratura inquirente e delle forze dell'ordine, per conoscere la vera natura dell'aggressione che ieri è occorsa ad un cittadino ebreo in un quartiere molto frequentato dalla comunità ebraica a Milano, vicino alla scuola ebraica. 
Non vi è dubbio, però, che in queste ore un sentimento di timore, di paura ha attraversato – io credo – non solo la comunità ebraica italiana, ma l'intero Paese per l'ipotesi istintiva, che ovviamente andrà verificata, che l'episodio di ieri sera a Milano sia simile a quelli occorsi in questi mesi e in questi anni in Francia, in Belgio e in molti altri Paesi europei, o che sia simile a ciò che sta accadendo in Israele in questi mesi, certo con una configurazione e con motivazioni che sono diverse, ma pur sempre si tratta di episodi di violenza e di accoltellamento contro ebrei. 
Io penso che la paura vada combattuta, che gli ebrei italiani non debbano sentirsi addosso la paura di percorrere le strade del nostro Paese. Ringrazio da qui le forze dell'ordine e lo Stato nel suo complesso per i dispositivi di sicurezza che sono applicati per il controllo alle sedi dove si svolge la vita delle comunità ebraiche italiane. 
Pur tuttavia, serve, come sempre c’è stata in questo Paese, una risposta corale e trasversale contro ogni forma possibile di importazione nel nostro Paese di sentimenti di violenza antisemita o razzista o discriminatoria nei confronti di cittadini italiani ebrei. Infatti, quel sentimento, quelle azioni di violenza, che una volta colpiscono gli ebrei, possono diventare il germe di una violenza o di una volontà di discriminazione e di razzismo verso molti altri e questo – il nostro Paese lo ha già conosciuto – va estirpato quando la pianta è ancora giovane.