Discussione generale
Data: 
Mercoledì, 11 Dicembre, 2019
Nome: 
Paola De Micheli

Grazie, Presidente. A partire dal 23 novembre scorso, la regione Liguria è stata interessata da una forte ondata di maltempo, che ha colpito progressivamente le province di Genova, Savona e Imperia, causando, nella giornata del 24 novembre, criticità diffuse e numerose richieste di intervento dei mezzi di soccorso.

In particolare, domenica 24 novembre 2019, alle 14 circa, in corrispondenza del tratto autostradale tra l'interconnessione di Savona e lo svincolo di Altare del tronco autostradale A6 Torino-Savona, si è verificata una frana su un declivio a bassa suscettività, non prevedibile, che ha interessato il versante in località Madonna del Monte, nel comune di Savona. La massa detritica ha raggiunto il fondo valle, danneggiando irreparabilmente il viadotto autostradale denominato “Madonna del Monte”. Inoltre, il fronte di frana ha raggiunto alcune pile dell'adiacente viadotto in carreggiata sud, il Rio Valletta, occludendo parzialmente il corso d'acqua. Il dissesto si è originato inizialmente come scivolamento rotazionale di una porzione della parte sommitale del versante, che è evoluto in una colata rapida di detriti e fango a causa delle elevate pendenze.

L'area di dissesto, nonostante abbia un bacino idrografico inferiore a 0,1 chilometri quadrati, ha una superficie stimata di circa 14 mila metri quadrati ed ha movimentato, dalle prime analisi, sino a 30 mila metri cubi di materiale, parte del quale è ancora sospeso sul versante.

La società concessionaria, a seguito dell'evento, ha provveduto ad istituire, in direzione Savona, l'uscita obbligatoria ad Altare, poi arretrata a Millesimo, a causa di concomitanti problematiche in atto sulla viabilità ordinaria. In direzione di Torino, è stata disposta la chiusura del tratto Savona-Altare.

Sul posto sono state immediatamente inviate squadre di primo intervento dalla Direzione regionale dei vigili del fuoco della Liguria, squadre specializzate USAR (soccorso e ricerca in macerie) e SAF (soccorso in ambiente alpino-montano) e squadre cinofile dalla Lombardia e dalla Toscana, un elicottero del reparto volo dei Vigili del fuoco e altre squadre di soccorso. Nell'immediato, il deflusso dei mezzi è avvenuto tramite inversione di marcia, in accordo con la polizia stradale. Dopo aver fatto defluire i mezzi fermi in coda, mentre proseguivano le operazioni di ricerca da parte dei Vigili del fuoco, sin dal pomeriggio del 24 novembre, la concessionaria ha proceduto ad una preliminare ispezione dello stato del viadotto su cui si è arrestato il movimento franoso, ciò al fine di consentire il transito in condizioni di sicurezza dei mezzi di soccorso e del personale addetto.

In attesa delle verifiche sulle pile dei viadotti urtate dal fronte franoso, si è provveduto anche alla chiusura della corsia in direzione sud della A6. Sono stati, quindi, prontamente avviati gli accertamenti tecnici strutturali e anche geologici sulla staticità dell'adiacente viadotto inerente la carreggiata sud, con l'obiettivo di ripristinare il più rapidamente possibile la circolazione su unica carreggiata e corsia per entrambi i sensi di marcia.

Nella stessa giornata, la concessionaria ha avviato i lavori per poter creare, a monte e a valle, due varchi per far circolare i mezzi agevolmente tra le due carreggiate autostradali, che, in corrispondenza dell'evento, sono distanti diverse decine di metri. Tali lavori sono proseguiti nelle giornate del 24 e del 25 novembre senza interruzioni, richiedendo l'utilizzazione di oltre 50 mezzi tra autocarri, escavatori, rulli, grader, finitrici, frese, cisterne, betoniere, oltre ad attrezzature e l'impiego di un consistente numero di operai e di tecnici, che ha superato le cento unità.

