Grazie, grazie molte, Presidente. Grazie Ministro, per essere qui, per avere, come sempre, accolto con celerità la richiesta di venire in quest'Aula, cosa che rappresenta innanzitutto il riconoscimento del ruolo del Parlamento, dove tutto il popolo qui è rappresentato, dove la Repubblica dovrebbe trovare sintesi nei momenti più difficili.
Questo passaggio risponde anche ad un'esigenza, ad una volontà: quella di portare all'altezza giusta il dibattito dentro questo Paese. Purtroppo altezza che non abbiamo potuto sentire in tutti gli interventi, in cui forse anche un ripasso delle regole costituzionali nelle materie concorrenti potrebbe anche essere utile, e anche per la severità di questa seconda ondata epidemica, per le scelte che doverosamente sono state assunte e nella consapevolezza della piena necessità di cui abbiamo bisogno.
Guardate, è complicato trovare l'equilibrio giusto tra il porre in evidenza la condizione di gravità diffusa in tutte le regioni italiane e in Europa, evitando lo smarrimento, la paura, la sfiducia nei confronti del futuro, sapendo che è necessario intervenire ora, per fare quello che bene ci ha spiegato, raffreddare la curva epidemica con queste misure, che sono transitorie, e riportare il Paese in una condizione di sicurezza, ma sempre protetto, per affrontare l'uscita dalla crisi economica e della crisi sociale. Ancora una volta noi stiamo chiedendo uno sforzo enorme agli operatori sanitari, ai medici, agli infermieri, alle forze dell'ordine, ai volontari, a chi garantisce i servizi essenziali. Sulle loro spalle grava il più pesante fardello e le fatiche. È un patrimonio civile del Paese, fatto di donne e di uomini a cui va tutta la nostra riconoscenza, non retorica.
Vedete, colleghi, mettiamoci dalla parte dei cittadini che tutti i giorni sentono numeri sui contagi, sui posti letto occupati, sui nuovi record, sul numero dei decessi. Record che purtroppo spesso vengono anche smentiti da nuovi record del giorno dopo, come è avvenuto ieri in Francia e come è avvenuto per noi in Italia. Dietro ad ogni persona c'è una famiglia che porta con sé le sue preoccupazioni, per sé, per la sua famiglia e per la comunità in cui vive. Se noi riuscissimo ad uscire dall'idea di rappresentare l'Italia come se fosse una bella isola del Pacifico, ma rappresentarla pienamente in un contesto europeo di epicentro di questa pandemia, ancorché l'Italia non è nelle condizioni peggiori, vedremmo che non c'è un singolo Paese che non ha potuto resistere o saputo resistere alla seconda ondata. Non ritorno su quello che già il Ministro ci ha rappresentato, ma la Francia, Parigi, la Germania, i Paesi Bassi, la Spagna, il Belgio: similitudini nelle scelte e con la volontà di proteggere il lavoro e la scuola. Qualche differenza, ma tutti hanno deciso misure più restrittive, più dure e più intransigenti. Non possiamo avere l'incertezza, ci rimane solo il dovere di mettere in campo tutto ciò che serve per fermare il contagio.
Abbiamo chiesto, in quest'Aula, lunedì, al Premier Conte di parlare al Paese con parole di verità e coraggio nelle scelte, nelle decisioni, decisioni che sono state assunte senza preoccuparsi della propria popolarità, assumendosi un ruolo di guida non solitaria e con una leale collaborazione istituzionale su cui si fonda la nostra Costituzione. A noi interessa coltivare e ricercare quello spirito di unità repubblicana, che sembra essere una parola che cade nel vuoto ancora oggi, qui; impossibile da realizzare perché, nonostante tutto, noi pensiamo che vada continuamente perseguita, nonostante le riluttanze e i distinguo. Però, lo dico ai colleghi, in particolare ai colleghi dell'opposizione, non è che possiamo continuare a cadere nella pervicace ricerca di uno scontro tra i livelli istituzionali.
Abbiamo condiviso in quest'Aula gli indirizzi, abbiamo dato delle regole nazionali con l'ultimo DPCM, con limitazioni delle libertà e di alcune attività, anche per quanto riguarda la didattica a distanza, che sono state condivise con la Conferenza Stato-Regioni. Abbiamo deciso con la Conferenza Stato-Regioni i parametri e gli indicatori oggettivi sui quali tarare il livello di gravità per le singole regioni e le azioni da mettere in campo. Strumenti che le regioni hanno avvallato, facendo in modo di non dover attendere la conferenza stampa di turno e intervenire con celerità sulla base di dati scientifici e concreti, perché il fattore tempo non è una variabile indipendente.
Ma la leale collaborazione si basa anche sull'esercizio delle responsabilità: avere instillato il dubbio, coltivato l'idea politica che il Governo decide per premiare o penalizzare a seconda della provenienza politica di quel governatore, oltre ad essere smentito dai fatti, va ben oltre il duro confronto politico che si può avere. Non può essere la salute il tema sul quale ci dividiamo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Le decisioni di assumere i parametri di riferimento sono condivise e non possono essere smentite il giorno dopo dal sospetto di un uso arbitrario e punitivo. Sono stati chiesti giustamente dati di trasparenza; il Ministro ce li ha spiegati anche con un dettaglio che credo che possa aver sgombrato il campo di tutti. L'ordinanza quindi è stata redatta su questi dati e non poteva essere da meno che farlo sui dati della settimana scorsa, perché, cari colleghi e care colleghe, alcune regioni non sono nelle condizioni di poter fornire tutti i dati, e non c'è quindi la possibilità di avere dei dati aggiornati; e non lo si può fare sulla base del giorno prima, ma sulla base di una valutazione di un trend. Allora giocare al tiro al piattello, la parodia di chi sta giocando a tombola nel colorare le regioni, ha una scarsa redditività politica; magari ci fa crescere nei sondaggi per qualche giorno, ma, quando si avvelenano i pozzi, nessuno viene risparmiato sul greto del fiume e passa per tutta la classe politica, senza alcuna distinzione.
Noi chiediamo naturalmente, e lo abbiamo fatto, che soprattutto coloro che pagano più duramente, i garantiti e i non garantiti…le scelte che abbiamo deciso con questi ultimi atti sono state coperte dal “decreto Ristori” (Commenti di deputati del gruppo Fratelli d'Italia), ed è il prossimo atto che verrà in questi giorni. L'unità del Paese, come ha ricordato il nostro presidente Delrio, è un bene prezioso, e il monito del Presidente della Repubblica Mattarella è una guida per tutti. Siamo riusciti a tenere vivi alcuni settori, nonostante l'assenza del turismo internazionale. Metteremo tutte le energie, tutte le risorse che servono per tenere unito il Paese. Abbiamo chiesto di poter fare una legge di bilancio insieme, purché questa non sia oggetto di un uso strumentale.
Un'ultima consegna faccio al Ministro, e ho concluso: mi raccomando, a noi rimane sempre l'altro grande bene prezioso, che sono i nostri studenti e le nostre studentesse; a loro dobbiamo la massima attenzione e la possibilità di poter ritornare a vivere in condizioni di socialità. L'Italia può rinascere, l'Italia può tornare ad essere un Paese sicuro, l'Italia può crescere solo se decideremo di farlo tutti insieme.