Grazie, Presidente. Signor Ministro, stasera il tono era diverso rispetto a qualche uscita delle ultime settimane, più prudente, e questo la riappacifica con la sua tradizione. A maggio, lei ha annunciato la relazione semestrale sul PNRR. Noi ci auguriamo sia precisa e puntuale, appunto, come le due relazioni precedenti, ma il Parlamento aveva chiesto con insistenza un'informativa di fronte allo stillicidio di notizie che hanno punteggiato le polemiche di queste settimane, con la sospensione della terza rata da parte della Commissione.
Tra l'altro, anche questa vicenda dei Fondi strutturali e dei Fondi per lo sviluppo e la coesione aveva avuto modo, nella mia precedente esperienza, il 15 dicembre del 2021, di anticipare formalmente lo scarso utilizzo dei fondi europei per il sessennio, non sono cose nuove. Anche per questo il PNRR non può seguire le modalità d'uso dei fondi di coesione. Però mi viene da ricordare che su questo tema delle regioni forse un po' di raccordo più preciso ci deve essere, perché ho visto che le è stata inviata una lettera dal presidente Massimiliano Fedriga che evidenzia una serie di critiche.
Voglio ricordarle che, quando ero segretario del CIPESS, negli ultimi giorni prima della caduta del Governo, e quindi non era stato possibile fare nulla, erano già pronte le carte che adesso il presidente Fedriga richiede abbiano una loro conferma, che è il riparto del Fondo di sviluppo e coesione per il periodo 2021-2027. Il CIPESS non l'ho potuto convocare perché eravamo in campagna elettorale. Chissà cosa sarebbe successo se, avendolo convocato per fare questo riparto, fossero poi nate delle polemiche. Non avevamo bisogno certo di aggiungere polemiche a polemiche, però voglio segnalare il fatto che questo tema dei fondi strutturali e del rapporto con le regioni incide molto sulla questione del PNRR.
Vorrei che lei non facesse confusione, ho letto da qualche parte che lei intenderebbe spostare sul Fondo di coesione alcuni progetti: la considero un'iniziativa molto discutibile e forse impraticabile. Noi oggi avremmo voluto capirne di più sul punto specifico, ad esempio sulle case della salute si va avanti o ci si ferma? E come si comporta il Governo sul REPowerEU? Non basta il tavolo con le controllate del settore, faccia un tavolo con il Parlamento, ho visto che nelle ultime parole lei ne ha fatto cenno. Sarebbe bene che si facesse così, ma non perché siamo l'opposizione dobbiamo dire questo perché è scontato.
Sono un tifoso del ruolo del Parlamento, e quindi non posso non pensare che le iniziative che lei intenderà assumere passino da qui. E poi i fondi del PNRR si usano tutti o, come ha detto qualcuno, si rinuncia a una parte dei fondi richiesti a prestito? Perché abbiamo sentito molte parole in libertà, e questo ha portato delle conseguenze. E poi la salvaguardia del 40 per cento dei fondi al Sud. Ricordo che il Sud, e lei è un Ministro che viene da quelle parti, con i giovani e le donne era uno dei tre obiettivi fissati dal Next Generation EU per il PNRR italiano.
Non si può sentire qualche voce del Nord che dice “dateli a noi che li sappiamo spendere”. L'esperienza sull'uso dei fondi strutturali dice che nessuno è in grado di salire in cattedra, purtroppo. Quindi non si confonda la storia dell'utilizzo dei fondi strutturali con la realizzazione del PNRR. Dove sono avvenute delle confusioni in questi mesi? Il Presidente Meloni ha avuto il passaggio di consegne ormai più di 6 mesi fa. Ci sono stati errori nella comunicazione, che lei oggi in parte ha corretto. Ad esempio, sul mutamento della governance non c'entra la Corte dei conti.
È parso forse più legato agli equilibri interni, perché questo ha generato una confusione nella duplicazione del coordinamento tra MEF e Palazzo Chigi. Prima il MEF era la struttura portante, il MEF è un Ministero con i fiocchi, e il coordinamento, ma molto leggero, era a Palazzo Chigi. Con la modifica che lei ha introdotto sembra che ci sia un coordinamento forte, ma, se stiamo parlando adesso di un'unità di missione, quanto si impiega a mettere in campo un'unità di missione e farla lavorare. Ora questa duplicazione ha creato una serie di confusioni che sarebbe stato meglio evitare.
E poi l'incertezza sul cammino delle riforme, in particolare quella sulla concorrenza, con l'ambigua doppiezza sui balneari. Voglio ricordare che le riforme non è che le dobbiamo fare perché le abbiamo concordate con l'Europa, avremmo dovuto farle da tempo non perché c'è l'Europa che ce le chiede, ma fare i furbi sul punto non ci conviene proprio. L'incertezza sul cammino delle riforme, il fisco che litiga con la progressività.
E il codice degli appalti, che Salvini si è attribuito con un fuor d'opera, dopo avere introdotto alcune modifiche che hanno creato perplessità, che poi erano modifiche introdotte al testo predisposto dai magistrati del Consiglio di Stato. Quindi è inutile intestarsi, era giusto farlo, quell'incarico era venuto dal Governo precedente. Il difficile rapporto con l'Europa è reso plastico con la mancata ratifica del MES, che blocca, in una fase delicata del sistema, lo stesso completamento dell'unione bancaria. Ma perché dobbiamo metterci a litigare anche quando non serve, posto che il sistema bancario italiano sembra addirittura più solido in questa fase di quello tedesco?
Allora perché dobbiamo aspettare? Perché non facciamo la ratifica del MES e non ci mettiamo dalla parte della ragione, visto che adesso, tra un po', è già cominciato, c'è il rush finale sul tema del Patto di stabilità? Allora, e concludo, il PNRR è costruito con una metodica e un timing molto diversi da quelli che hanno consentito all'Italia di fare un uso disinvolto dei fondi strutturali europei. Bisognerebbe uscire da quella stagione e inventarne una nuova. Lo scaricabarile sul Governo Draghi, e non voglio essere interpretato come un difensore del Presidente Draghi, è una tentazione che è riemersa in queste settimane ed era del tutto sbagliata, perché è parsa come un suicidio dell'Italia rispetto all'Europa, che considera ancora Draghi una riserva e un'opportunità straordinaria.
Quindi perché avviare delle polemiche di questa natura? Mi sembrano del tutto sbagliate, errate, ma si sono lette qua e là, e penso che siano irricevibili. La sottovalutazione - concludo davvero - nell'attuazione del PNRR danneggia la posizione dell'Italia in Europa. Ora che si dovranno ridiscutere le regole del Patto di stabilità, mi vengono ancora in mente le polemiche che ci sono state all'atto dell'emanazione del Next Generation EU. I Paesi frugali dicevano che quella sarebbe stata un'eccezione, mentre noi immaginiamo, avendo in testa un'Europa federale, che il bilancio dell'Europa debba somigliare un po' di più al bilancio di un Paese federale, come gli Stati Uniti d'America.
Il nostro bilancio è l'1 per cento del nostro PIL, il bilancio americano è il 20 per cento del suo PIL. Ora un punto di equilibrio bisogna trovarlo, e non si può pensare che il Next Generation EU sia un'eccezione, ma, per diventare la regola, l'Italia deve dimostrare che lo sa utilizzare fino in fondo, non è possibile avere delle scorciatoie.