Grazie, Presidente. La discussione di oggi è molto importante, anche perché è un tema che non riguarda l'oggi, ma riguarda sicuramente il domani, il futuro del nostro Paese e il futuro dell'Europa.
Proprio per questo credo che la discussione che dobbiamo fare stamani sia una discussione legata soprattutto al futuro, tenendo conto dello stato dell'arte del nostro Paese, degli edifici dell'Unione europea, ma soprattutto nell'affermare un principio: che le direttive europee, e questa è una di quelle, sono state nel passato e sicuramente anche nel futuro elemento di crescita del nostro Paese e non di distruzione o di difficoltà per i nostri cittadini. Questo è uno storytelling che, di fatto, anche stamane, in quest'Aula, alcuni deputati hanno letto nei propri discorsi e ragionamenti e credo che sia un errore, perché oggi, anche viste le peculiarità del nostro sistema, delle varie abitazioni che abbiamo nel nostro Paese, dobbiamo fare in modo che questa opportunità possa essere resa sostenibile.
E, proprio per questo, credo che non dobbiamo assolutamente pensare che l'Europa sia quell'organismo cattivo, quel soggetto cattivo che oggi impone, ogni volta, un elemento di difficoltà, ma dobbiamo affermare il contrario. Infatti, secondo i dati che emergono dai vari Stati membri, oggi sappiamo benissimo che, in tutti gli edifici del nostro del nostro continente, degli Stati membri, il 40 per cento dell'energia che consumiamo per ogni azione, per ogni impresa, per ogni abitazione, concerne solamente gli edifici pubblici, mentre il consumo del gas, sia diretto che indiretto, è pari al 36 per cento. Questo cosa vuol dire? Vuol dire che oggi dobbiamo effettivamente mettere mano a una situazione per cui, specialmente negli ultimi mesi, nell'anno scorso, abbiamo visto costi enormi arrivare sulla testa di molti cittadini, ma, soprattutto, di molte imprese.
Ecco perché dobbiamo risolvere questo stato dell'arte ma, soprattutto, questa difficoltà che esiste nel nostro Paese, ma anche in tutti gli Stati membri, e dobbiamo farlo attraverso l'azione. Perché, nei discorsi che ho sentito stamani, mi è sembrato che tutto quello che è successo in questi mesi - soprattutto, tutte le risorse che abbiamo impegnato per calmierare il costo della bolletta del gas o dell'energia elettrica - sia superato. No, questo è un dato che noi dobbiamo, invece, preservare e capire, che dobbiamo assolutamente cambiare.
E dobbiamo cambiare cercando di capire cosa è successo, perché, quando l'onorevole Mazzetti ci dice che, grazie al presidente Berlusconi, oggi le case sono molto più sicure o, comunque, il bene è molto più sicuro di prima, io vi posso dire che, grazie ai Governi che ci sono stati in questi 10 anni, siamo riusciti a porre in campo azioni concrete per mettere, soprattutto, in sicurezza le case e a creare un grande risparmio energetico. Questo vuol dire aiutare gli italiani, aiutare i proprietari del patrimonio italiano, e non solo, anche il patrimonio pubblico.
La nostra proposta, che è stata avanzata non solo in Commissione bilancio, ma anche in Commissione ambiente, di creare le condizioni per svolgere un'indagine conoscitiva che riesca a far capire cosa hanno prodotto i bonus in edilizia, non solo dal punto di vista del risparmio energetico, ma anche dal punto di vista del livello occupazionale e del PIL, è un elemento fondamentale per capire effettivamente cosa è successo, ma anche quello che dovremo fare nel futuro.
Questa indagine conoscitiva riuscirà anche a farci capire come potremo risolvere la questione del credito, che è un elemento fondamentale per riuscire a supportare questi bonus o tutte quelle proposte che emergeranno subito dopo aver capito, effettivamente, quale è stato il beneficio che questi bonus hanno portato.
Vede, Presidente, ci sono dei dati forniti da soggetti importanti, istituti importanti, come ENEA, Censis, ma, soprattutto, anche come CRESME: il rapporto 2022 dà una chiara indicazione sull'impatto che i bonus edilizi hanno avuto nell'economia italiana, soprattutto sul PIL, con il 13,9 per cento, che è il più alto d'Europa, e solo il superbonus ha contribuito, con il 22 per cento, alla crescita totale del PIL, trovando, soprattutto, rispondenza dal punto di vista degli occupati, dal punto di vista lavorativo: 460 mila in più rispetto al 2019.
