Data: 
Giovedì, 1 Dicembre, 2022
Nome: 
Chiara Braga

Presidente, gentile Ministro, care colleghe e cari colleghi, approfitto anche io di questa occasione per rinnovare il cordoglio del gruppo del Partito Democratico alle vittime della tragedia di Ischia e il nostro ringraziamento ai soccorritori, alla Protezione civile, ai Vigili del fuoco, ai volontari e a tutte le istituzioni ancora impegnate, in queste ore, nelle ricerche dei dispersi e nel tentativo di portare soccorso a un'isola così ferita dagli avvenimenti dei giorni scorsi.

Non serviva la vicenda di Ischia per scoprire che l'Italia è un Paese così fragile dal punto di vista idrogeologico, segnato dal consumo di suolo e dall'abusivismo edilizio, in cui i cambiamenti climatici impattano in maniera ormai drammatica sulle nostre vite, generando rischi, danni, distruzione, che fino a poco tempo fa pensavamo impossibili.

Da gennaio a luglio di quest'anno si sono registrati in Italia 132 eventi climatici estremi, il numero più alto della media dell'ultimo decennio. E questo è solo uno dei dati che ci spingono a ricordare come occorra accelerare il nostro sforzo per contrastare l'effetto dei cambiamenti climatici, adottare politiche di messa in sicurezza del territorio e contrastare le pratiche di uso dissennato del suolo, dotando finalmente il nostro Paese di una legge nazionale che fermi il consumo di suolo.

Lei, Ministro, ha fornito un'informativa dettagliata di quanto avvenuto e di questo la ringraziamo; il Governo ha giustamente dichiarato lo stato di emergenza e si è impegnato a intervenire con alcune prime risorse per aiutare la popolazione di Ischia; dall'opposizione, verificheremo e sosterremo le scelte che verranno fatte in quella direzione, ma incalzeremo anche il Governo a fare tutto quello che serve per Ischia e per gli altri territori, per ultime le Marche, colpite dalle recenti calamità, senza fare figli e figliastri.

Chiediamo di agire per rafforzare la prevenzione del dissesto idrogeologico, evitando di indirizzare le risorse a investimenti inutili o dannosi. Diamo subito un primo segnale unitario in questa legge di bilancio, lo chiediamo al suo Governo, lo chiediamo alla maggioranza e a tutte le forze politiche: destiniamo le risorse disponibili per il Parlamento a finanziare e sostenere gli investimenti contro il dissesto idrogeologico, evitando di disperderle in mille rivoli. E, poi, vigileremo anche, Ministro, affinché non siano più promossi, sotto nessuna forma o qualsiasi dicitura, condoni edilizi in questo Paese. Lei ha destinato pochissime e vaghe parole del suo intervento a questo tema; lo capisco, la sua maggioranza è quella che, fino a qualche settimana fa, anche nell'ultima campagna elettorale, tappezzava molti dei territori oggi colpiti in maniera drammatica nella stessa provincia di Napoli di manifesti, promettendo il condono subito; capisco il vostro imbarazzo, ma di fronte a questa situazione che, dal nostro punto di vista, è legata alla fragilità di tutto il territorio nazionale, non solo di quello di Ischia, c'è bisogno di chiarezza e di fermezza.

Noi lo abbiamo fatto, contrastando anche l'ultima scelta del 2018, che fu una scelta dannosa e sbagliata, quella del condono di Ischia. In Parlamento, il Partito Democratico, insieme alle altre opposizioni di centrosinistra e alle tante voci dell'ambientalismo, contrastò duramente quella norma, inserita in maniera surrettizia nel decreto Genova. Lo voglio ricordare, anche con il fastidio di qualche collega che sento rumoreggiare; quella norma prevedeva di applicare, in relazione alla ricostruzione post sisma, avvenuta per il terremoto di Ischia dell'anno precedente, a migliaia di pratiche non concluse di sanatoria, le norme del primo condono edilizio, quello del 1985, quello a maglie più larghe, norme che agivano proprio su uno dei contesti più fragili del nostro Paese, segnato dalla piaga dell'abusivismo edilizio, irrisolta da decenni. L'effetto fu quello di applicare proprio a Ischia il condono più permissivo di sempre e, di fatto, il blocco totale di tutti gli abbattimenti, anche dove sussisteva un alto rischio idrogeologico.

