Data: 
Mercoledì, 22 Dicembre, 2021
Nome: 
Chiara Gribaudo

Presidente, Ministro, onorevoli colleghe e colleghi, intervenire oggi durante questa discussione è davvero doloroso, ma è nostro dovere ricordare Roberto Peretto, 52 anni, Marco Pozzetti, 54 anni, e Filippo Falotico, 20 anni, per stringerci al dolore dei loro cari (Applausi) e per tenere più alta l'attenzione su quanto sta accadendo nel nostro Paese. Sono morti tre operai, tre lavoratori, nel sabato prima di Natale; erano su una delle gru che ultimamente vediamo in gran numero nelle nostre città. Quella gru, per cause ancora da accertare, è crollata, e quel crollo è l'altra faccia della medaglia della crescita del PIL del nostro Paese, oramai oltre il 5 per cento, elogiata da tutti gli osservatori.

Per giorni abbiamo discusso di bonus da rinnovare o introdurre in legge di bilancio, convinti che da qualche incentivo possa passare larga parte della nostra ripresa, eppure quel crollo rischia di rappresentare la nostra incapacità di gestire la ripresa, di conciliare sviluppo e sicurezza, crescita economica e dignità del lavoro.

I dati INAIL rilevati al 31 ottobre di ciascun anno mostrano un aumento a livello nazionale degli infortuni sul lavoro, lei li ricordava, di 16 mila persone nei primi dieci mesi del 2021; e ancora dai dati sappiamo che al 18 dicembre del 2019, l'ultimo anno prima della pandemia, erano morte sulle impalcature 119 persone. Nella stessa data del 2021 sono morte 157 persone, un incremento del 32 per cento. La tragedia di Torino rischia di essere la fotografia più emblematica delle nostre strutturali fragilità e della nostra incapacità a superarle; non possiamo più permettere che le procedure dei massimi ribassi o dei subappalti consentano di deresponsabilizzare le aziende rispetto alle garanzie di sicurezza dovute ai lavoratori. Per non parlare dei vari contratti di lavoro di comodo, che vanno dai multiservizi ai florovivaisti, con i quali si è elude tutto il percorso professionalizzante e formativo legato alla sicurezza, e anche in questa occasione la ringrazio, Ministro, per le parole di chiarezza e di nettezza che ha usato in quest'Aula (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).

Questo non è più consentito! E allora, forse, colleghe colleghi, è tempo di chiederci anche quanti punti di PIL vale la vita delle lavoratrici e dei lavoratori nel nostro Paese, senza retorica e senza proclami altisonanti. Per agire consapevolmente dobbiamo avere chiara la fotografia degli infortuni del nostro Paese: dall'analisi territoriale anche di cui disponiamo, oltre a quello che è stato aggiunto, aumentano i casi mortali nel Mezzogiorno, nel Nordest e nel Centro, mentre dall'analisi per età sappiamo che gli aumenti si concentrano soprattutto nella fascia che va dai 40 ai 49 anni. Ma quello che deve allarmare tutti è che evidentemente, dove c'è stato un maggiore impulso per la ripresa post-pandemia, ci sono stati più decessi. E allora la sicurezza sui luoghi di lavoro non può più essere considerata un insieme di documentazioni da tenere in ordine.

Non possiamo consentire che chiedere più controlli o più ispettori sia considerato un oltraggio a chi fa impresa. Lo dico perché un anno fa la sottoscritta aveva chiesto 10 mila ispettori del lavoro e c'era stato un attacco vergognoso a chi si era esposto su questi argomenti. Non è consentito, e la ringrazio, Ministro (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), perché lei, da quando è arrivato, anche con le risorse del PNRR, ha messo in campo, oggi ci ha ricordato a che punto stiamo con le assunzioni, ma la strada giusta è stata intrapresa perché, se non ci sono gli ispettori, poi possiamo parlare di tutta la comunicazione che si vuole, ma, se non c'è la verifica, non ci sono i controlli, non ci sono le parole, non ci sono le situazioni veramente da andare a chiarire. E con le persone si fa, perché la sicurezza del lavoro è un bene pubblico e servono risorse e apparati pubblici per tutelarlo. Le imprese hanno bisogno dell'aiuto e della collaborazione di professionisti pubblici della sicurezza per essere sicure di come applicare i protocolli; senza questa collaborazione il far west dei diritti, far west che fa pagare il costo ai lavoratori più deboli e precari, e che svantaggia la stragrande maggioranza delle imprese che investono sulla sicurezza dei propri dipendenti, innescando una concorrenza sleale.

