Data: 
Venerdì, 16 Gennaio, 2015
Nome: 
Marietta Tidei

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Presidente, onorevole sottosegretario, onorevoli colleghi, sono particolarmente felice di poter affrontare in quest'Aula il tema della tutela ambientale nel mio territorio, nel territorio di Civitavecchia. Un territorio che, come già ricordato dai colleghi, dal dopoguerra ad oggi ha subito una fortissima pressione ambientale. Ricordo che noi siamo stati sede di tre grandi centrali termoelettriche – erano ad olio combustibile, ora una funziona come un turbogas e l'altra a carbone, come è stato ricordato –, di un cementificio, di depositi costieri di carburanti e di un centro chimico, che ancora conserva gas nervini. 
Oltre a questo, siamo anche sede di un importante porto crocieristico, che vede al suo interno navi da crociera che sono delle vere e proprie città galleggianti, che emettono nel centro della città fumi, perché bruciano olio combustibile, e per di più senza alcun sistema di abbattimento delle emissioni. Quindi, è chiaro che Civitavecchia, così come tutto il suo comprensorio, hanno pagato alla sicurezza del sistema elettrico e del sistema dei trasporti nazionali un tributo altissimo in termini ambientali e in termini di salute pubblica. 
Zaratti ricordava lo studio epidemiologico del servizio sanitario della regione Lazio, che dice che tra il 2006 e il 2010 a Civitavecchia il quadro di mortalità per cause naturali e per tumori maligni eccede di circa il 10 per cento quello della popolazione residente nel Lazio nello stesso periodo. 
È chiaro che la situazione legata all'enorme pressione ambientale è grave, insostenibile, e dobbiamo tutti adoperarci per fare qualcosa. E concordo con l'onorevole Zaratti, quando dice che noi dobbiamo uscire dal carbone: io credo che dovremmo uscire dalle centrali elettriche, per la verità, perché credo che il nostro territorio abbia già dato, e quindi è chiaro che nel periodo di obsolescenza degli impianti si dovrà cercare qualche altra cosa, e sicuramente uno sviluppo alternativo rispetto, forse, anche un po’ alla monocultura dell'Enel, o comunque elettrica, che ha vissuto il nostro territorio. 
Quindi, è per questo che, anche con altri colleghi del PD, soprattutto colleghi della provincia di Roma, abbiamo presentato una mozione per il riesame dell'AIA 2013, secondo gli strumenti che ci fornisce, però, la normativa. Guardate, lo faccio in maniera convinta, perché credo che tutte le volte che si possa ridiscutere e che si possa cercare un miglioramento sui temi ambientali, sui temi della salute pubblica, vada fatto. 
Credo, però, che ci si debba attenere alla normativa, e lo faccio, però, partendo anche da premesse che sono anche un po’ diverse rispetto a quelle dell'onorevole Grande, che non vedo più in Aula. Io dico che oggi, fortunatamente, abbiamo un registro dei tumori, istituito nel 2013, e credo che, grazie a questo strumento, nel giro di qualche anno potremo avere dati certi rispetto all'effettiva incidenza di tutti questi fattori di pressione ambientale sui decessi. 
Oggi, fortunatamente, è stato riorganizzato l'osservatorio ambientale, che opera controlli sulla qualità dell'aria e che ci fornisce dati in parte rassicuranti, ma solo in parte, perché, invece, ci fornisce altri dati che non sono affatto rassicuranti. Secondo l'osservatorio ambientale, la qualità dell'aria rispetta sostanzialmente i criteri di protezione della salute e dell'ambiente dettati dalla normativa. Fa eccezione l'ozono, che fa registrare concentrazioni che superano i limiti di legge o sono ad essi molto vicine. 
La valutazione dell'osservatorio, centrata prioritariamente sulla protezione della salute, ha adottato i riferimenti dell'Organizzazione mondiale della sanità, che, per molti inquinanti, sono più restrittivi di quelli imposti dalla normativa. Questo approccio conferma la criticità dell'ozono, ma suggerisce di prestare attenzione anche al materiale particellare (PM10 e PM2,5), le cui concentrazioni in tutti i siti di rilevamento oscillano intorno ai valori di riferimento dell'Organizzazione mondiale della sanità. 
