Grazie, Presidente. Ministro, noi intanto le siamo molto grati per questa informativa che abbiamo fortemente voluto come Partito Democratico. L'abbiamo fatta non solo per avere un aggiornamento e un dettaglio delle dimensioni della crisi e dello sconvolgimento che stiamo attraversando, ma anche perché - lo ha detto lei stesso nel suo intervento - ci sia una consapevolezza più grande, non solo fra gli addetti ai lavori, di quanto questo comparto sia strategico. Sì: lo vogliamo dire in maniera un pochino più forte e più generalizzata? L'agricoltura e la pesca sono attività strategiche per l'Italia e lo sono per tante ragioni e non solo per il fatturato importante che lei ha richiamato, che riguarda l'export dei nostri prodotti di eccellenza. Lo sono perché noi rischiamo, dopo la pandemia e dopo i dati che lei anche oggi ci ha ricordato in maniera molto puntuale, di perdere intere filiere e molte imprese.
Inoltre, noi sappiamo che oggi questa situazione potrebbe causare crisi alimentari pesanti e nuovi esodi. Il vice direttore della FAO ce lo ha ricordato spesso in questi giorni. C'è una proiezione delle possibili conseguenze pesanti soprattutto in alcuni Paesi del Nord Africa. Lei ci ha giustamente ricordato che noi, nel nostro Paese, non rischiamo di trovare gli scaffali vuoti, ma l'aumento in atto da settimane dei prezzi dei beni di prima necessità può peggiorare le condizioni di accesso, per molte famiglie a basso reddito, ai beni alimentari primari: pane, pasta e latte, ossia quello che i nostri nonni chiamerebbero “pane quotidiano”.
È vero: l'Europa ha preso atto di questa situazione e dei suoi rischi e lo ha fatto velocemente. Le conclusioni del Consiglio europeo di qualche giorno fa citano in due punti il tema. Il Presidente Draghi lo ha fatto anche nel dibattito che c'è stato in quest'Aula mercoledì scorso. Si richiama, nella risoluzione del Consiglio europeo, il tema dell'aumento dei prezzi e la sicurezza alimentare, si parla di interventi immediati per i cittadini e per gli agricoltori - quindi, nell'immediato - e poi si parla di obiettivi e di misure a medio termine. Si richiama l'impegno al lavoro multilaterale per ridurre l'insicurezza alimentare e, ovviamente, noi su tutto questo attendiamo con ansia la coerenza degli atti. Lei ha già esposto, in modo preciso e dettagliato, il quadro delle difficoltà che ci stanno davanti. A tutto questo occorre aggiungerne un'altra: la mancanza di pioggia e, quindi, la pesante situazione che noi ci troviamo a vivere con le risorse idriche (non per colpa della guerra, ma della crisi climatica).
Noi abbiamo trasmesso nelle scorse settimane alcune nostre proposte e alcune nostre idee. Abbiamo visto importanti primi risultati, Ministro, nei provvedimenti che sono stati adottati e che oggi sono in discussione alla Camera e al Senato: le misure per attenuare i costi dell'energia e dei carburanti e la proroga dei mutui. È importante poi che si intervenga finalmente per l'equiparazione del digestato. È stato importante accelerare il bando per l'agrisolare, che consentirà la copertura dei tetti delle stalle e degli edifici e anche la sostituzione dei materiali più inquinanti e pericolosi. È importante che la Commissione europea abbia mosso i primi passi per utilizzare la riserva di crisi per l'agricoltura e proprio ieri per la pesca, liberando risorse. È importante che siano stati sbloccati alcuni vincoli della PAC, che avrebbero impedito l'aumento delle aree coltivabili nel nostro Paese. Tutto questo è molto utile, ma noi pensiamo che non sia abbastanza. Guardi, Ministro, lei non troverà in noi una voce che le chiederà di fermare la transizione ecologica e riscrivere la PAC, ma è certo che la strada aperta e la fase che stiamo vivendo ci chiede di avere un orizzonte di costruzione e di scrittura di nuove politiche, capace di interpretare il tempo che stiamo vivendo e capace di mettere in campo concretamente quella parolina che ci piace tanto, cioè resilienza. Non la troverà perché noi siamo convinti che oggi paghiamo anche in questo comparto, in quello agricolo, il prezzo di una dipendenza enorme del settore dal fossile e dalle importazioni. Fermare la transizione e tornare indietro, come qualcuno ipotizza, sul terreno della qualità e della sostenibilità sarebbe semplicemente un errore mortale per noi e per il nostro Paese, e la siccità che stiamo vivendo sta qui a ricordarcelo.
