Grazie Presidente, signor Presidente del Consiglio, colleghe e colleghi, innanzitutto desidero esprimere qui l'appoggio convinto alle parole che lei ha detto e alle iniziative che il Governo sta mettendo in campo da parte dei Democratici italiani. Descrivendo la grave situazione in cui si trova il Paese adesso - questo è il momento dell'unità nazionale, della solidarietà e della responsabilità collettiva, non è il momento delle polemiche - in questo momento lei ha detto che, purtroppo, saremo costretti a chiedere ai cittadini ancora una volta sacrifici e rinunce alla loro ordinaria condotta di vita. Ed è vero: sono parole non facili da pronunciare eppure noi apprezziamo che lei le abbia pronunciate oggi, perché sono parole giuste. Semmai c'è stato un momento in cui occorre verità e coraggio, questo è quel momento. Abbiamo bisogno di verità e di coraggio, abbiamo bisogno di agire, non sulla base della paura, ma certamente con grande prudenza perché siamo ancora, di nuovo, in un'emergenza sanitaria. Vede Presidente, io vorrei che lei sentisse oggi qui, in quest'Aula, tutta la nostra forza, la forza del nostro sostegno, del sostegno convinto del Partito Democratico, ma anche che non dimentichi, la fragilità, l'angoscia, l'impazienza e persino la rabbia che sta montando nel Paese, nelle nostre comunità locali. Quindi, bisogna che questo ascolto sia un ascolto operoso, cioè capace poi di meglio organizzare trasporti, tracciamenti e organizzazione sanitaria; di snellire il sistema, di consentire tempi di prenotazione dei test, tempi di refertazione e tempi di lavoro adeguati all'emergenza sanitaria ma anche adeguati a questo Stato che sta crescendo. Nella prima fase noi ci siamo sentiti più forti Presidente, lei si è sentito più forte, il Governo si è sentito più forte perché ha vissuto la solidarietà della nostra comunità nazionale. Il Paese si è stretto intorno al Governo, si è stretto intorno alle Istituzioni. Ora non vorrei, proprio perché sta montando, proprio perché sentiamo nelle nostre comunità un sentimento diverso in questa seconda fase, non vorrei che questa seconda fase portasse a una sfiducia nelle Istituzioni, a un minore senso di affidamento e senso di protezione da parte dei nostri cittadini. Dobbiamo quindi mettere in campo uno sforzo ancora maggiore, io credo, in questo momento.
Il compito nostro, se c'è un compito che spetta ai cittadini, è di rispettare appunto norme di comportamento adeguate: la mascherina prima di tutto, lo voglio ricordare, poi l'igiene personale e il distanziamento fisico (si può essere uniti anche stando lontani). Ecco, se dobbiamo continuare a richiamare alla responsabilità, sapendo che sempre nella storia della medicina la responsabilità individuale e alcune norme semplicissime hanno permesso di sconfiggere le grandi epidemie, se dobbiamo dire questo, dobbiamo anche dire che, se c'è un compito per i cittadini, c'è un compito anche per le istituzioni, ovviamente, quindi c'è un compito del Governo, delle Regioni e dei Comuni. Pertanto, il primo appello che noi facciamo qui, oggi, apprezzando anche il vostro sforzo di concertazione, è che appunto tutto venga gestito in uno spirito di unità e responsabilità collettiva, come l'ha chiamata il Presidente della Repubblica, perché solo così potremo superare questa seconda ondata. Le decisioni quindi vanno prese insieme e ci permettiamo di dire, come già hanno sollecitato più volte anche l'ex Presidente dell'Istat e altri presidenti dell'Istat, hanno bisogno di essere ancorate a dati scientifici; un ancoraggio serio, è stato citato anche prima. La scienza è di aiuto. Abbiamo fatto passi in avanti, in questi mesi, nella conoscenza del virus, nella lotta contro il virus. Abbiamo ancora l'eroismo straordinario dei nostri medici, dei nostri operatori sanitari ma abbiamo anche acquisito nuove conoscenze in termini terapeutici. Oggi il virus ha una pericolosità alta, certamente, per il numero di contagi ma anche le nostre strutture sanitarie sono state attrezzate meglio. Abbiamo aumentato i posti in terapia intensiva, il Paese si è mosso dal punto di vista dell'emergenza e della terapia intensiva. Dicevo che la lotta al virus ha bisogno di dati di scienza e di organizzazione sanitaria sempre, sempre maggiore. Abbiamo bisogno di basare le nostre scelte, non sui sondaggi, ma, appunto, sui dati scientifici e quindi di organizzare al meglio questi dati, come ci è stato richiesto già da mesi. L'obiettivo, ovviamente, il primo obiettivo è spezzare la catena dei contagi. Dobbiamo fare tutto quello che è necessario per spezzare questa catena, per arrestare l'emergenza sanitaria, sapendo che l'emergenza sanitaria è strettamente correlata all'emergenza economica, che le cose vivono e stanno insieme, come lei ci ha ricordato. L'altro giorno, l'annuale rapporto della Caritas ha mostrato che sono aumentate del 15 per cento le persone che, costrette alla povertà, si presentano per chiedere il minimo per sopravvivere. L'epidemia, la pandemia sta indebolendo la capacità di risposta delle nostre famiglie e dei nostri cittadini.
