Signor Presidente, colleghi, signor Ministro, la ringrazio particolarmente perché è costante ormai il nostro incontro in quest'Aula, e questo è positivo, perché, quando si riferisce alle Camere, si parla al Paese, e quindi si mette al corrente di quello che il Governo e le istituzioni europee stanno proponendo per una crisi oggettivamente drammatica. Credo che sia centrale - lo dicevano i colleghi - il fatto che questa crisi rischia seriamente di mettere in grandissima difficoltà il sistema industriale italiano. Del resto c'è oggettivamente un imperativo categorico, che è quello di coniugare e di tenere insieme, da una parte, tutte le misure utili a calmierare la crisi e i costi dell'energia che rischiano di divorare il sistema Paese, di divorare le imprese italiane, e, dall'altra parte, non cedere però un millimetro rispetto alle sanzioni alla Russia. Questo per noi è un imperativo categorico, tenere insieme le due questioni. Del resto, le misure che sono state messe in campo sono molte, lei le ha descritte, ce le ha raccontate anche nel corso di queste settimane, nelle settimane passate, le scorse volte che è venuto a rappresentarcele qua, in Aula.
Sono effettivamente molte, però è del tutto evidente che i risultati non sono ancora palpabili, perché, se è una buona notizia sapere che 5 milioni di famiglie non avranno un aumento dei costi nel loro paniere familiare, e va salutato con favore, anche grazie agli interventi delle misure passate, recenti, quelle che anche noi abbiamo contribuito in qualche modo a migliorare, però è del tutto evidente che soprattutto le imprese le bollette le hanno pagate, e le hanno pagate salate. Oggi un po' tutte sono in una situazione di grandissimo affanno. Allora dire chiaramente qual è la strada, qual è l'indicazione e, soprattutto, quali saranno i tempi, i timing per mettere a terra le misure importanti che anche lei quest'oggi qua ci è venuto a dire, è fondamentale, per dirlo a noi, ma per dirlo al Paese, per dirlo al sistema Paese.
E' vero, possiamo continuare a spendere, ma di soldi ne abbiamo già spesi tanti. Lei ha menzionato delle cifre: 15 miliardi ma, se sommiamo tutto, abbiamo superato i 30 miliardi. E' una cifra importante. Il sistema Paese non può pensare che costantemente interveniamo a sostegno di famiglie e imprese con misure così ingenti, perché non ce lo possiamo permettere. Quindi, giustamente - come ha ricordato lei -, abbiamo bisogno di fare investimenti, di avere una strategia che, in qualche modo, punti sulla sistematicità e che, quindi, possa in maniera strutturale, effettivamente, mettere mano al sistema e sganciarci dal gas russo, perché noi non vogliamo accettare aut aut. Su questo, lei lo ha detto, ha chiarito anche le notizie che stamattina abbiamo letto tutti sui giornali, ha fatto bene, ha chiarito: noi aut aut dalla Russia non ne vogliamo accettare, quindi rimaniamo compatti con l'Europa e, con l'Europa, diciamo chiaramente che la modalità di pagamento è quella che è stata indicata ed individuata. Vogliamo, però, un prezzo calmierato, perché il prezzo calmierato evita anche i problemi di cui parlavano i colleghi in precedenza, perché è del tutto evidente che, altrimenti, si determineranno dei mercati paralleli, si determinerà una concorrenza sleale anche tra Paesi, perché se ci sono Paesi che possono calmierare il prezzo rispetto ad altri, e noi siamo un Paese trasformatore, quindi per noi l'energia è fondamentale, altrimenti le nostre imprese non possono effettivamente restare aperte, esse si trasferiranno.
Quindi, il tema del prezzo calmierato europeo è fondamentale e noi pensiamo che debba essere strutturale, non temporaneo. Lei ha indicato questa come ipotesi, ma, forse, è il caso, su questo, di individuare un tempo molto più lungo e, quindi, in maniera strutturale renderlo calmierato. Del resto, l'abbiamo fatto per le mascherine: dal giorno alla notte, abbiamo detto a tutto il Paese - l'ha detto tutta l'Europa, perché, poi, è stato un provvedimento che è stato preso a livello europeo -, abbiamo deciso che le mascherine, durante la pandemia, sarebbero costate 0,50 euro e così si è fatto. Allora, non si fa per il gas, cioè per la questione che fa vivere l'Europa, perché fa vivere le famiglie italiane, che, altrimenti, si troveranno in grandi guai e, giustamente, acceleriamo sulle rinnovabili.
Io mi permetto di intervenire su questo, soprattutto, perché non l'ho ascoltata dire, non ha detto la parola “geotermia”, non ha detto la parola “microeolico”. Io credo che, su questi temi, noi abbiamo tanto da dire come Paese e potremmo, anche lì, individuare altre strategie, oltre a quelle già conosciute e consolidate che costantemente ritornano nelle nostre discussioni. Ad esempio, la geotermia è una Ferrari con il freno a mano tirato. Vogliamo farglielo mollare questo freno a mano? Vogliamo provare a dire che, ad esempio, noi, a differenza di altri Paesi europei, abbiamo una grande capacità nella geotermia e possiamo svilupparla attraverso anche delle norme che, in qualche modo, ne accelerino la produzione e rendano effettiva ed efficace quella produzione già in essere, ma anche quella nuova?
Il disaccoppiamento tra il mercato del gas e quello delle rinnovabili, lei lo ha ricordato, ha ricordato i numeri e ha fatto bene: per noi questo è un punto centrale, perché non è pensabile che si tengano insieme; lo diciamo costantemente, lo diciamo da prima della crisi, è un tema che, per quanto riguarda il Partito Democratico, è sempre stato centrale e, a maggior ragione, oggi. Anche lì, bene che la discussione ci sia in Europa, è un tema che ci riguarda, che ci interessa, ma i tempi della decisione del disaccoppiamento: siamo in piena guerra, ci vogliono tempi molto più veloci rispetto a quelli che abbiamo conosciuto.
Infine, consumare di meno, consumare meno energia: si può, lo abbiamo, in qualche modo, messo in campo. Bene che anche il provvedimento che è stato partorito ieri dal Governo riproponga la possibilità di procrastinare anche esperienze importanti come quelle dell'efficientamento energetico delle abitazioni, perché, per spendere di meno, si deve consumare di meno e, si può consumare di meno, se abbiamo edifici più performanti.
Da questo punto di vista, mi permetto di rinvitarla, sollecitarla, lo abbiamo fatto con emendamenti importanti, anche emendamenti trasversali che hanno riguardato tante forze politiche: proviamo a fare un'operazione strong sulle imprese italiane e sui tetti italiani. C'è un progetto pilota che sta vedendo la luce in questi giorni, viene dal Governo precedente, ma lo ha messo in campo il suo Ministero. Un progetto importante, che riguarda il fatto che si potranno mettere sui tetti di molte aziende italiane - non moltissime, perché i soldi non sono moltissimi - pannelli fotovoltaici di proprietà pubblica. Quindi, l'azienda che ospiterà sul proprio tetto i pannelli fotovoltaici ne beneficerà solo in termini di autoconsumo, mentre il resto andrà alla rete e, quindi, andrà ad abbassare - se ci sarà il disaccoppiamento - il costo dell'energia. Questa è un'operazione importante, vuol dire infrastrutturare - e lo si può fare nel giro di pochissimo tempo - tutte le grandi realtà produttive del nostro Paese, tutti i tetti, quindi in termini di investimento. Lo abbiamo fatto mettendo i tralicci nel nostro Paese, dobbiamo farlo mettendo i pannelli fotovoltaici sui tetti delle nostre imprese.