Data: 
Mercoledì, 25 Marzo, 2020
Nome: 
Graziano Delrio

Grazie, Presidente. Signor Presidente del Consiglio, grazie, grazie della sua relazione di oggi, grazie del lavoro prezioso che avete svolto in queste settimane, in questi mesi per affrontare un fenomeno, una crisi che non ha precedenti nella storia della Repubblica. Prima di tutto anche il gruppo dei Democratici esprime profondo cordoglio per le persone decedute ed è vicino a tutti i familiari. Questa maledetta pandemia ci porta via i nostri anziani, i nostri papà, i nostri nonni; molti non li hanno nemmeno potuti accompagnare. È stato dolore nel dolore, è stata tragedia nella tragedia. E a queste famiglie, che con compostezza hanno sopportato una situazione così penosa, va tutta la nostra vicinanza e il nostro affetto, a loro va davvero il nostro applauso, perché abbiamo bisogno di dire a loro che gli siamo vicini e riconoscenti.

Auguriamo la guarigione a quanti hanno contratto il contagio, in particolar modo ai ricoverati, a quelli che sono in terapia intensiva, li aspettiamo a casa presto, e infinita gratitudine a quanti si stanno prodigando ormai da settimane per alleviare le sofferenze degli ammalati, i medici che hanno pagato con la vita, in alcuni casi, il loro senso del dovere, gli infermieri, il personale sanitario, i volontari, i tantissimi della Protezione civile, di questo straordinario mondo della Protezione civile, diffuso in tutti i comuni, in tutte le province, le Forze dell'ordine, i militari, che davvero, come ha ricordato Guidesi, hanno svolto con grande attenzione e delicatezza il loro compito, e tutti quelli che con la loro azione quotidiana… i lavoratori e le lavoratrici. Oggi è stato raggiunto un accordo che salutiamo con grande piacere, di cui vi ringraziamo, un accordo con i sindacati, con i lavoratori e le lavoratrici che stanno garantendo i nostri beni essenziali, la nostra vita quotidiana, e il loro sacrificio, il sacrificio delle loro famiglie, il pericolo in cui mettono le loro famiglie, anche loro.

È un'altra cosa di cui non possiamo e non vogliamo omettere di dire grazie, davvero. Siamo in una difficoltà che nessuno di noi poteva immaginare alcune settimane fa, siamo in un'altra vita, in un altro mondo, e credo che questo, anche per gli amici dell'opposizione, debba diventare un elemento da tenere presente. È una sfida senza precedenti quella a cui siamo di fronte, e chiediamo, quindi, un senso di unità nazionale, di responsabilità senza precedenti, non per confonderci, non perché ognuno nasconda le sue idee, ma perché ognuno dia il suo contributo, esattamente come queste persone che ho citato, che stanno dando il loro contributo a fare in modo che questa comunità rimanga una comunità e non si disgreghi. E davvero grazie a tutti i presidenti di regione, di tutti i colori, a tutti i sindaci, i nostri sindaci. La mia regione è molto colpita, è al limite anch'essa, ma qui voglio ringraziare per tutti, per tutti i presidenti di regione, il presidente Fontana, e voglio ringraziare per tutti i sindaci il sindaco Gori, perché la Lombardia e Bergamo stanno sopportando, nella difficilissima prova che molti di noi stanno sopportando, una prova ancora più importante. E voglio ricordare qui Don Fausto Resmini, il prete degli ultimi di Bergamo, amatissimo dalla sua città , che è il segno di una comunità che in tutte le sue componenti, il Terzo settore, il volontariato, le famiglie, i lavoratori, i sacerdoti, si spende per resistere. Abbiamo bisogno di resistere, hanno bisogno di resistere i nostri concittadini. Con i loro comportamenti vinceremo questa battaglia, ne siamo sicuri; con la responsabilità di tutti vinceremo questa battaglia. Questo è il nostro momento più difficile dalla Seconda guerra mondiale ed è importante che, appunto perché siamo in questa grandissima difficoltà, ci sia davvero il contributo di tutti. Abbiamo bisogno di tutte le intelligenze migliori del Paese, di tutte le energie migliori del Paese, e lo dico qui, faccio un appello perché il Governo apra. Abbiamo apprezzato nel decreto di ieri il fatto che lei abbia sentito il bisogno di scrivere insieme al Governo una pagina di attenzione all'interlocuzione con il Parlamento, ma faccio un appello qui perché il Governo apra tavoli costanti, permanenti, sugli argomenti che sono gli argomenti principali che dovremo affrontare nelle prossime ore, che hanno citato i miei colleghi: l'argomento del sostegno alle famiglie e alle imprese, il sostegno al reddito.

