Signor Presidente, anche il nostro gruppo si unisce alle espressioni di cordoglio che hanno espresso il Ministro, il Presidente del Consiglio e tutto il Paese. Ci uniamo soprattutto nel manifestare un sentimento di gratitudine per Luca Attanasio, per Vittorio Iacovacci e per coloro che, in nome del nostro Paese, con la divisa o da civili, come i diplomatici, rappresentano ogni giorno lo sforzo, l'impegno straordinario per assicurare pace e sicurezza ad un mondo che è attraversato da conflitti e da guerre in troppe aree di questo pianeta. Da Kindu a Goma, sono oltre 200 i militari e i civili italiani che hanno perso la vita in missioni di pace. Sono 200 uomini e donne che hanno impegnato la loro vita per far sì che questo mondo fosse più sicuro e ci richiamano ad un dovere che è il dovere di lottare per la sicurezza. E questo impegno è un impegno comune: sempre di più la sicurezza è una responsabilità che richiama l'impegno di ogni nazione e di ogni Paese. L'Italia, giustamente, è tra i Paesi maggior contributori delle missioni di pace e di sicurezza che le Nazioni Unite e le altre istituzioni internazionali promuovono nel mondo, perché nel mondo globale e interdipendente di oggi ogni conflitto, anche quello che si svolge a migliaia di chilometri da noi, in realtà ci riguarda, investe la nostra sicurezza e la prosperità del mondo in cui viviamo. Ma quel che è accaduto - come richiamava il Ministro - ci ammonisce anche ad un'altra considerazione e cioè a non essere distratti verso quello che accade in un grande continente come l'Africa. Lì si concentrano conflitti, sottosviluppo, criticità ambientali drammatiche e flussi migratori imponenti; ma quel continente è anche un continente denso di risorse, di possibilità e di potenzialità. Il tema è come si affrontano le criticità e come si valorizzano le opportunità, partendo da un dato che, spesso, noi dimentichiamo: il dato demografico. In quel continente vivono un miliardo e 300 milioni di persone oggi; tra ottant'anni, che è domani, saranno 4 miliardi, sugli 11 miliardi della popolazione del mondo. Il 50 per cento di coloro che oggi vivono in Africa ha meno di 35 anni; i nuclei familiari sono mediamente composti da 5-6 persone. Sono cifre impressionanti, che ci dicono quanto il futuro del pianeta sarà determinato da quello che accadrà in un continente dove vivranno 4 miliardi di persone, cioè il 40 per cento della popolazione del mondo, e nessuna persona di buon senso può pensare che il destino di 4 miliardi di persone possa essere affidato soltanto a flussi migratori. Il tema è come si creano condizioni di vita, di sviluppo, di futuro dignitose in quel continente e come si offre a quei 4 miliardi di persone la possibilità di guardare alla propria vita e alla vita dei propri figli con speranza e non con disperazione. È una responsabilità che riguarda l'intera comunità internazionale ma riguarda soprattutto noi, l'Europa, perché il continente africano ci è prossimo, ci è vicino e ogni cosa che accade in quel continente - lo dimostra anche la tragedia di queste ore - ci riguarda e ci investe. C'è dunque una nostra responsabilità, la responsabilità di chi ha il dovere di agire perché con la politica, con l'economia, con la cooperazione si offrano a quel continente e ai suoi Paesi delle opportunità e delle occasioni per poter vivere in condizioni di sicurezza e di prosperità. Lei, signor Ministro, ha richiamato giustamente un'iniziativa che la Farnesina ha assunto nei mesi scorsi e, cioè, fare del 2021 l'anno di lancio di un partenariato tra l'Italia e l'Africa. È una decisione saggia e lungimirante. Quello che io credo si debba fare è rendere consapevole l'intera società italiana di questa scelta. Credo che nessun italiano, salvo i pochissimi addetti ai lavori, sappia che l'Italia è oggi il terzo partner dell'Unione europea per investimenti in Africa. Credo che nessun italiano sappia che siamo il primo partner economico e commerciale di un Paese come il Mozambico, che si trova in un'area non lontana da Goma e dai territori in cui si sono manifestate le tragiche vicende di queste ore. Rendere consapevole la società italiana che l'Africa non è un continente lontano, che l'Africa non è un continente che si caratterizza soltanto per criticità, che l'Africa non è un continente da cui volgere lo sguardo perché denso di problemi, ma che invece l'Africa è un continente che può offrire occasioni, opportunità, potenzialità; ma dipende da noi e dalla nostra capacità e determinazione coglierle, valorizzarle e offrire, a chi le vive, delle condizioni diverse da quelle che conosce oggi. Questa deve essere una priorità della nostra agenda, dell'agenda della politica estera - e lo è -, ma non soltanto della politica estera, una priorità di azione della società italiana, che quando pensa agli investimenti, che quando pensa agli scambi commerciali, che quando pensa allo sviluppo della cooperazione, che quando pensa alla promozione delle relazioni culturali, assume l'Africa come una priorità e un continente verso il quale rivolgere risorse e iniziative. È questo - io credo - il modo migliore per onorare in modo non formale Luca Attanasio e Vittorio Iacovacci. Il loro sacrificio fa anche giustizia di molti luoghi comuni che spesso nella vulgata vengono diffusi, come per esempio che appunto l'azione diplomatica si risolva sostanzialmente in un'attività comoda e che si esprima soprattutto nel partecipare a riunioni o a ricevimenti. No, l'attività diplomatica è diventata sempre di più un'attività strategica della proiezione italiana nel mondo e chi viene investito di quella responsabilità opera in prima linea, esponendosi a rischi drammatici come quelli che hanno portato alla morte di Luca Attanasio, ma anche, laddove non si manifestano queste criticità, la nostra diplomazia opera tutti i giorni con competenza, con dedizione, con fatica e, se oggi l'Italia è un Paese che nel mondo ha rilievo, rispetto, relazioni e forza lo si deve in buona misura a chi ci rappresenta ogni giorno in prima linea anche in territori lontani. Sono questi i sentimenti con cui noi rivolgiamo infine un ultimo ancora grato pensiero a Vittorio Iacovacci, a Luca Attanasio e a tutti coloro che, rappresentando il nostro Paese (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico e di deputati dei gruppi MoVimento 5 Stelle, Lega-Salvini Premier e Forza Italia-Berlusconi Presidente), si sono esposti a rischi drammatici e hanno messo in discussione la propria vita e il futuro della propria famiglia e dei propri figli per un mondo che sia un mondo di pace, di prosperità, libero da guerre, libero da sopraffazioni e libero da conflitti.
Data:
Mercoledì, 24 Febbraio, 2021
Nome:
Piero Fassino