Dicevo inizialmente che, pur chiedendo al Governo il riesame dell'AIA, al fine di adeguare le emissioni e i riferimenti suggeriti dalle nuove BAT alla luce dei contenuti del BREF in corso di pubblicazione da parte della Comunità europea, faccio questa richiesta partendo da convincimenti diversi da quelli espressi dai miei colleghi. 
E, guardate, credo che questo sia l'unico modo per riaprire l'AIA, lo voglio dire, perché l'AIA non si riapre, ahimè, per una mozione di Tidei, di Zaratti o della Grande: si riapre per legge, se ricorrono alcuni requisiti. E proprio l'aggiornamento delle BAT potrebbe essere un requisito per riesaminare l'AIA. È per questo che chiediamo un impegno al Governo. Credo, però, che il rinnovo dell'autorizzazione integrata ambientale del 2013, rilasciato dal Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, introduca, invece, aspetti migliorativi rispetto al decreto VIA del 2003. 
Per questo credo che la mozione Grandi, in parte, sia suicida, perché se noi dobbiamo riaprire o riesaminare l'AIA, lo dobbiamo fare con l'intento di migliorarla, non di tornare a limiti che erano peggiori, se no sarebbe assurdo chiedere di ritornare in uno stato in cui la salute veniva protetta meno. Nello specifico, l'AIA del 2013 introduce la concentrazione giornaliera in chiave più restrittiva per tutti i macroinquinanti, ad eccezione del monossido di carbonio che resta inalterato; lascia inalterati i limiti orari degli ossidi di azoto e del biossido di zolfo, ma impone a quello delle polveri una riduzione quantificabile tra il 30 per cento ed il 50 per cento circa; interviene sui limiti inerenti le emissioni massiche, riducendo quelli delle polveri e del biossido di zolfo del 60 per cento e del 50 cento rispettivamente; introduce un limite massimo all'emissione del monossido di carbonio che non consentirebbe alla centrale di operare al massimo livello delle emissioni di questo inquinante per più di 10 mesi all'anno circa; fissa alle emissioni di diossine e furani, che non sono trattate nelle Bat, limiti 10 mila volte più bassi di quelli previsti per gli impianti di combustione dal Codice dell'ambiente. Credo, quindi, che invece di chiedere di tornare alle prescrizioni del 2003 noi dobbiamo andare avanti, anche perché ci sono degli aspetti che, secondo noi, sono migliorabili. Tra l'altro, voglio dire all'onorevole Grande, che mi dispiace sia andata via, perché si lancia il sasso e poi si ritira la mano, come spesso avviene da parte del MoVimento 5 Stelle che l'amministrazione comunale, in sede di Conferenza di servizi, aveva proposto alcune osservazioni, basterebbe rileggersi quei verbali, e credo che quei verbali siano facilmente accessibili, se volete ve ne invio una copia. Erano delle osservazioni anche relative alle quantità di carbone da bruciare e alle ore di funzionamento della centrale. Come tutti sanno l'autorizzazione integrata ambientale non la rilascia il sindaco o il consiglio comunale di Civitavecchia, la rilascia il Ministero e quelle osservazioni – ripeto che sono a verbale – non sono state prese in considerazione, a differenza di altre che invece sono state recepite in sede di Conferenza dei servizi; proprio quelle osservazioni sulla quantità di carbone da utilizzare e da bruciare, anche perché quella non è stata ritenuta una prescrizione della VIA. Abbiamo tutti detto che siamo a favore della riapertura dell’ AIA (qui chiaramente lo ribadisco, anche perché c’è scritto nero su bianco sulla nostra mozione) ma continuare a dire che l'AIA del 2013 consente all'Enel di bruciare 900 mila tonnellate di carbone in più, è una falsità, è un atto di disonestà intellettuale senza confini, anche perché basterebbe leggersi i dati di produzione dell'Enel del 2010, 2011, 2012, per capire che l'Enel bruciava già più di quattro milioni di tonnellate. Quindi, questi 3 milioni e 600 mila