Grazie, Presidente, e grazie, signor Ministro. Ministro, noi consideriamo nostro faro la Costituzione, l'articolo 2, che mette al centro la persona e la sua dignità, e l'articolo 27, comma terzo, che afferma che la pena non può essere contraria al senso di umanità. Sulla base di questi principi, Ministro, abbiamo ritenuto di visitare il carcere di Sassari e incontrare, fra gli altri, il detenuto Cospito per ragioni umanitarie, ovvero per verificare se il suo stato di salute fosse compatibile con quel carcere. Non abbiamo mai messo in dubbio l'applicazione dell'articolo 41-bis e non abbiamo mai chiesto la revoca del 41 bis al suo caso. Ma le abbiamo chiesto, Ministro, questo sì, di verificare se vi fossero ragioni umanitarie, per far sì che quel detenuto da lì fosse trasferito in un carcere dove le condizioni potessero essere più idonee.
E lei, Ministro, dopo le sue verifiche, ha fatto proprio questo. Però, Ministro, io la capisco per l'imbarazzo di passare da pubblico ministero a difensore d'ufficio. La capisco e capisco anche che lei oggi ci abbia dato delle risposte, per le quali le chiederemo di tornare, evidentemente, perché l'approfondimento, come ci ha spiegato, è in corso. Però, ieri è accaduto un fatto gravissimo. Ieri l'onorevole Donzelli, che lei certamente conosce, perché è il coordinatore nazionale di Fratelli d'Italia ed è anche il vicepresidente del Copasir, con inaudita violenza, ha attaccato il Partito Democratico diffamandolo con insinuazioni pesanti e parole lesive della nostra onorabilità.
Abbiamo chiesto l'intervento del Giurì d'onore, che raramente è stato attivato in quest'Aula. Ci siamo chiesti perché l'abbia fatto e ci siamo detti che forse era necessario far vedere che quell'esperienza di ordine, sicurezza e fermezza, più volte sbandierata, non fosse stata scalfita proprio dalla sua decisione di trasferire il detenuto per ragioni umanitarie.
Ieri nel suo volgare attacco il collega Donzelli, però, con dovizia di particolari, ha dichiarato di avere utilizzato - ha detto lui - documenti. Ora, secondo noi, sono documenti che non potevano essere nella sua disponibilità. Dalla lettura delle sue dichiarazioni, infatti, emergono dettagli di ascolti effettuati nel carcere di Sassari.
Innanzitutto mi permetta, Ministro, suo tramite, di ringraziare tutte le donne e gli uomini che abbiamo incontrato in quel carcere, che lavorano in condizioni difficili, con grande sacrificio. Voglio anche ricordarle, Ministro, che sono anni che in quel carcere non c'è un direttore.
Lei ha immediatamente avviato un'indagine interna, quindi, evidentemente, quello che è successo ieri è un fatto grave. Ora, Ministro, per aiutarla, delle due l'una: o si tratta di ascolti che sono stati effettuati in un'attività preventiva e, allora, li può avere legittimamente solo il capo del DAP e, suo tramite, lei; oppure si tratta di informazioni acquisite nell'ambito di indagini di polizia giudiziaria e, allora, la loro disponibilità, come lei ben sa, Ministro, spetta esclusivamente all'autorità giudiziaria e, quindi, al procuratore titolare delle indagini oppure al procuratore nazionale antimafia, ma neppure a lei, Ministro.
Richiesto di chiarimenti, il collega Donzelli ha detto che ha utilizzato dei documenti che sono depositati presso il Ministero della Giustizia, che sono nella disponibilità di chiunque li richieda, di qualunque deputato voglia richiederli.
Per i motivi che ricordavo prima, noi riteniamo che i documenti inviati dal DAP siano, contrariamente a quanto affermato, in alcun modo divulgabili e lei oggi, in qualche modo, ce lo ha confermato. Ma, vede, Ministro, ci ha tolto ogni dubbio il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove, a cui lei ha dato - lo ricordo - la delega al DAP, cioè al dipartimento penitenziario, perché ieri angelicamente ha confessato di essere stato lui a rivelare all'onorevole Donzelli le informazioni e che, anzi, non si tratta di intercettazioni, ma di relazioni. Sottolineo “relazioni”, perché oggi ha detto che è la relazione che viene inviata dal DAP al Governo, perché prenda le decisioni.