Quella scelta fu contrastata da alcuni, fu sostenuta da altri, questi sono i fatti, come anche da Fratelli d'Italia che votò a favore di quel provvedimento

Però, occorre anche dire che quella fu l'ultima pagina di una storia buia nel nostro Paese, che vide altri condoni: tutti portano la firma di una precisa parte politica, quella che oggi ha la responsabilità di Governo; non voglio enunciare e ricordare i condoni del 1985, quelli dei Governi Berlusconi.

Oggi c'è bisogno di essere molto chiari su questo punto, quanto lo siamo nel dire che, per contrastare le pratiche di abusivismo edilizio, serve la capacità di dare tutti gli strumenti ai sindaci e ai prefetti per operare ed effettuare effettivamente gli abbattimenti.

Nel 2013 fu il Governo del Partito Democratico, con il Ministro Orlando, a istituire il fondo per gli abbattimenti. Serve rendere quelle misure cogenti, dare ai sindaci e ai prefetti gli strumenti per fare finalmente gli abbattimenti, perché, Ministro, lei oggi è stato così vago nel parlare di questi temi e io credo che lo abbia fatto anche perché, forse, ha avuto qualche remora a riportare in quest'Aula le sue parole che abbiamo sentito nei giorni scorsi, quando ha parlato di abusivismo leggero, di abusivismo di necessità, come se esistesse un abusivismo che fa meno danni alla vita e alle persone.

Esistono già norme che consentono di sanare abusi minori; quella che non può essere accettata è un'ambiguità che, ancora oggi, noi abbiamo sentito dalle sue parole. E il fatto ancora più grave è che lei, Ministro, non è un osservatore della Protezione civile, lei è il Ministro della Protezione civile; questo Governo ha scelto di dare a lei questa delega, una delega da sempre assegnata alla figura istituzionale più alta, al Presidente del Consiglio.

Oggi le sue parole ci hanno lasciato molto insoddisfatti sia rispetto alle azioni che intende mettere in campo per fronteggiare e rafforzare il sistema della Protezione civile - registriamo anche una certa confusione in alcune sue dichiarazioni e anche nel suo operato, perché la fatica con cui si è arrivati dopo giorni ad identificare e ad incaricare la figura del commissario straordinario di Protezione civile denota, probabilmente, una sua non piena conoscenza delle norme che regolano il funzionamento della macchina di cui dovrebbe essere responsabile - sia perché ha fatto una certa confusione.

Il Piano di adattamento ai cambiamenti climatici, che non va rivisto, va approvato e attuato rapidamente, non è il Piano di rischio di questo Paese. Esistono altri strumenti, esistono le autorità di distretto, esiste la prevenzione del rischio idrogeologico e, sicuramente, noi siamo favorevoli e sosterremo tutte le scelte per aumentare le risorse destinate alla prevenzione del rischio, migliorare l'operatività degli enti locali, delle autorità di distretto, realizzare gli interventi più urgenti, ma contrastare i cambiamenti climatici e i loro effetti con un Piano di adattamento è cosa diversa.

E, poi, le chiediamo un impegno, anche a nome del Governo; se questa è davvero una priorità, abbiamo una possibilità immediata: sosteniamo da subito una norma che consenta di sbloccare, come ha proposto il Partito Democratico, le procedure ancora troppo lunghe, quelle degli espropri, quelle degli interventi di valutazione ambientale, anche per le opere di messa in sicurezza del territorio. Rendiamo quelle le vere opere di preminente interesse nazionale e adottiamo, finalmente, una legge contro il consumo di suolo, che possa fermare delle pratiche che aumentano la fragilità del nostro territorio.

Su questi punti, noi, Presidente, Ministro - concludo - saremo pronti a dare il nostro contributo e a lavorare, ma anche a contrastare, con tutta la fermezza e la nettezza che servono, l'ambiguità che, anche oggi, abbiamo sentito nelle sue parole e che tradisce e, soprattutto, un territorio che, invece, ha bisogno di chiarezza, di sostegno e di fermezza da parte di questo Governo.