Questo cosa vuol dire? Che abbiamo fatto centro. Se oggi gli investimenti dei Governi - credo che questo dovrebbe essere anche il futuro che dovremo, in questo caso, seguire anche nei prossimi provvedimenti -, se questa azione sono continuati e, soprattutto, possono riuscire a dare un assetto concreto al sistema dei bonus in edilizia, noi riusciremo sicuramente a supportare anche quelle azioni che oggi ci vengono richieste dall'Europa, azioni che devono essere anche attenzionate.
Noi sappiamo benissimo anche le difficoltà che troveremo nel percorso, le peculiarità del nostro patrimonio non solo residenziale, ma anche storico e pubblico, sappiamo benissimo che oggi servono risorse. Io spero che, da qui alla votazione del 13 marzo in sede plenaria, ci sia anche un'attenzione a supportare dal punto di vista economico, attraverso anche un fondo simil SURE, che ci può effettivamente dare quella capacità, anche economica, di supportare questa grande mole di lavoro.
E, guardate, se il settore dell'edilizia è stato negli anni un settore fondamentale per la nostra economia italiana, ma, allo stesso tempo, però, ha creato anche problemi di consumo di suolo, forse l'idea di incentivare anche la capacità di rinnovare i nostri beni immobiliari, ma, soprattutto, i beni pubblici, oggi è una scelta ideale che dobbiamo fare. Avere luoghi pubblici, edifici pubblici, scuole, ospedali, caserme o anche altri edifici dove c'è un risparmio del 100 per cento dal punto di vista dell'energia e del gas, da parte nostra è una scelta che dobbiamo fare a prescindere, perché è una scelta ideale, etica, perché dobbiamo assolutamente riuscire a far diventare il nostro Paese un posto migliore.
Mi avvio a concludere, Presidente. Noi, con questa mozione, chiediamo al Governo, di riuscire a rispettare questi due traguardi che l'Europa ci ha dato - il 2030 e il 2050 -, che siano traguardi e che non siano asticelle da saltare di nuovo, perché ci sarebbe una difficoltà vera, anche perché, oggi, siamo di fronte ad una rivoluzione necessaria, con questa necessità che l'Europa ci chiede, ma non solo l'Europa, anche i cittadini, perché capiscono che oggi risparmiare può essere un elemento positivo anche per il futuro. Noi oggi chiediamo all'Europa una flessibilità temporale per riuscire veramente a capire le peculiarità ed intervenire proprio per riuscire ad accompagnare questa direttiva, cercando di creare adeguati strumenti per poter supportare la direttiva stessa, escludendo sicuramente gli edifici protetti dal valore storico ed architettonico, i luoghi di culto, i luoghi legati alla Difesa - dove, logicamente, è possibile -, ma, soprattutto, per riuscire anche a supportare, dal punto di vista del credito, tutta questa trasformazione che sarà in atto e che porterà sicuramente un beneficio economico. Il credito, certo, è l'elemento fondamentale.
Noi crediamo che oggi sia opportuno supportare il sistema bancario attraverso strumenti con i quali il percettore di ultima istanza può essere anche il sistema economico statale, ad esempio CDP e altre strutture che sono fortemente patrimonializzate. Soprattutto, è necessario l'aiuto di sistemi regionali, enti regionali o comunali dove le società, le utilities, possano influire ed aiutare in questo processo.
L'altro aspetto fondamentale è che, dopo l'indagine conoscitiva, sia approvata da parte del nostro Parlamento una legge che possa effettivamente identificare o, comunque, proporre uno strumento che sia strutturale, per i prossimi dieci anni, con il quale definire, attraverso un testo unico, tutti gli incentivi che possano essere utili a migliorare l'efficientamento energetico nel nostro Paese. Mi riferisco a un testo unico che possa essere sicuramente condiviso e supportato da una serie di concertazioni, che sicuramente ci saranno, con la parte datoriale e con la parte sindacale, con i cittadini e con i proprietari di case. Noi crediamo, infatti, che quando si fanno trasformazioni del genere, azioni del genere è giusto che ci sia una grande concertazione.
Noi, colleghi, proprio quali deputati della Repubblica, abbiamo il dovere di supportare questo processo e di far diventare il nostro Paese un luogo migliore, nel quale i nostri figli potranno vivere la propria vita soprattutto rispettando quei processi e quegli obiettivi ambientali, sociali ed etici che la nostra Costituzione ci ha dato, proprio per poter dare, in futuro, ai nostri figli quelle economie, non per pagare le bollette energetiche, ma per poter formarsi e affrontare la propria vita e il proprio lavoro in maniera migliore.