tonnellate che, secondo voi, erano previsti come prescrizione VIA, in realtà non era una prescrizione della VIA, altrimenti sapete che cosa vorrebbe dire ? Che l'Enel se ne sarebbe discostata di 400 o addirittura di 700 mila tonnellate di carbone in più come nel 2012, perché l'Enel nel 2012 prima della autorizzazione integrata ambientale del 2013, ha bruciato 4 milioni e 300 mila tonnellate di carbone. Allora se così fosse stato, vorrebbe dire, non solo che l'Enel avrebbe commesso un atto sicuramente censurabile sul piano penale, ma che tutti gli organismi di controllo avrebbero fatto una violazione gravissima e lo sapete che c’è l'ISPRA, che c’è l'ARPA. Significherebbe che per anni sarebbe stato consentito all'Enel di bruciare addirittura 700 mila tonnellate di carbone in più rispetto a quello che prevedeva il decreto di autorizzazione. Così non è stato, ma questo non lo dico io che non conto nulla e che onestamente su queste questioni confesso anche ignoranza, perché poi non siamo tutti tuttologi e quindi è chiaro che ognuno fa il suo lavoro, ma lo dice anche la direzione generale valutazione ambiente e non a Marietta Tidei, ma alla procura della Repubblica di Civitavecchia. E la procura della Repubblica di Civitavecchia che cosa fa giustamente ad un certo punto sollecitata dalle associazioni ambientaliste e anche dall'amministrazione locale che sostenevano che comunque l'Enel si discostava dai parametri di funzionamento autorizzati con il VIA del 2003 ? Chiede chiarimenti e accertamenti alla direzione generale valutazione ambiente. E che cosa fa la direzione generale valutazione ambiente ? Riunisce di nuovo la commissione tecnica per la valutazione di impatto ambientale, che nel 2014 tira fuori un bel parere che oggi ha anche la procura chiaramente, dove si dice che gli scostamenti non sono scostamenti relativi alla prescrizioni VIA, ma ai dati di progetto di Enel. 
Perché la VIA si occupa delle prescrizioni relative agli inquinanti in atmosfera. Quindi, continuare a dire questa cosa, non solo è falso, ma io – ripeto – adesso sfido chiunque, compreso il sindaco e l'onorevole Grande, a presentare un altro bell'esposto alla procura della Repubblica. Infatti se è vera questa cosa, che l'Enel in più di tre anni ha bruciato 500 o 700 mila tonnellate, qui saremmo tutti colpevoli, ma sarebbero colpevoli soprattutto quegli organismi preposti al controllo, che non lo hanno fatto. Siccome queste cose le ha chieste il procuratore della Repubblica, che tra l'altro, senza stare a fare nomi, era considerato un procuratore d'assalto sui temi ambientali, quello di Civitavecchia, io penso che, se la direzione generale ambiente dà un parere e risponde a quella nota di richiesta di osservazioni e di delucidazioni da parte della procura della Repubblica in questo modo, lo faccia a ragion dovuta. Non è che lo fa pensando alle scie chimiche, è chiaro ! Lo farà con dati certi, voglio immaginare. Infatti io credo che nei nostri ministeri lavorino tecnici che sicuramente sono più bravi di me o dell'onorevole Grande a vedere queste cose. 
Quindi non credo che ci sia stato un aumento dei limiti, così come mi preme dire alcune cose. Io sono la prima – ma lo dico con il cuore in mano – perché nelle nostre famiglie i malati di tumore o i morti ce li abbiamo avuti tutti. Poi c’è chi li mette suFacebook, e io rispetto il modo con cui ognuno di noi esterna il proprio dolore, e c’è chi non attacca i manifesti, però va rispettato anche questo di modo. Quindi questa non è una gara a chi è più ambientalista e a chi di noi è più bravo a tutelare l'ambiente, perché su tanti territori italiani dove c’è tanto inquinamento ci viviamo tutti. Io vivo a Civitavecchia, i miei nipoti vivono a Civitavecchia, di certo non voglio un aria insalubre. Per questo chiedo la riapertura della VIA, ma lo chiedo rispetto alle nuove tecnologie, alle BAT. 