Già nella serata del 24 novembre, il personale di Autostrada dei Fiori ha provveduto a ristabilire l'alimentazione elettrica ed i ponti radio compromessi dalla frana e, il giorno seguente, a ripristinare la dorsale di comunicazione in fibra ottica.

Nella giornata del 25 novembre, il Dipartimento della protezione civile ha installato i primi sistemi di monitoraggio del versante (un interferometro radar ed un pluviometro per valutare la stabilità del pendio sovrastante l'area operativa) e, con il supporto di esperti chiamati dalla concessionaria, sono state svolte ulteriori verifiche tecniche che hanno consentito di accertare l'idoneità, dal punto strutturale e geologico-geotecnico, del viadotto Rio Valletta ad essere riaperto, previa regimentazione delle acque deviate dall'ammasso franoso. Sono state, quindi, installate mire ottiche sulle pile del suddetto viadotto, dispositivi GPS e un rilievo laser scanner per monitorare l'opera esistente. Contestualmente, sono state avviate le attività progettuali del nuovo viadotto, che sarà realizzato con una campata unica ed i cui tempi di ultimazione si ritiene possano essere contenuti in quattro mesi.

A partire dal 27 novembre, terminate le attività dei Vigili del fuoco, il concessionario ha avviato i lavori di sgombero dei detriti del viadotto abbattuto e di demolizione della parte restante. Nelle giornate del 28 e del 29 novembre è stato effettuato un sopralluogo del consulente geologo, di uno strutturista e di un geotecnico incaricato dalla concessionaria per progettare le opere a difesa del viadotto autostradale rimasto in esercizio. Nel corso del sopralluogo è stata anche accertata l'idoneità della regimazione provvisoria delle acque realizzata dalla concessionaria.

Al fine di monitorare l'andamento dei movimenti franosi, in accordo con i centri di competenza della Protezione civile dell'Università di Firenze e della Fondazione CIMA, il concessionario ha altresì installato due sistemi di monitoraggio dell'ammasso franoso e ha adottato, in collaborazione con i soggetti istituzionali coinvolti, un piano per la gestione delle emergenze. Segnalo che il complesso dei sistemi di monitoraggio approntati è finalizzato a preallertare la concessionaria, affinché, laddove dal monitoraggio emerga il superamento dei valori di soglia individuati dalla Protezione civile, la concessionaria stessa disponga l'immediato blocco del traffico sul viadotto, in attuazione del Piano speditivo della viabilità, sottoscritto in data 28 novembre 2019 dalla concessionaria con la regione Liguria, la prefettura di Savona, il comune di Savona, la Fondazione CIMA di Savona e l'Università di Firenze, in qualità di centri di competenza che sono stati individuati dalla Protezione civile.

Il Piano consente di contemperare le esigenze di sicurezza degli utenti dell'autostrada con quelle di fluidità del sistema dei trasporti, in un ambito territoriale caratterizzato da una particolare fragilità di tutte le reti delle comunicazioni stradali e ferroviarie. A ciò si aggiunga che nella provincia di Savona, a causa delle numerose frane sulle strade statali e provinciali, non sussistono alternative di valico appenninico verso l'entroterra e verso il Piemonte. In particolare, con il Piano, è stata delineata la catena dell'allertamento e le relative fasi operative dalle quali discendono specificazioni in capo a ciascun soggetto del sistema.

In sintesi, il piano viene attivato al verificarsi dei seguenti presupposti, tra loro indipendenti: eventuali emissioni delle allerte da parte del centro funzionale della regione Liguria (con allerta arancione, il traffico viene interdetto con l'inizio della pioggia; con allerta rosso, il traffico viene interdetto all'attivazione della medesima allerta); seconda eventualità, movimenti della struttura delle pile del viadotto Rio Valletta rilevate mediante una stazione con mire ottiche posizionate sulla sommità dello stesso viadotto; terza eventualità, il superamento dei valori di soglia della piovosità, calcolato in automatico con un pluviometro in telemisura, con dati aggiornati ogni cinque minuti; quarta eventualità, il superamento dei valori di soglia degli spostamenti dell'ammasso franoso ancora sospeso lungo la porzione sommitale del versante in dissesto. I relativi dati, rilevati mediante un radar e calcolati in automatico, sono aggiornati ogni cinque minuti.