La strada da lei indicata, Ministro, per noi è quella giusta e ci troverà al suo fianco, ma pensiamo anche che sia urgente, in questo momento, da un lato dare messaggi molto forti e adottare provvedimenti concreti in tempi velocissimi e, dall'altro, costruire un orizzonte strategico di medio periodo anche condizionando i principali strumenti che sostengono l'agricoltura e la pesca verso una maggiore buona produzione nazionale e verso il rafforzamento delle filiere, senza alcuna ambizione neo-protezionistica e autarchica ma anche senza smarrire gli obiettivi del Green Deal. Bene, quindi, per quanto già avvenuto, ma noi chiediamo anche risposte più forti a livello europeo, a partire dalle proroghe alle deroghe ai limiti degli aiuti di Stato. Inoltre, quelle misure a medio termine, di cui si parla nella risoluzione del Consiglio europeo, si devono tradurre in uno strumento forte e nuovo a sostegno della transizione energetica e della sicurezza alimentare europea e anche capace di rendere più rispondente al nuovo scenario la stessa PAC, che - tutti sappiamo - è stata scritta in un'altra epoca. Serve davvero un vero e proprio piano europeo per rafforzare l'autonomia alimentare dell'Unione europea e il suo ruolo nella cooperazione allo sviluppo, di cui si fa riferimento, appunto, nella stessa conclusione del Consiglio europeo.
Pensiamo anche, però, che il nostro Paese possa fare di più. La multifunzionalità dell'agricoltura è una ricchezza che va riconosciuta e sostenuta insieme agli sforzi del settore, per esempio per le agroenergie. Chiediamo anche uno sforzo per accrescere, se è possibile, quel cofinanziamento ai 50 milioni della riserva di crisi. Pensiamo che il reddito agricolo si sostiene se agli agricoltori viene riconosciuto il giusto prezzo e su questo noi chiediamo, Ministro, davvero uno sforzo anche di osservazione delle dinamiche discutibili degli aumenti dei prezzi. Ancora, noi pensiamo che occorra ragionare su una misura di intervento che riguarda la spesa delle famiglie a basso reddito (la Francia lo sta facendo). Dobbiamo garantire a tutte le famiglie l'accesso ai prodotti alimentari di prima necessità. Il Governo decida con quale strada, ma per noi è fondamentale questa misura.
In conclusione, Ministro, sappiamo che non tutto è nelle nostre mani, sappiamo che siamo di fronte a dinamiche complesse, ma sappiamo anche che i Governi dovranno confrontarsi sempre, d'ora in avanti, con la complessità. Nella storia del mondo, la guerra ha sempre generato povertà e fame. In un mondo globalizzato gli effetti possono essere devastanti e rendere ancora più squilibrati i sistemi alimentari, che oggi non sono né equi né sostenibili. Noi, però, qui siamo il Parlamento, lei ci rappresenta nel Governo e nei consessi internazionali; le chiediamo di rappresentare pienamente, in questo passaggio, la richiesta di lavorare affinché non un'azienda agricola e della pesca cessi la sua attività, non una famiglia debba rinunciare a un'alimentazione dignitosa. Noi pensiamo che si possa fare, e per questo siamo al suo fianco.