E un'altra cosa mi preme dire, perché sulle mozioni a volte leggo dei dati che non so, insomma, io leggo la mozione della Grande, che parlava prima dell'agricoltura. Questo è il testo che ho stampato dal nostro sito della Camera. Si dice che questo studio di Greenpeace nell'aprile del 2012 per la centrale di Torrevaldaliga nord di Civitavecchia, riprendendo la stessa metodologia utilizzata dall'Agenzia europea per l'ambiente, stima tra gli impianti sanitari ed ambientali 13 morti premature e 156 miliardi di euro di danni all'agricoltura per l'anno 2009. 
Allora io mi permetto, sommessamente, di fare rilevare che qui si parla di 156 miliardi di euro di danni all'agricoltura per il 2009 e che 300 miliardi di euro è la cifra che Juncker – il Piano Juncker di investimenti – prevede di investire per tutta l'Unione europea. Figuriamoci noi se a Civitavecchia ci possano essere stati 156 miliardi di danni di euro all'agricoltura per l'anno 2009 ! Ora. chi conosce Civitavecchia sa che non siamo né le Langhe né la piana di Mineo e non siamo sicuramente un territorio dove si svolge attività di agricoltura intensiva. Io penso che siano anche pochi quelli che facciano l'agricoltura, anche oggettivamente, proprio per la compromissione già del territorio. Per carità, però se queste fossero le cifre. Credo che sia una cifra falsa quella che sia scritta, perché se questa fosse la cifra e se veramente ci fossero 156 miliardi di euro di danni e l'agricoltura costituisse un valore così importante in termini numerici, noi dovremmo, non chiudere le centrali, ma chiudere il porto e dovremmo metterci tutti a fare gli agricoltori ! 
Credo, invece, che noi, al di là di dividere e di dividerci su questa questione, senza starci ad accusare rispetto al passato e rispetto al futuro, dobbiamo chiedere al Governo di riaprire l'AIA, dobbiamo chiedere al Governo maggiore impegno, perché faccia sì che Enel ottemperi alle prescrizioni che ha ottenuto nell'AIA 2013 e soprattutto che l'ottemperanza a queste prescrizioni o meno sia resa pubblica. Infatti quello che non è più consentibile è che comunque in una città non si possa sapere nulla. I dati devono essere pubblici e soprattutto l'Enel, che comunque sul nostro territorio ha fatto affari d'oro – perché questo si deve assolutamente dire –, deve rendere non solo pubblici tutti i dati, ma deve ottemperare a tutte le prescrizione previste dalla VIA. Allora, questa deve essere la nostra battaglia, oltre al riesame. 
Un'ultimissima cosa, Presidente, – e mi avvio veramente alla conclusione – sulla stessa AIA e, quindi, una cosa per l'amministrazione locale. Infatti, la riapertura e il riesame dell'AIA può essere richiesto anche dall'amministrazione locale. Lo può fare il sindaco, lo può fare assolutamente. Però in questi otto mesi, al di là di qualche post su Facebook o di qualche comunicato stampa, io non ho visto nulla, non ho visto richieste ufficiali e un'amministrazione opera attraverso atti amministrativi, non opera attraverso i post su Facebook. In otto mesi l'assessorato all'ambiente ha prodotto due delibere e nessuna delle due è relativa a questo tema. Quindi, prima di dare colpe, adesso il MoVimento 5 Stelle governa la città, è giusto che si dia da fare anche sul tema, avrà la massima collaborazione anche dai rappresentanti istituzionali di altri partiti, tant’è che anche nella mia mozione c’è la richiesta di riesaminare l'AIA. 
Io prego il Governo sul serio, lo faccio di cuore, perché io credo che la mia città abbia pagato un altissimo tributo alla sicurezza del sistema elettrico nazionale, così come lo ha pagato alla sicurezza del sistema dei trasporti – accennavo prima, ha un grande porto –, e sono sicura che il Governo saprà dimostrare la disponibilità in questo caso e, quindi, concederà comunque il riesame dell'AIA, alla luce della revisione delle BAT.