Avremo una crisi senza precedenti, probabilmente a due cifre di recessione. Avremo il problema degli investimenti, di come promuovere gli investimenti; non solo quelli pubblici, che sono il 10 per cento degli investimenti totali di un Paese, ma anche quelli privati. Il Ministro Patuanelli ha ricordato il tema dell'ecobonus, per esempio, al 100 per cento. Abbiamo bisogno di mettere in campo azioni strutturali che rendano più solido il Paese di fronte alla crisi, e per questo chiedo al Governo che apra tavoli con l'opposizione, con la maggioranza e l'opposizione insieme, insieme, uniti nella responsabilità; ripeto, non confusi, ma uniti nella responsabilità, signor Presidente. E noi abbiamo riscoperto in queste ore, ed è da lì che vorrei che ripartissimo, il valore del capitale umano, il valore delle persone, il valore dei beni comuni. Nei momenti di crisi bisogna proteggere e provvedere, e può proteggere e provvedere solo lo Stato, la scuola pubblica, la sanità pubblica; certo, con la collaborazione dei privati, ma è lì che si misura il senso e la presenza dello Stato.

Noi dobbiamo ricominciare a investire sui beni comuni: la scuola pubblica, la sanità pubblica, l'ordine pubblico e, prima di tutto, investendo nel capitale umano, nelle università, negli ospedali, nel personale medico, negli insegnanti. Abbiamo bisogno di reinvestire, ripartire da lì; loro sono stati la faglia di resistenza in questi momenti e da lì dobbiamo ripartire, per potenziare e per ricominciare a proteggere e a provvedere ai nostri cittadini in questo momento così senza precedenti, appunto, in un momento così difficile. Allora, io credo che il Governo debba avere una stella polare, mi permetta, Presidente, in questo momento; cioè si deve fare tutto quello che è necessario, niente di meno; questo deve essere chiarissimo in Europa: noi non possiamo permetterci, e la ringrazio perché lei lo ha ricordato ai suoi colleghi in questi momenti, noi non possiamo permetterci di dimenticare nessuno, famiglie, imprese, lavoratori e anche un'attenzione particolare in questo momento va a coloro che in questa crisi sono i più vulnerabili, i nostri anziani, le persone più povere, le persone senza reddito; queste persone in questa crisi stanno soffrendo due volte, di nuovo, la fatica della vita quotidiana.

Allora, dobbiamo fare tutto quello che è necessario, l'Europa ha cominciato e io vorrei dire ai colleghi: riflettiamo serenamente sul fatto che l'Europa ha una sola istituzione vera e solida, che è la BCE e la BCE è stata presente; costruiamo altre istituzioni europee che possano essere presenti; costruiamo, lei lo ha detto, con impegno, gli eurobond, costruiamo l'unione bancaria costruiamo l'assegno europeo per la disoccupazione, costruiamo grandi pilastri di welfare europeo, perché queste grandi crisi si affrontano solo in un ambito e con una solidarietà europea, perché le grandi pandemie non conoscono i confini, le grandi crisi finanziarie non conoscono i confini. Abbiamo bisogno, cioè, di riscoprirci per quello che siamo, sempre più dipendenti; questa crisi ci ha fatto capire quanto bisogno abbiamo gli uni degli altri, quanto la nostra salute dipende dai comportamenti degli altri, quanto il nostro benessere, la nostra felicità dipende dalla presenza degli altri. Allora, sbaglieremmo se uscissimo da questa crisi più chiusi, più rancorosi; dobbiamo, invece, aprirci alla solidarietà, alla cooperazione. E quanto male ci ha fatto la mancanza di solidarietà nelle prime settimane, sugli approvvigionamenti, quando Stati tenevano per sé i dispositivi, invece che darli? Se l'Unione Europea avesse avuto una task force sua, avesse prodotto per conto suo e per il continente europeo, avremmo potuto fronteggiare le crisi con tempistiche diverse e con un'efficacia straordinariamente superiore. Abbiamo bisogno di più Europa; se l'Europa non sarà più forte in questo momento, signor Presidente, se non ci saranno gli eurobond, se non ci sarà l'attenzione vera a usare tutto quanto è necessario, se non ci sarà un rafforzamento dell'unione bancaria, una vigilanza contro la finanza che uccide il lavoro…

Abbiamo sospeso per alcuni giorni le vendite allo scoperto e siamo stati tutti meglio, nelle borse; finalmente riscoprire una finanza che aiuta la ripresa economica, e non che specula e scommette sul fallimento degli Stati e delle imprese. Questo è quello su cui chiediamo un impegno dell'Europa, chiediamo che l'Italia sia protagonista in questo momento.

Siamo immersi, ognuno di noi, noi in particolare che siamo al Nord certamente, ma ognuno di noi è immerso in questa grande notte di cui non vediamo la fine. La Sacra Scrittura dice: quanto resta della notte? E lei oggi non ha potuto dirlo, non era suo compito, ed è stato saggio a non dirlo. Per potere affrontare una luce nuova, una nuova alba abbiamo bisogno di continuare a resistere, a resistere insieme, di farlo insieme ai nostri cittadini, facendo capire loro che esiste una buona politica, che sa essere loro vicino nei momenti più difficili. Sono sicuro che grazie al vostro lavoro, di cui ancora una volta ringrazio lei e tutti i membri del Governo, grazie al lavoro del Parlamento – perché noi usciremo da questa crisi solo se le istituzioni saranno più forti, altrimenti ci rimpiomberemo presto –, grazie all'aiuto del Parlamento riusciremo davvero a dare nuova speranza, nuova gioia ai nostri amati cittadini.