Data: 
Martedì, 19 Ottobre, 2021
Nome: 
Debora Serracchiani

Signor Presidente, signora Ministra, colleghe e colleghi, desidero innanzitutto rivolgere un ringraziamento alle donne e agli uomini delle Forze dell'ordine che, ancora una volta, in questi giorni difficili, a Roma, a Milano e a Trieste stanno dando prova di elevata professionalità e assoluta dedizione. A nome del mio gruppo, le chiedo inoltre, signora Ministra, di far giungere agli agenti feriti gli auguri di un rapido ristabilimento. Desidero anche ribadire in quest'Aula, nel Parlamento della Repubblica, il nostro sdegno e la nostra condanna per l'assalto e la devastazione alla sede della CGIL, di chiara matrice fascista, ripeto, di chiara matrice fascista!

Un evento gravissimo e inquietante, che riporta alla nostra memoria gli anni bui e tragici che precedettero il Ventennio. Alla CGIL e al suo segretario, alle iscritte e agli iscritti rinnovo la nostra solidarietà e vicinanza, e voglio qui ricordare la risposta all'offesa fascista verso il mondo del lavoro offerta dalla bella, pacifica, partecipatissima Piazza San Giovanni di sabato. In quella piazza della democrazia, della libertà e dei valori costituzionali è stato un onore esserci. Lo dico con rispetto ai colleghi della destra: quella piazza non era elettorale, quella piazza non era di qualcuno. Quella piazza era dell'Italia e disertarla è stato un errore. La ringrazio, signora Ministra, per questa informativa circostanziata sugli incidenti verificatisi a Roma sabato 9 ottobre, su quelli successivi di Milano e Trieste e sulle linee di azione della gestione dell'ordine pubblico.

Questa relazione consente all'intero Parlamento di avere un quadro chiaro sui gravi fatti, e quindi di esprimersi in maniera approfondita e ponderata. Il mio auspicio è che almeno in questa occasione si superi la tentazione della propaganda e dell'uso strumentale degli avvenimenti a cui abbiamo assistito nei giorni scorsi, anche perché ormai i ballottaggi sono alle nostre spalle. Signor Presidente, è ancora più evidente, alla luce di quanto abbiamo oggi ascoltato, il disegno eversivo preordinato delle frange di Forza Nuova e delle altre sigle della galassia neofascista che miravano ad assaltare la sede del potere esecutivo, Palazzo Chigi, e la sede del potere legislativo, il Parlamento. Un quadro che definire allarmante è davvero dire poco. Ebbene, dinanzi a questo disegno, che oggi ci è stato descritto in maniera ancora più circostanziata, abbiamo ascoltato nei giorni scorsi, proprio in quest'Aula, una leader di partito accusare il Governo di mettere in atto una - cito testualmente - strategia della tensione.

Quindi, dobbiamo dedurne che non i gruppi neofascisti, ma nientemeno il Governo, cioè il Presidente Draghi, la Ministra Lamorgese – e, dobbiamo supporre, anche tutti o quasi tutti i Ministri - stanno tentando di danneggiare un partito e, accusa gravissima, stanno tentando di sovvertire l'ordine democratico.

Questo Governo è custode della democrazia e simili accuse vanno rigettate con la massima fermezza! Già era apparsa poco comprensibile, rispetto alle immagini dell'assalto, rispetto agli arresti effettuati, la riluttanza, da parte di Fratelli d'Italia e della sua leader, la collega Meloni, a riconoscere la matrice fascista all'origine degli incidenti di sabato, in particolare dell'irruzione nella sede della CGIL. Ma se era incomprensibile questa difficoltà, è stato inammissibile costruire la tesi di un complotto ordito contro la destra, sfruttando, addirittura manovrando, gli esponenti neofascisti all'opera sabato. Io credo che, anche nella foga delle campagne elettorali, dovremmo imparare, colleghi, a usare misura nelle parole, soprattutto quando si evocano tempi e stagioni segnati dal sangue, dalle stragi, dalle bombe, dalle piazze cosparse di cadaveri, dai treni sventrati. Dovremmo evitare di piegare la storia, soprattutto quella tragica e dolorosa di questo Paese, agli interessi di giornata e anche ricordare che i protagonisti di quei tempi, così inammissibilmente richiamati, sono stati i gruppi eversivi, neri e rossi, che usavano la violenza omicida per provare a distruggere la democrazia e le istituzioni democratiche.

