Grazie, Presidente. Signor Ministro, capisco che questa è la settimana nella quale un suo collega - collega che ha la delega sui trasporti - è venuto in Parlamento a dire che il caos delle ferrovie era di chiunque, ma non il suo; quindi, capisco che questo è un po' il clima nel Governo, ossia indicare sempre la responsabilità degli altri. Però, signor Ministro, lei oggi è venuto a fare un compitino burocratico, quando noi le avevamo chiesto quali sono le iniziative che il Governo intende prendere nell'immediato rispetto al costo delle bollette.
Io, dei tanti numeri che lei ha citato, ne terrei fermo uno ed è quello del prezzo dell'energia elettrica all'ingrosso: il dato medio che lei ha citato sul 2024 di 108 euro al megawattora - che è il 38 per cento in più della Germania, il 72 per cento in più della Spagna, l'87 per cento in più della Francia, cioè Paesi con un mix energetico completamente diverso - segnala che c'è una specificità italiana.
Tra l'altro, nelle prime settimane del 2025 siamo arrivati a 150 euro al megawattora. Questo significa che ha un impatto diretto, immediato rispetto alla capacità competitiva delle imprese e al potere d'acquisto delle famiglie.
È arrivato in queste Aule parlamentari, l'altro giorno, il grido d'allarme delle imprese, che rischiano così 10 miliardi in più di costo; il che significa mettere fuori mercato interi settori e, soprattutto, mettere a rischio la ripresa dopo 22 mesi consecutivi di calo della produzione industriale.
Riguardo al potere d'acquisto delle famiglie, un terzo degli italiani fa fatica a pagare le bollette energetiche e qui c'è una specificità anche della fragilità sociale. Avete ridotto la capacità fiscale, facendola scendere a 9.530 euro di ISEE per il bonus sociale; sui vulnerabili ARERA ha detto che, nel primo trimestre, avranno un aumento delle bollette del 18,2 per cento.
E allora, rispetto a questo, Presidente, cosa fare?
Spesso lei e la maggioranza parlate di pragmatismo, di senso della realtà: noi siamo convinti che ci sia bisogno di questo. Abbiamo bisogno di più energia a minor costo e oggi e nei prossimi anni questo è garantito dalle fonti energetiche rinnovabili: questo è il dato incontrovertibile.
Peraltro, quanto agli obiettivi indicati dal Governo nel PNIEC, noi li abbiamo giudicati insufficienti rispetto agli obiettivi di decarbonizzazione: avete ridotto la quota delle rinnovabili rispetto ai consumi finali di energia, passando dal 40,5 al 39,4. Ma al di là di questo, anche rispetto a questi obiettivi, poi tutti gli atti di questo Governo, in questa legislatura, sono andati nella direzione opposta.
La legislatura è iniziata con i ritardi accumulati sul decreto attuativo delle comunità energetiche, per poi arrivare al Testo unico delle rinnovabili, che lei ha citato, provvedimento chiesto a gran voce da tutti gli operatori e poi, quando hanno letto il testo, hanno detto che era meglio la normativa precedente. Credo che non sia mai accaduto e i pareri parlamentari che sono stati espressi, quindi votati dalla maggioranza, hanno visto 92 osservazioni al Senato e tutte le lettere dell'alfabeto alla Camera.
Evidentemente, questa non è la strada per semplificare il percorso delle rinnovabili, per non dire il percorso a ostacoli dell'energy release, che aveva fatto il Governo precedente e a cui voi avete complicato la vita, così come quella che è la fonte principale delle rinnovabili, l'idroelettrico, che è in un limbo tra gare e ricorsi, in attesa, da un anno, di una quarta via per sbloccare il piano degli investimenti. Signor Ministro, dica qualcosa, visto che aveva lavorato anche lei su questa proposta.
Poi, l'altro tema è quello dell'efficienza energetica, che è dentro il PNIEC, ma poi negli atti di Governo è sparita, anzi contrastata; del recepimento della direttiva europea sulle case green non si sa più niente; c'è la drastica riduzione delle agevolazioni fiscali per l'efficientamento nella legge di bilancio; così come l'altro aspetto fondamentale è quello dei contratti a lungo termine, che lei ha citato, il meccanismo dei PPE che permette strutturali contratti bilaterali tra le parti per stabilizzare il prezzo a lungo periodo (5-10 anni) e su questo c'è l'esperienza spagnola, con la loro cassa depositi e prestiti che fa da garante di ultima istanza. C'è la richiesta di Confindustria, nell'audizione dell'altro giorno, che prevede un ruolo di garanzia di ultima istanza del GSE; c'è la proposta che noi abbiamo depositato, qui e al Senato, che riguarda i vulnerabili per conferire maggiori poteri all'acquirente unico per le acquisizioni di lungo percorso.
Quindi, le proposte ci sono, però si tratta di iniziare il percorso di discussione in Parlamento e farle diventare atti normativi. Poi c'è, evidentemente, il tema del disaccoppiamento del prezzo dell'energia dal gas: per ottenerlo è fondamentale aumentare le rinnovabili, i contratti a lungo termine e un'iniziativa a livello europeo. Ho visto che l'altro giorno, Ministro, l'Ecofin ha parlato di approccio unitario sui costi dell'energia, con prezzo unico dell'elettricità europea: bene. Ursula von der Leyen ha parlato di un nuovo Piano energetico accessibile a febbraio: bene. Si tratta, però, di cogliere questo spazio, visto che è una necessità dell'Europa di abbattere i costi dell'energia per tutti i Paesi europei. Però, per poter competere con la Cina e con gli Stati Uniti bisogna assumere un'iniziativa politica in Europa, con l'Europa. Bisogna crederci, che è quello che finora non avete dimostrato.
Infine, Presidente, oltre alle cose da fare - ne abbiamo indicate alcune - ci sono le cose da non fare, come aggiungere ulteriori oneri in bolletta. Lo dico perché nella legge di bilancio nottetempo, con un emendamento presentato all'ultimo, avete rinnovato le concessioni alla rete di distribuzione elettrica. Si poteva fare in maniera più ordinata, attraverso un percorso. Lì c'è, però, il rischio di un ulteriore carico negli oneri di sistema; questo non è accettabile e noi su questo vigileremo.
Infine, l'altra cosa che di sicuro non si può fare - mi rivolgo, Ministro, soprattutto agli esponenti della sua maggioranza, che continuano a dire che la soluzione è quella del nucleare; se vuole, Ministro, una discussione ordinata si può fare in Parlamento, visto che è in corso l'indagine conoscitiva - è quello che fanno gli esponenti della sua maggioranza, ossia continuare a dire che il nucleare è la risposta di oggi: il nucleare ha problemi di sicurezza, di deposito, di costi e soprattutto non riguarda l'oggi, riguarda i prossimi 10-12 anni, forse. Noi dobbiamo dare una risposta alle bollette, alle famiglie e alle imprese italiane oggi.