Data: 
Martedì, 6 Maggio, 2014
Nome: 
Vanna Iori

Vai alla scheda della mozione 

Signor Presidente, ieri si celebrava la quarta giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, istituita nel 2009. Il 23 ottobre 2012 è entrata in vigore la legge n. 172, di ratifica della Convenzione di Lanzarote, primo strumento giuridico internazionale vincolante per i Paesi firmatari per la protezione dall'abuso e dallo sfruttamento sessuale minorile. Ma il problema della pedofilia e della pedopornografia continua ad aumentare. La diffusione di questo complesso fenomeno nelle sue reali e molteplici manifestazioni è ancora in gran parte sconosciuto, perché manca un monitoraggio istituzionalizzato, strutturato e omogeneo. La conoscenza è invece il primo passo che rende possibile agire nella prevenzione, nell'aiuto alle vittime e nella punizione dei colpevoli di questo dramma silenzioso. Le fonti principali (Terre des Hommes, Cismai, Telefono Azzurro, Save The Children, Meter, Ecpat) indicano chiaramente che l'abuso sessuale infantile è un comportamento numericamente significativo purtroppo diffuso in tutti i contesti trasversalmente alle classi sociali, all'età e alla cultura. Le vittime sono al 90 per cento italiane e prevalentemente di sesso femminile (nel 68 per cento). Ma soprattutto, i dati conosciuti ci dicono che l'abuso avviene prevalentemente in famiglia: nel 90 per cento dei casi, secondo il Censis e anche secondo il rapporto pubblicato da Telefono Azzurro nel marzo 2014. In particolare, al primo posto troviamo i padri (il 30 per cento), poi nonni, nuovi coniugi o conviventi, madri e altri parenti; dunque solo l'11 per cento circa riguarda persone estranee, ma anche in questo caso si tratta di adulti sempre vicini alla famiglia e quindi conosciuti dai minori. Tra essi troviamo infatti amici di famiglia (13 per cento), insegnanti (9 per cento), vicini di casa, figure religiose (l'1 per cento); aumentano, inoltre, le donne autrici di abusi sessuali (12,8 per cento). Ma questi dati non sono che la punta dell'iceberg, perché molti abusi sommersi non vengono mai denunciati; riguardano, infatti, adulti nei quali i bambini ripongono fiducia abbassando così le difese e trovandosi in condizioni di maggiore fragilità affettiva. E anche per questo tacciono, per paura o per vergogna di colpe non loro; sentimenti che non trovano parole per essere detti. Il pedofilo, del resto, non è un soggetto facilmente identificabile, è abile nel mimetizzarsi e nello sfruttare le situazioni che favoriscono il contatto con i bambini. E i media, che pure sono riusciti a spezzare il silenzio e l'omertà su questo tema a lungo occultato, lo hanno però affrontato spesso in maniera sensazionalistica, alimentando un diffuso allarme generico e una percezione distorta. È quindi urgente una chiara e corretta informazione da cui possono nascere una reale ed efficace prevenzione e protezione, a partire dai tre ambiti dove maggiore è il pericolo. 

