Data: 
Martedì, 26 Maggio, 2020
Nome: 
Gianluca Benamati

Grazie. Signora Presidente, non me ne vorrà la collega che mi ha preceduto se invece dico che noi crediamo alle parole del Ministro, che ringraziamo anche per aver esposto qui la situazione della siderurgia, che in Italia è qualcosa che va oltre l'Ilva di Taranto e non è solo nell'importanza del problema Ilva di Taranto. La siderurgia italiana non ha bisogno di avvocati in quest'Aula perché parlano i numeri che il Ministro ha dato per la siderurgia: 70 mila occupati diretti, più di 200 mila con gli indiretti, a cui si aggiunge l'indotto; 40 miliardi di fatturato l'anno scorso di cui il 34 per cento destinato all'esportazione; la seconda siderurgia europea e la decima-undicesima, a seconda dell'annualità, mondiale, ma la prima siderurgia europea nel forno elettrico e nel recupero del rottame, quel recupero che è ambientalmente corretto ed è un ottimo esempio di economia circolare, che sussiste perché l'acciaio è un materiale permanente, che non perde mai le sue proprietà.

Allora, è una siderurgia che ha ancora un ciclo integrale a Taranto, che noi vogliamo difendere, che ha lavorazioni per acciai speciali a Terni e che ha, in una filiera del forno elettrico, una serie di distretti, che sono spina dorsale di quel settore dell'economia italiana. Brescia, Vicenza, Mantova, Cremona, Udine: ci sono grandi aziende italiane. Infatti, noi siamo abituati ai grandi nomi Jindal, ArcelorMittal, Thyssenkrupp, che non hanno nulla da invidiare, se non nelle dimensioni, a questi. Potrei dire Arvedi, potrei dire Duferco, potrei dire Danieli. Non dico altro, per non far torto a nessuno. Sono realtà delle aziende dell'impresa italiana che sostengono il nostro PIL e la nostra occupazione. La siderurgia italiana è moderna e, forse, una delle migliori d'Europa. Da questo punto di vista è vero, signor Ministro, lei ha detto bene, la doppia crisi che attanaglia col COVID-19 la siderurgia italiana ci pone dei problemi. Si sono fermate alcune filiere produttive - in Italia si è fermata la produzione di alcuni comparti - e si sono fermate le filiere che assorbono i prodotti. Si è detto l'automotive: 85 per cento nelle scorse settimane in meno di immatricolazioni. Costruzioni: il ponte di Genova, con le travi che vengono da acciaierie italiane, non è la generalità della situazione.

Mi fa piacere, signor Ministro, che lei abbia parlato della necessità di sostegno al mercato dell'automobile e di sostegno agli investimenti, il buono, il piano ecobonus. Ma da questo punto di vista sappiamo che nulla sarà come prima. Dovremo fare uno sforzo per difendere la strategicità della nostra siderurgia e, più in generale, del nostro comparto industriale di attività produttive. Da questo punto di vista, vorrei fare notare che c'è una minaccia, ci sono una serie di punti, che dobbiamo attenzionare. In altri Paesi la siderurgia sta continuando a produrre, si sono aumentate le scorte. È quel fenomeno del sottocosto, che ha caratterizzato - e che lei ha menzionato - comportamenti scorretti nel recente passato. Paesi che producono con dispregio delle regole ambientali e sociali, a discapito dei lavoratori, potrebbero invaderci nella ripresa con i loro prodotti. Dobbiamo, a livello comunitario impedirlo, e dobbiamo puntare - lei lo ha detto correttamente - sulla risorsa rottame. Questa nuova globalizzazione del post COVID-19 deve vedere la salvaguardia delle nostre realtà produttive. Però, signor Ministro - tramite la Presidente naturalmente - la richiamo anche al tema dell'energia. Noi abbiamo questa bellissima siderurgia da forno elettrico, una siderurgia pulita. Ma, come dice la parola, funziona con l'elettricità, che è la materia prima vera. Quindi, il costo dell'energia è essenziale. È essenziale ridurre il gap, fra i costi interni nazionali e quelli dei competitor europei.

Allora, noi abbiamo un set di strumenti di cassetta degli attrezzi. Abbiamo la disciplina sugli energivori, per l'energia elettrica e per il gas. Anzi, le chiederei, Ministro, di portare a conclusione la procedura per l'attuazione delle misure per il gas. Ci sono gli interconnettori, l'interrompibilità, che quest'anno deve essere rinnovata. Sono temi urgenti, così come lei ha citato il tema degli ETS, la riforma naturalmente dei costi indiretti della CO2 e del carbon leakage e il tema dei certificati bianchi e della loro riforma. Tengo l'ultima parte del mio intervento, Presidente, perché non voglio sfuggire a questo, perché il mio gruppo ritiene che non si debba sfuggire a questo, usando parole chiare, non solo sulla Acciai Speciali Terni, su cui crediamo che il Ministro stia portando avanti un lavoro importante, ma sul tema del ciclo integrale e, quindi, dell'Ilva. Chi, come me, ha consuetudine pluriennale in queste Aule, sa quanto noi ci siamo battuti per mantenere la produzione a Taranto, sapendo che c'è un sillogismo che vale, che si può produrre in maniera rispettosa dell'ambiente, in maniera rispettosa della salute e che questo è un tema di tecnologia e di costi. Quindi, la strategicità di quell'investimento è fuori discussione. Quelle che sono state le condizioni che hanno portato alla cessione alla ArcelorMittal, gli investimenti sul ciclo produttivo, gli investimenti dal punto di vista ambientale, con quel simbolo che è la copertura dei parchi minerali, unico caso nel mondo, non possono essere messi in discussione. Noi le crediamo, Ministro. Vedremo, mi avvio a concludere, Presidente, dieci giorni sono tanti e sono pochi: sono tanti, se non c'è la volontà di risolvere; sono pochi se intendiamo risolvere. I due accordi, quello di settembre del 2018 con i sindacati e quello di marzo del 2020, restano la bussola. Attendiamo e accogliamo le sue parole. Concludo, dicendo che occupazione, sicurezza e salute non sono con l'acciaio parole che contrastano. Noi le chiediamo - e chiudo veramente, perché è già stato detto -, in quest'epoca post COVID-19, in cui dovremo ripensare la visione di Paese che abbiamo per il futuro, una strategia, una strategia globale per la siderurgia, per l'industria, per le attività produttive di questo Paese, perché questo era e rimane - qualcuno voleva sentire parole chiare della maggioranza - un asset portante dell'attuale prosperità e della futura prosperità di questo Paese.