Alle 11 del 29 novembre è stata disposta la riapertura al traffico. Rappresento che la società concessionaria, a seguito del dissequestro delle aree, ha dato inizio ai lavori di realizzazione delle fondazioni del nuovo viadotto Madonna del Monte.

Mi preme sottolineare che l'eccezionalità degli eventi atmosferici accaduti nei giorni dal 23 al 28 di novembre 2019 hanno richiesto l'effettuazione di 1.935 interventi delle squadre di soccorso, con l'impiego di oltre 2.100 unità. Le attività finalizzate alla messa in sicurezza complessiva della rete autostradale riguardano l'assicurazione di una gestione delle infrastrutture autostradali improntata a più elevati livelli di sicurezza.

Per questo il Ministero delle Infrastrutture e dei trasporti ha assunto recentemente differenti misure di natura organizzativa, regolatoria e dispositiva nei confronti dei concessionari. Per assicurare una netta separazione tra l'attività di gestione delle infrastrutture e l'attività di verifica, la direzione generale competente del MIT ha prescritto che le valutazioni sulla funzionalità delle infrastrutture siano esercitate da soggetti indipendenti, muniti di adeguati requisiti di professionalità.

In sede di prima applicazione è stato previsto che suddette verifiche fossero vagliate direttamente da istituti universitari, riconosciuti dall'ordinamento italiano. Per tale aspetto sono in corso di perfezionamento apposite convenzioni che delineano i compiti e le modalità di asseverazione di tali verifiche. È stata prescritta alle stesse società concessionarie l'implementazione di procedure di valutazione dello stato delle infrastrutture, improntate ai migliori standard tecnici.

Relativamente ai programmi annuali di manutenzione ordinaria sono state adottate dalla competente direzione generale linee guida recanti l'indicazione di criteri di priorità, sulla base dei quali i concessionari individuano gli interventi da porre in essere.

Contestualmente, il Consiglio superiore dei lavori pubblici sta perfezionando le linee guida tecniche, improntate alla verifica di sicurezza dei viadotti e ai criteri di transitabilità in caso di opere non rispondenti agli standard contemplati dalle attuali norme tecniche. Dette linee guida verranno adottate entro i primi giorni del prossimo mese di gennaio.

Sotto il profilo organizzativo, si specifica anche la rilevanza che assume la nomina del nuovo direttore generale dell'ANSFISA. Come è noto, questa agenzia è preposta alla valutazione delle procedure di controllo delle infrastrutture, ferroviarie, stradali e autostradali, con la possibilità di ispezioni e imposizione di sanzioni. Per dare concreta operatività a tutte le missioni di ANSFISA, lo scorso 6 dicembre si è proceduto a pubblicare l'interpello per individuare, nell'ambito dei dipendenti pubblici, 61 persone che saranno impiegate nella sede centrale di Roma e che verranno impiegate anche nella sede, prevista, di Genova.

Al contempo, è stato definito un programma di ispezioni di natura straordinaria, finalizzato ad accertare lo stato dei viadotti ricadenti nella rete autostradale ligure e del Piemonte. All'esito dei primi accertamenti è stata già richiesta ai concessionari l'adozione, per specifiche tratte autostradali, di misure di regolazione del traffico. Si tratta di verifiche che potranno essere estese anche a tratte autostradali ricadenti in altre regioni.

Infine, si segnala che, a seguito delle indicazioni impartite ai concessionari per l'anno 2020, sono pervenuti programmi di manutenzione ordinaria sull'intera rete di concessione, per una spesa stimata di circa 1 miliardo e 100 milioni, significativamente superiore ai valori medi degli anni precedenti.