Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 25 Giugno, 2014
Nome: 
Gian Piero Scanu

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Signor Presidente, il tenore delle dichiarazioni rese dai colleghi nell'esplicazione delle rispettive posizioni, a mio giudizio, è stato di altissimo valore. E non mi farò condizionare da qualche giudizio, anche tranciante, che è stato indirizzato verso il mio partito, accusato ad esempio di ipocrisia. Quando si trattano argomenti così importanti, così delicati, capita che le ideologie possano prevalere sulla sostanza. 
  Il Partito Democratico ha profondamente riflettuto prima di predisporre questo atto, perché sente con grande senso di responsabilità il peso di questa decisione. Noi non crediamo che questo tipo di argomento debba essere affidato esclusivamente al rispetto pedissequo, in certi casi addirittura acritico, in taluni casi, me lo lasci dire, persino servile, dovuto ad un Accordo bilaterale nato subito dopo il secondo conflitto mondiale, che meriterebbe, a nostro giudizio, di essere riconsiderato, rivisitato. Quell'Accordo era stato calato, signor Presidente e colleghi, da un popolo vincitore ad un popolo vinto: più che un Accordo, al di là delle intenzioni di quella straordinaria nazione che sono gli Stati Uniti, che ci hanno liberato dal nazifascismo, per certi versi, si è trattato di un patto leonino. 
  Abbiamo nel nostro territorio delle enclave, delle basi; abbiamo degli ambiti territoriali che, di fatto, sfuggono al controllo effettivo, pieno del nostro Paese e sono affidati al controllo di un altro Paese. Io ne so qualcosa in quanto sardo, in quanto abitante di una regione che, giusto per accogliere l'invito di alcuni colleghi isolani, ma di un'altra isola, conferisce, ad esempio, ben il 70 per cento delle servitù militari. Però, non può essere taciuto il valore etico, prima ancora che politico, di un'alleanza che è quella che ci vede presenti nella NATO, che è l'accordo politico che chi mette nella condizione di appartenere a quella schiera di Paesi che non esportano la democrazia, ma cercano di viverla e di applicarla, creando le condizioni generali perché questa nasca dal consenso. 
  E, quindi, nel rigettare l'offerta che ci è pervenuta dai colleghi di SEL e del MoVimento 5 Stelle, finalizzata di fatto alla cancellazione di questo strumento definito MUOS, noi non ci pieghiamo in maniera servile ad esigenze di politica estera né, tanto meno, rinunciamo a considerare i problemi seri che ci sono. 
  Cari colleghi, nella nostra mozione si inserisce un elemento di straordinario valore e di assoluta novità: rispetto a quella che finora era la previsione legislativa, noi inseriamo un obbligo. Non più soltanto la facoltà di esercitare dei controlli, delle verifiche di carattere sanitario, ma pretendiamo, stabilendo un obbligo, quindi ricorrendo ad una forma prescrittiva, che con regolarità le autorità italiane svolgano controlli ai vari livelli, dall'ARPA regionale fino all'Istituto superiore di sanità, coinvolgendo anche quegli ambiti scientifici che il movimento libero dei cittadini dovesse ritenere di attivare per avere le più ampie garanzie. Intendo dire, intendiamo dire, come Partito Democratico, che se da una parte ci facciamo carico scientemente di rispettare sul piano politico un'alleanza che ci consente e ci permette di far parte del mondo libero che lotta, tanto più in questo periodo, contro rigurgiti e pulsioni di tipo autoritario e dittatoriale, non di meno ci facciamo carico di farci rispettare in casa nostra, di curare la salute dei nostri concittadini e il nostro ambiente. 
  Vorrei che fosse chiaro, signor Presidente, conclusivamente, che la cifra politica e direi etica di questo nostro atto di indirizzo può essere ricondotta ad un nuovo paradigma. È un paradigma del quale il nostro partito ha parlato in altre circostanze e che desidero riproporre. È un paradigma che è destinato a sovvertire lo scempio che spesso è stato determinato nel nostro Paese in nome della ricerca di presunti posti di lavoro. Noi al primo posto collochiamo la salute delle persone, successivamente collochiamo il rispetto dell'ambiente e soltanto al terzo posto, una volta che sono state ristorate queste esigenze, che definirei di carattere metafisico e che non sono nella disponibilità degli Accordi e tanto meno nella disponibilità del Parlamento, soltanto allora sarà possibile ristorare anche il primum vivere, che però non può avvenire a danno né della salute né dell'ambiente. Ecco, con questo provvedimento noi ci facciamo carico, come partito di Governo, di dare una risposta matura, di non lasciarci strattonare dalle ideologie, di non cedere alla tentazione di apparire a tutti i costi demagoghi e populisti, senza per questo far finta di niente, senza per questo fingere di non sentire le gravi preoccupazioni che ci sono nella regione siciliana. 
  Niscemi e quel territorio valgono quanto vale Perdasdefogu, quanto vale Capo Teulada, quanto vale Capo Frasca, quanto vale Porto Torres, dove l'industria ha inquinato e danneggiato irrimediabilmente l'ambiente, e quanto valgono altri siti, magari definiti parchi archeologici, nei quali si continua a sparare. Noi ci impegniamo con questa mozione a portare definitivamente questi temi in Parlamento; e come partito abbiamo fatto anche una legge che democratizza queste decisioni e che affida al Parlamento la titolarità piena di decidere cosa fare del territorio italiano. Noi ci impegniamo con questo documento a riportare nelle Aule parlamentari un modo di affrontare e di vedere le cose che ci porterà, secondo le nostre intenzioni, a liberare il nostro Paese dal bisogno senza dover pagare come prezzo la catastrofe che spesso ha determinato la morte di centinaia di persone o la distruzione del nostro patrimonio naturalistico. 
  Noi voteremo anche a favore della mozione a prima firma Dorina Bianchi, soprattutto per una questione di cortesia politico-istituzionale, sapendo che le prescrizioni contenute nel nostro provvedimento sono tali da garantirci quella tranquillità che prima di tutto, prima di offrirla agli abitanti della Sicilia, abbiamo bisogno di offrire alle nostre rispettive coscienze.