Un anno fa - è già stato ricordato dai colleghi che hanno parlato prima di me - la Commissione lavoro aveva prodotto un'indagine conoscitiva sui sistemi di vigilanza; aveva suggerito un'azione strategica finalizzata non solo alla repressione dei comportamenti illeciti, ma anche alla promozione di un sistema produttivo capace di competere sulla qualità del processo e del prodotto piuttosto che sulla riduzione del costo del lavoro. Senza questa consapevolezza, le sfide del PNRR perderebbero di senso. Per raggiungere risultati ambiziosi dobbiamo intervenire su più aspetti, a partire dal superamento di una visione burocratica e giudiziaria della sicurezza sul lavoro. Non possiamo puntare solo sui controlli formali, sui documenti e sulle sanzioni a posteriori. E allora credo sia urgente agire su quattro leve, di cui anche lei ha parlato, Ministro, che possono avere efficacia per prevenire incidenti, infortuni e decessi. La prima è sburocratizzare le procedure di denuncia delle situazioni più rischiose: nei casi in cui il lavoratore o loro rappresentanti registrino situazioni di pericolo, frode, dolo, devono poter utilizzare una App, un numero, il 911 di pronto intervento. Questo consentirebbe di attivare le procedure di controllo in maniera più celere e prevenire eventuali incidenti.

La seconda è sanare l'insufficienza degli ispettori attraverso la definizione di un piano strategico pluriennale, per far sì che l'INL, l'INPS e l'INAIL, nelle materie di loro competenza e nelle funzioni ispettive a loro attribuite, sotto il coordinamento e con la formazione dell'INL, siano in grado di affrontare i processi di trasformazione dell'apparato produttivo del Paese in chiave ecologica, dell'economia circolare e dell'innovazione digitale.

Con il nuovo piano di assunzioni, appunto, lei sta facendo un grande lavoro, ma abbiamo bisogno di aggiungere nuove competenze tecniche. Ci stiamo muovendo nella direzione giusta e dobbiamo investire ulteriori risorse per rafforzare il coordinamento.

La terza: utilizzare gli strumenti introdotti per la modernizzazione della pubblica amministrazione, cloud computing e open data, per far sì che gli enti preposti a vigilanza e controllo della sicurezza possano utilizzare le tecnologie più avanzate per avere una fotografia tempestiva del contesto lavorativo ed eventualmente prevenire frodi, illeciti e, soprattutto, incidenti.

La quarta: investire, ovviamente, su formazione e prevenzione; ciò che è stato da lei ricordato è molto importante e bisogna sostenere le aziende che investono in sicurezza; tra i tanti bonus, forse, dovremmo ragionare di metterne uno per gli investimenti in macchinari sicuri. Ovviamente, a Roberto, a Marco, a Filippo e anche all'ultimo operaio che è mancato ieri, non dobbiamo soltanto un minuto di silenzio e un cordoglio in quest'Aula, per quanto ovviamente doveroso, nello stringerci ancora una volta attorno al dolore dei loro familiari, ma, appunto, andare avanti nella direzione che lei Ministro ha tracciato con chiarezza. La ringrazio, perché serviva questo coraggio e questa capacità di visione e di impostazione, perché senza sicurezza, colleghe e colleghi, non c'è dignità del lavoro e senza dignità del lavoro non ci sarà assolutamente il futuro che tutti noi vogliamo (Applausi dei deputati dei gruppi Partito Democratico e MoVimento 5 Stelle).