Allora, Ministro, se è la relazione del DAP, come le ho ricordato poc'anzi, la relazione del DAP è nella disponibilità del capo del DAP, del suo capo di Gabinetto, Ministro, oppure di lei: di nessun altro e non può essere divulgata.
Mi permetta solo una battuta al presidente Foti. Non è che, se queste informazioni vengono acquisite per le vie brevi, smettono di essere informazioni riservate. Vorrei che questo fosse chiaro.
Peraltro, abbiamo appreso che le informazioni sarebbero state rese per le vie brevi, non a casa, ma in via parlamentare. Ci ha rassicurato. Quindi, che si tratti di documenti, come dice Donzelli, poi smentito, che si tratti di relazioni, come dice il sottosegretario, o che si tratti di informazioni, come dice Foti, quello che è accaduto ieri è di una gravità inaudita, perché - e questo ce lo dirà lei, perché lo apprenderemo dagli accertamenti - da questi comportamenti esce indebolita la lotta alle mafie e al terrorismo eversivo! Da questi comportamenti viene messa in pericolo la stessa sicurezza nazionale! Da questi comportamenti si sono pregiudicate o comunque si è interferito in indagini fondamentali e delicate ed è stata pregiudicata l'essenza stessa dell'articolo 41-bis che - ricordo - serve per interrompere i rapporti e le comunicazioni fra i detenuti e le organizzazioni di appartenenza o altre organizzazioni criminali.
E va detto, grazie all'onorevole Donzelli, che, grazie a lui, hanno comunicato benissimo tutti i detenuti al 41-bis e non dovevano essere riferite.
Basterebbe questo, Ministro, per allontanare dai ruoli che ricoprono sia l'onorevole Donzelli sia il Sottosegretario Delmastro Delle Vedove. Basterebbe questo, Ministro! Basterebbe questo! Infatti, le faccio una domanda: Ministro, quale funzionario dei servizi segreti si fiderebbe di inviare delle carte segrete al Copasir? E quale dirigente del Ministero della Giustizia o del DAP sarebbe tranquillo nell'inviare al Sottosegretario e al suo Ministero delle informazioni riservate? L'uso che ne è stato fatto ha minato il corretto rapporto fra istituzioni e poteri dello Stato. Per questo le chiediamo di revocare le deleghe al Sottosegretario Delmastro Delle Vedove e glielo chiediamo per la sicurezza nazionale e per la credibilità e l'onorabilità delle istituzioniche rappresentiamo. L'uso politico, inoltre, che ne è stato fatto ha minato il corretto rapporto tra maggioranza e opposizione e dispiace che Fratelli d'Italia oggi non abbia detto nulla. Lo dico anche ai colleghi di quest'Aula: ieri è toccato a noi, domani può toccare a ciascuno di voi!
La democrazia è un patrimonio comune che va difeso da ciascuno di noi! E dispiace, dispiace sinceramente che la Presidente Meloni faccia finta di niente. Dispiace perché i fatti avvenuti sono gravi e, se non sente il bisogno di intervenire, siamo purtroppo costretti a pensare che abbia tollerato o, addirittura, approvato quanto è avvenuto ieri.
Concludo, Presidente. Ovviamente i tempi sono diversi, ma la tentazione di una certa destra di piegare le istituzioni a ragioni di parte non muore mai. Voi dichiarate, ogni giorno, di voler ristabilire l'autorità dello Stato e della legge. “Fatelo, se siete ancora in tempo; altrimenti voi sì, veramente rovinate quella che è l'intima essenza, la ragione morale della Nazione”. Sapete chi ha detto queste parole qui, in quest'Aula, a Montecitorio? Le ha dette, il 30 maggio del 1924, Giacomo Matteotti.