Data: 
Mercoledì, 24 Maggio, 2023
Nome: 
Chiara Braga

Signor Presidente, signor Ministro, onorevoli colleghi e colleghe, voglio ribadire anche oggi la vicinanza del gruppo del Partito Democratico ai familiari delle 15 vittime, alla popolazione dell'Emilia-Romagna e agli altri territori, in misura minore delle Marche e della Toscana, colpiti così pesantemente dalle alluvioni di questi giorni.

Mi riferisco alle sue parole, Ministro, che ho condiviso: quello che è avvenuto in queste ultime settimane, in particolare in Emilia-Romagna, è un evento del tutto eccezionale. Ha citato lei i dati, non li voglio ribadire, ma il fatto che abbia piovuto più di 80 ore in 2 settimane e si sia riversata una quantità di acqua in così poco tempo, pari a quella che normalmente si verifica in 6-8 mesi, ci dà la dimensione e la portata dell'evento che si è abbattuto sul territorio: 23 fiumi esondati, un Appennino bombardato dalle frane, è stato detto, 305 le più grosse e moltissime ancora in fase di assestamento, che lasceranno il loro strascico nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, ridisegnando, sconvolgendo un assetto morfologico del territorio; città che, solo grazie alla generosità e alla capacità di intervento delle donne e degli uomini della Protezione Civile, dei volontari, delle Forze dell'ordine, degli amministratori, che hanno saputo assumersi responsabilità anche difficili, hanno evitato il peggio. A loro va tutto il nostro ringraziamento, la nostra vicinanza e il massimo della responsabilità con cui ci vogliamo relazionare al Governo e alle altre forze in Parlamento nell'affrontare questi temi.

Sappiamo che l'emergenza è ancora in corso: ci sono ancora 20.000 persone sfollate, strade e infrastrutture, come bene lei ha detto, ancora interrotte, che isolano parti intere del nostro territorio, dei territori, perché, anche quando parliamo di Emilia-Romagna, in questo caso, dobbiamo sapere che dentro questa emergenza ci sono tanti territori diversi, con peculiarità e criticità diversificate, ed è fondamentale riuscire a far sentire la vicinanza dello Stato e delle istituzioni ai cittadini e agli amministratori impegnati in prima linea.

Quello che è avvenuto in questi giorni ha chiamato tutti noi a una reazione di responsabilità. Noi registriamo con favore i primi provvedimenti assunti dal Governo, con il decreto-legge varato, che ha accolto molte sollecitazioni e indicazioni che anche dal territorio dell'Emilia-Romagna sono venute da parte del presidente della regione, dai rappresentanti del mondo economico e sociale riuniti per il Patto per il lavoro e per il clima. Ci auguriamo, ovviamente, che ci sia altrettanta risposta anche per quei territori che ancora stanno terminando la conta dei danni, sui quali sarà necessario dare un riscontro nelle prossime settimane.

Quello che c'è nel decreto è una prima risposta molto importante - lo ha detto lei -, vi sono le prime misure fondamentali, con lo stanziamento di 2 miliardi e il rifinanziamento di 200 milioni del Fondo per le emergenze nazionali, appunto per alcune prime misure fondamentali, gli interventi di somma urgenza, sapendo che quanto è stato stanziato non sarà sufficiente neanche per dare un ritorno e un ristoro adeguato alle tante famiglie, ai privati, alle aziende, che hanno perso tutto e che meritano di avere una risposta adeguata, alla portata dell'evento che si è verificato, con una misura unica di sostegno.