Signor Presidente, signora Ministra, il Paese vive una fase assai delicata. Da un lato, i dati della ripresa economica, dei consumi delle famiglie, la fiducia degli imprenditori e, sebbene in misura non ancora soddisfacente, il recupero dei posti di lavoro persi con la pandemia, ci fanno guardare al futuro con una certa fiducia, dall'altro lato però, il disagio sociale causato da quasi due anni di sofferenze, di restrizioni, di preoccupazioni per la nostra salute e per quella dei nostri cari e un senso diffuso di precarietà e di smarrimento spinge aree, certo non maggioritarie, ma comunque presenti nella nostra società, a protestare e a manifestare nelle piazze, con rischio di infiltrazioni e manipolazioni proprio in quel malessere. Anzi, per quanto riguarda la diffusione di informazioni false o deformate sui social media possiamo dire che la manipolazione è già in atto. Condividiamo, dunque, l'amarezza per quella che il Presidente della Repubblica ha definito una deriva antiscientifica che si respira nel Paese, accompagnata da atti di violenza che sembrano quasi voler ostacolare la ripresa economica. È una fase, questa, che forse più che nei mesi passati impone a tutti responsabilità e capacità di procedere con saggezza e lungimiranza sulla strada del rigore e della gradualità, che ci ha permesso di fare passi in avanti sicuri per uscire dalla crisi e, in particolare, richiede a tutti parole e comportamenti che non mostrino alcuna ambiguità sul rilievo assoluto - e cito, assoluto - della campagna vaccinale come strumento per sconfiggere la pandemia.

È il vaccino, non il tampone che ci farà vincere questa drammatica battaglia! Perciò, signor Presidente, è il tempo dell'unità e della coesione, a cominciare dalla politica; ed è questo l'appello che mi sento di rivolgere, quest'oggi, da questi scranni. Unità non è cancellazione delle diversità, soprattutto tra chi è in maggioranza e chi è in opposizione, ma è sforzo comune di vincere, prima di tutto, la pandemia.

Signora Ministra, appare evidente che quanto avvenuto a partire dal pomeriggio di sabato 9 ottobre rappresenti un evento non omologabile a tutte le altre manifestazioni; è chiaro che la presenza delle frange neofasciste di Forza Nuova e di altri soggetti legati a quest'area, all'interno della manifestazione promossa dalle associazioni e dai cittadini contrari all'uso del green pass, ne ha radicalmente mutato natura e linea di svolgimento, rendendo inefficace la strategia di contenimento perseguita nella gestione dell'ordine pubblico. Apprezziamo che abbia riconosciuto che ci sono state delle sottovalutazioni e che ci siano state delle responsabilità. Per questi motivi, signora Ministra, siamo convinti che adotterà tutti i provvedimenti opportuni e necessari per evitare che ciò avvenga di nuovo.

Nei fatti successivi, di Milano e di Trieste, così come lei stessa ci ha descritto, la gestione dell'ordine pubblico, anche nei frangenti assai complessi e rischiosi come quelli che si sono verificati nel capoluogo lombardo per opera di appartenenti all'area anarchica, non ha registrato le criticità osservate sabato 9 ottobre a Roma. In particolare, per Trieste credo sia giusto esprimere apprezzamento per l'azione prudente, ma ferma, a tutela dei lavoratori portuali e dell'attività del porto che, ricordiamolo, è, per importanza, il settimo in Europa, il primo per traffico merci e la porta essenziale per l'intera economia italiana e davvero mi pare incomprensibile come colleghi della Lega e di Fratelli d'Italia abbiano potuto accusare proprio le Forze dell'ordine di comportamenti brutali verso i lavoratori.

In conclusione, la sua relazione, signora Ministra, ci ha fornito un quadro dell'accaduto e indicazioni sulle cose da fare che noi consideriamo positivamente. Nell'azione di contrasto e repressione di tutte le forme di violenza, come quelle accadute nel corso degli ultimi giorni, il Governo sappia di avere il sostegno pieno del Partito Democratico e siamo convinti - speriamo - di tutto il Parlamento. Un'unità che è fondata sulla consapevolezza che siamo immersi, da mesi, in un tempo tra i più difficili, dal punto di vista sociale, economico e produttivo, della nostra storia e che questa crisi, che non ha risparmiato nessuno, ha comunque aggravato squilibri e disparità.

Vogliamo, e dobbiamo, uscire da questa crisi con un Paese più forte, con un Paese più giusto, più moderno, più capace di proteggere le fasce e le aree più deboli. E questo non sarà possibile o, comunque, riuscirà più difficile senza una tensione unitaria, senza una volontà di coesione, di cooperazione tra tutte le forze, a cominciare da quelle politiche, che consenta di condividere ricette coraggiose e arrivare al più presto possibile all'uscita dalle difficoltà. Il Partito Democratico per questo c'è e Si impegnerà.