Abbiamo condiviso tutto quello che lei ha detto anche come iniziative di supporto finanziario contenute nella legge di bilancio che vedremo, che ancora non è stata presentata al Parlamento. La vedremo, ma lei ha preannunciato alcune misure e ci pare che queste misure vadano nella direzione giusta. Quindi, tutela della salute e tutela dell'economia devono camminare insieme. Abbiamo bisogno di provvedimenti nuovi e più efficaci, sempre più efficaci per rispondere a questo senso di difficoltà che si vive nel Paese da un punto di vista sanitario, ma abbiamo bisogno anche di provvedimenti economici per gli operatori - lei ha citato i ristoratori, sono tanti, gli operatori turistici, gli operatori dei ristoranti e del commercio – che sono tanti e sono molto preoccupati, molto preoccupati. Non è il momento di raccontarci che tutto va bene, è il momento di assumere i dati di queste preoccupazioni, assumerle su di noi, sulle nostre spalle, proprio per rafforzare quel senso di fiducia nelle Istituzioni che è necessario cresca nelle crisi. Dalle crisi si esce o con Istituzioni rafforzate, lo ripeto spesso, o con Istituzioni indebolite. Noi lavoriamo insieme in questa direzione: nessuno deve perdere il lavoro, nessuna azienda deve essere costretta a chiudere per i nostri ritardi o per le nostre incapacità a sostenerla immediatamente. So che il Governo è impegnato in questa direzione, so che i sostegni finanziari ci sono. Cerchiamo di lavorare in maniera molto stringente per rafforzarli, per renderli più adeguati. La situazione ci dice che questa è la più grande crisi che si è mai abbattuta sul nostro Paese dal secondo dopoguerra, che non è alle nostre spalle e che abbiamo una cassetta degli attrezzi - l'ho già detto - molto migliore rispetto a prima e che abbiamo l'Europa che ci ha fornito questi strumenti finanziari. Bisogna assolutamente agire in maniera che questi arrivino velocemente a sostenere la fatica quotidiana dei nostri imprenditori, dei nostri lavoratori.
Non voglio qui aprire discussioni sulla cassetta degli attrezzi che abbiamo a disposizione, come il MES, abbiamo già trovato una posizione di maggioranza e mi sembra inopportuno in questa giornata riaprirla. Sappiamo già, attendiamo il Piano sanitario e attendiamo di poter discutere serenamente e con molta per tranquillità di come fare per avere la sanità migliore al mondo, la sanità territoriale più forte al mondo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico), la sanità di comunità più forte al mondo. Questa è la nostra aspirazione.
Qualcheduno ci spieghi - appunto ne discuteremo serenamente - come rafforzare la nostra sanità pubblica che è stata, proprio in questo momento di buio, un ancoraggio fermo per tutti i nostri cittadini. Abbiamo dunque dinanzi a noi un periodo ancora lungo, complesso; proprio per questo credo che tutti, dentro e fuori quest'Aula, dobbiamo compiere ogni sforzo perché si possa costruire uno spirito costituente; lo dico di nuovo ai colleghi dell'opposizione, uno spirito costituente, tutte le forze politiche anche devono essere, oltre che tutte le istituzioni che costituiscono la Repubblica, chiamate a collaborare. Minoranza, maggioranza, Governo, opposizione: non è un problema di confusione di ruoli, ma è un problema di interesse superiore del Paese.
Quindi noi auspichiamo ancora un confronto vero, reale, serio sulle soluzioni per i grandi problemi che abbiamo davanti. La pandemia non ha colore politico, le soluzioni scientifiche non hanno colore politico; potremo trovare diversità su impostare o rafforzare più o meno un settore, ma questo non è il problema, il problema è il bene della Repubblica. È bene che il dialogo con le opposizioni continui e forse anche si rafforzi, se viene vissuto come inadeguato. Ascoltiamo anche queste parole se sono parole costruttive, non se sono parole di polemica. Se è un desiderio di contribuire sempre in misura maggiore al bene della Repubblica, sono convinto che queste parole vadano ascoltate. La funzione del nostro Stato è proteggere e provvedere, e la nostra opinione è che questa funzione possa essere svolta al meglio se tutti insieme, dalle istituzioni centrali a quelle periferiche, dalla maggioranza all'opposizione, in questo momento abbiamo a cuore il bene del Paese, il bene supremo del Paese. Questa è la bussola che credo dobbiamo avere presente, dobbiamo provare a mettere in campo provvedimenti che siano tempestivi e lungimiranti, con strategie e responsabilità precise, senza scaricamento di responsabilità tra i vari livelli di governo, perché solo così usciremo da questa pandemia, con prudenza, ripeto, e non con paura.
E se mostriamo di essere una comunità unita in questa fase, se saremo capaci di rimanere uniti, credo che usciremo da questa crisi più forti e più capaci di dare speranza ai nostri cittadini, e questo è quello che oggi il Paese ci chiede, non polemiche, ma speranza e operosità