Lavoreremo su questo decreto, ci impegneremo, in Parlamento, per cercare di corrispondere alla richiesta di aiuto e di vicinanza che viene dai territori e lo faremo anche cercando di affrontare in maniera adeguata il tema che lei, oggi, ha solo accennato. Giustamente, siamo ancora nella fase della gestione dell'emergenza, ma, mai come in questa occasione, per questa calamità, per questo evento eccezionale, è fondamentale pensare e costruire insieme le risposte all'emergenza e alla ricostruzione. È fondamentale che ci sia piena continuità nell'accompagnamento di queste risposte. L'Emilia-Romagna è una terra che ha già dato prova di saperlo fare: l'esperienza del sisma del 2012 è positiva, per una serie di ragioni, legate anche al fatto che c'è stata la capacità di pensare che, mentre ancora si rimuove il fango e si rimettono in piedi le condizioni minime di vita nelle comunità, è fondamentale riuscire anche a pensare a come ricostruire strade, infrastrutture di collegamento, mettere in sicurezza il territorio, aiutare le imprese e le attività economiche a ripartire. Serve continuità, conoscenza, operatività immediata e siamo sicuri che in questa scelta, quella che il Governo sarà chiamato a fare anche nell'individuare il Commissario per la ricostruzione, si terrà conto dell'esperienza virtuosa e positiva dell'Emilia-Romagna nel 2012. Un'esperienza che, voglio sottolineare, ha un valore: capire l'importanza di costruire un'alleanza e una valorizzazione della filiera istituzionale del territorio, perché ciò è fondamentale non solo per ricostruire le città, i paesi, le strade, le infrastrutture, ma anche per ricostruire quel senso di coesione sociale e di visione di sviluppo del futuro che, mai come in questa eccezionale calamità, è necessario avere in mente fin dall'inizio.

È un'emergenza che, più delle altre, ha stravolto, ha cambiato un territorio: è importante, fondamentale che ci sia questa visione unitaria nel passaggio dall'emergenza alla ricostruzione, perché non ci sarà, ripeto, soltanto da costruire e ricostruire case, capannoni, infrastrutture, ma anche da costruire e rilanciare l'idea di uno sviluppo di una regione così importante e così centrale anche per la crescita del nostro Paese.

Però, sappiamo che quello che è avvenuto, Presidente, non è il frutto di un evento che possiamo definire solo come un caso, perché, naturalmente, quello che è successo è dentro una dinamica, un sistema di eventi eccezionali causati dall'emergenza climatica. L'unico appunto che mi sento di fare al suo intervento, Ministro, è questo: mi sarei aspettata più attenzione, più capacità di riconoscere come quello che è avvenuto sia il frutto di un cambiamento e di una crisi climatica che dobbiamo affrontare con tutta la determinazione e l'urgenza che servono. La messa in sicurezza del territorio, di cui lei ha parlato, la prevenzione del rischio idrogeologico, la capacità di affrontare anche nodi irrisolti nella programmazione, nella capacità di spesa e di investimento ci vede d'accordo e saremo pronti a lavorare insieme.

Ma servono anche chiarezza e nettezza rispetto ad alcune posizioni inaccettabili, che ancora abbiamo sentito in questi giorni, di chi nega l'emergenza climatica e di chi cerca di scaricare su altre cause la drammaticità e l'eccezionalità di quello che è avvenuto.

Serve continuare nell'opera di messa in sicurezza del territorio e l'Emilia-Romagna l'ha fatto in questi anni. Lei ha citato delle cifre, cioè i 9 miliardi che sono non ancora spesi a livello nazionale. Ebbene, le ricordo che l'Emilia-Romagna in questi anni ha realizzato 4.500 interventi di riduzione del rischio idrogeologico, per un importo pari a più di un miliardo. Quindi, c'è un investimento che è stato messo in campo e che si sta realizzando. La regione ha fatto una scelta coraggiosa sul tema della riduzione del consumo di suolo approvando una legge già nel 2017. Queste azioni devono diventare una parte di impegno anche del Governo nazionale su alcuni fronti fondamentali: approvare rapidamente il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici ed attuarlo; approvare e adeguare il Piano nazionale integrato per l'energia e il clima (il Governo ha un compito entro giugno 2024); infine, finalmente una legge nazionale sul consumo di suolo.

Capisco che sorridete, ma sappiate che una parte della vostra maggioranza l'ha tenuta in ostaggio per due legislature e oggi serve, invece, intervenire rapidamente e approvare una legge nazionale sul consumo di suolo che possa interrompere il rischio di nuovi episodi e vicende di questo genere.

Allora, la lotta alla crisi climatica - concludo, Presidente - è una questione di sicurezza nazionale, perché minaccia comunità, imprese e cittadini non domani ma già oggi, nel nostro tempo.

Lei lo ha detto chiaramente, con le sue parole, signor Ministro: la domanda non è se si ripresenterà ma quando. Ebbene, noi vogliamo essere pronti a lavorare per fare in modo che tutti gli strumenti possibili, comprese le risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza, possano essere messi in campo per aiutare la grande e più importante opera di cui ha bisogno il nostro Paese, una messa in sicurezza vera e una salvaguardia del territorio di fronte ai rischi climatici.