  Il dramma più diffuso e il più sommerso è, innanzitutto, l'incesto. Senza entrare qui nelle teorie psicoanalitiche, psichiatriche, psicologiche si deve comunque segnalare che questa violenza invisibile ma profonda e duratura lascia ferite che non si rimarginano mai e conseguenze psicopatologiche insanabili. Si pensi che secondo diverse ricerche gli adulti abusanti sono ex bambini abusati. La violenza sessuale infantile intrafamiliare è quella «bestia nel cuore», come la definisce Cristina Comencini nel titolo del suo romanzo – film, quella violenza che uccide il diritto alla dignità e annienta il diritto alla libertà di conservare i ricordi di infanzia anziché impiegare l'età adulta a combatterli e a cancellarli. 
  Un secondo girone di violenza e dolore è legato alla crescente diffusione del cosiddetto turismo sessuale: bambine di cinque o sei anni si prostituiscono per pochi soldi con la serietà di un lavoro, espressione di disperazione, degrado economico e umano che si accompagna al turismo brutale e sfruttatore e l'Italia, secondo i dati Ecpat, è al primo posto in questa orribile graduatoria con i suoi 80 mila viaggi ogni anno. A questi viaggi si aggiungono anche la tratta di bambini e bambine per scopi sessuali, l'abuso verso i minorenni in condizione di abbandono, in primis i minori stranieri non accompagnati, il reclutamento e lo sfruttamento della prostituzione minorile. 
  Il terzo allarme viene dall'adescamento tramite la rete internet dove circolano, nelle centinaia di siti pedofili, scene di sesso, anche violento, con bambini e bambine. L'Osservatorio per il contrasto alla pedofilia e alla pornografia minorile segnala che le vittime degli abusi on line appartengono a fasce di età sempre più basse tra i 10 e i 12 anni, ragazzi seguiti dagli adescatori nei profili web con l'obiettivo di attrarli nella propria rete. Inoltre, il cosiddetto sexting è un nuovo rischio molto diffuso e conosciuto tra gli adolescenti che facilmente possono realizzare immagini e video di se stessi e di altri e diffonderli tramite il telefono cellulare o il computer. 
  Nel pedo deep web, la parte nascosta di internet dove prolifera lo scambio di materiale, ma anche intimidazioni e minacce di diffusione, si alimenta il commercio e un enorme giro di denaro. Nel 2013 Meter Onlus ha inviato 806 protocolli alla polizia postale e al Centro nazionale per il contrasto alla pedopornografia on line, monitorando 23.421 siti e 1.274 social network. Il ruolo di internet come strumento di incontri a sfondo sessuale richiede interventi preventivi e repressivi urgenti perché contribuisce alla diffusione di quella cultura pedofila che propone di sdoganare l'abuso sui minori considerandolo un naturale orientamento sessuale. 
  Già da alcuni anni viene segnalata l'esistenza di lobby legate al mondo pedofilo che diffondono una copertura culturale indicando come irrilevanti lo sfruttamento, la costrizione e la mercificazione dei minorenni a fini sessuali. Così scrive lo psichiatra Vittorino Andreoli: «ci sono potenti e ricche associazioni nel mondo e in Italia che vogliono rendere la pedofilia accettabile eticamente e socialmente. Ne fanno parte persone molto influenti, con soldi da investire per ottenere il loro scopo, che è quello di trovare giustificazione alla pedofilia spacciandola per autentico amore verso i bambini, secondo un malinteso riferimento alla mitologia e alla cultura classica». In una certa misura questa minimizzazione della violenza pedofila ha evidentemente permeato anche la nostra cultura se in occasione del Safer Internet Day dell'11 febbraio 2014 (giornata per la sensibilizzazione all'utilizzo sicuro della rete) l'associazione Save The Children ha documentato, per la prima volta, la percezione che gli adulti hanno sui rapporti intrattenuti con i minori. Ebbene da questa ricerca – fonte Ipsos – emerge che non solo l'81 per cento degli italiani ritiene che gli incontri sessuali tra giovani e adulti iniziati in rete siano un fenomeno diffuso, ma soprattutto è inquietante che il 38 per cento degli intervistati si dichiari favorevole alle relazioni sessuali tra adulti e minori. Accade così che mentre il Papa chiede perdono per il male commesso nella Chiesa dagli abusi dei preti pedofili a seguito delle denunce diffuse dai media dal 2007 in poi, i gruppi pedofili organizzati paradossalmente legittimino questi abusi, proponendo di riabilitare e nobilitare la pedofilia in nome di un presunto consenso, che è ben difficile immaginare come frutto di consapevolezza affettiva e di libertà decisionale in un bambino o una bambina di cinque, sei, sette anni. 
  Allora, non chiamiamolo amore, questo è possesso, sfruttamento dei corpi e dei sentimenti infantili, è la tragedia di bambini e bambine trattati come oggetti, commercializzati, seviziati, umiliati e annientati. Questa è la realtà e questa mozione ribadisce il loro diritto a che si ponga fine a delle sofferenze silenziose che non hanno voce, perciò impegna il Governo innanzitutto a predisporre un sistema di raccolta dati e monitoraggio, a perseguire interventi necessari per combattere l'abuso sessuale infantile, sia con la prevenzione tramite campagne informative per sensibilizzare l'opinione pubblica e per informare i ragazzi dei pericoli che corrono e che possono incontrare nella rete, sia attivando percorsi di formazione alle persone che lavorano a contatto con i minorenni nei settori dell'istruzione, della sanità, della scuola, della protezione sociale, della giustizia, della sicurezza e della cultura, diffondendo un'adeguata conoscenza dell'abuso sessuale nonché dei mezzi per individuarlo e segnalarlo, come previsto, del resto, dall'articolo 5 della Convenzione di Lanzarote. 
  In secondo luogo, la mozione chiede un efficace contrasto, di renderlo anzi più efficace anche tramite il potenziamento delle tecniche investigative, estendendo per esempio al reato di adescamento la possibilità di svolgere indagini sotto copertura, rafforzando quindi l'attività repressiva e diffondendo l'informazione sui luoghi dove chiedere aiuto e dove poter denunciare.  Un terzo strumento indispensabile è la protezione e il recupero delle vittime, ovviamente nel caso in cui sia stato accertato che abbia avuto luogo un abuso sessuale è importante l'aiuto e il sostegno da parte di altri adulti, altri familiari, amici, insegnanti, figure professionali su cui poter contare, assistenti sociali, psicologi, neuropsichiatri infantili, pediatri, persone che lavorano nei servizi sociali dei comuni, delle ASL, nei consultori familiari. 
  Infine è importante anche la cura e la prevenzione della recidiva di coloro che si sentono sessualmente attratti da bambini e bambine, istituendo e pubblicizzando servizi riabilitativi e terapeutici per chi ha la volontà di sottoporvisi, anche utilizzando gli strumenti economici che l'Unione europea mette a disposizione, avvalendosi delle esperienze pilota attivate con successo in alcuni Paesi come la Germania, il Regno Unito e la Danimarca, dove esistono progetti specifici proprio per i soggetti che avvertono il bisogno di accedere a questi percorsi riabilitativi e terapeutici. In conclusione, tutte queste misure possono rafforzare e diffondere una cultura che sappia dare voce ai silenzi e porre fine alle sofferenze inespresse, elevare il livello di tutela dei diritti dei più piccoli, il diritto all'ascolto, a una fiducia non tradita dagli adulti, all'educazione emotiva, a una società in cui bambine e bambini, pre-adolescenti e adolescenti diventino consapevoli che ognuno è il suo corpo-persona e che essi stessi e tutti gli altri adulti hanno il dovere di rispettarlo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).