Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 24 Marzo, 2021
Nome: 
Chiara Gribaudo

Mozione

Grazie, Presidente, Ministra, voglio ricordare a quest'Aula che non è la prima volta che affrontiamo il dibattito sulla parità di genere, né che votiamo una mozione così importante. Se da un lato possiamo essere soddisfatti, perché la nostra battaglia culturale trova sempre più spazio e condivisione anche nel dibattito pubblico, dall'altro, è doveroso essere sincere e sinceri con noi stessi e con i cittadini che ci ascoltano. Se misuriamo i passi che abbiamo fatto, di volta in volta, fra una mozione e l'altra, un anno dopo l'altro, con leggi di bilancio e riforme, scopriamo che la distanza sulla strada per la parità piena non si è ridotta perché i nostri passi sono stati troppo brevi. La pandemia ha rappresentato un terremoto distruttivo in un Paese già lacerato sulle disuguaglianze di genere, in cui l'occupazione femminile era inferiore di 18 punti a quella degli uomini e le donne venivano pagate meno degli uomini e a decine di migliaia si licenziavano ogni anno per la mancanza di servizi all'infanzia. Il 70 per cento dei 440 mila posti di lavoro persi nel 2020 è delle donne. Le donne si sono trovate e si ritrovano ancora oggi a fare welfare al posto dello Stato. Abbiamo legittimato la possibilità di lavorare in smart working e contemporaneamente accudire i figli, una scelta che ricade, per la quasi totalità, sulle spalle delle donne e che sta causando danni psicologici ancora indefinibili a migliaia di madri e di bambini mentre la DAD mette a rischio l'istruzione delle nuove generazioni. Dobbiamo dire basta all'impostazione che fa pagare il prezzo della pandemia a donne e giovani. Alla luce dei dati, le scuole in sicurezza devono riaprire. Serve allargare i congedi parentali a tutte le categorie di lavoratori, ma soprattutto serve tornare a scuola perché, in un Paese che ha a cuore il proprio futuro, la scuola dovrebbe essere l'ultimo luogo da chiudere (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico). Bene che il Presidente Draghi questa mattina al Senato abbia speso parole in questo senso, ci auguriamo che arrivino presto i provvedimenti conseguenti, anche perché, quando parliamo di mura domestiche - lei lo sa bene, Ministra -, non dimentichiamoci quello che è accaduto in questo anno terribile: le chiamate al numero antiviolenza hanno registrato un incremento del 73 per cento durante il lockdown, nel 2020 sono avvenuti 112 femminicidi, uno ogni tre giorni. È su tutte queste sofferenze economiche, fisiche, psicologiche delle donne che noi oggi dobbiamo scegliere se vogliamo essere un Paese decadente e una democrazia limitata, o se vogliamo avere il coraggio di porre le fondamenta di una società nuova, nella quale a tutti i cittadini e le cittadine sia consentito di dare pienamente il loro contributo alla Repubblica. Diciamoci allora che quel che abbiamo fatto finora non è abbastanza. Se questo Parlamento e questo Governo vogliono imprimere una svolta, le cose da fare sono chiare e semplici: istituire un congedo di paternità di cinque mesi per una vera condivisione e non conciliazione delle responsabilità e dei tempi genitoriali (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico); approvare una legge sulla parità salariale, dando seguito all'impegno della Commissione lavoro; potenziare davvero i centri antiviolenza e aiutare le vittime di maltrattamenti e di revenge porn a risollevarsi con percorsi psicologici ed aiuti economici; finanziare gli asili nido per andare oltre la soglia europea del 33 per cento e spingerci verso la richiesta dell'80 per cento dell'Alleanza per l'infanzia, in modo da creare posti di lavoro e contemporaneamente dare libera scelta a tutte le donne lavoratrici. Tutto questo abbiamo il dovere di farlo anche attraverso il Piano nazionale di ripresa e resilienza. Non basta che il principio della parità sia trasversale e che le misure siano soggette a valutazione preventiva. Il commissario Gentiloni ieri lo ha detto chiaramente: dai titoli del Piano si deve passare ai progetti, perché solo valutando i progetti sapremo davvero quali effetti riusciremo a produrre sull'occupazione, sul rispetto dei diritti, sulla tutela della violenza fisica e sull'economia. Concludo, Presidente, dicendo che, per tutti questi motivi, il Partito Democratico oggi voterà a favore di questa mozione, che pone al Governo tanti e indispensabili impegni per sanare queste disuguaglianze di genere e ringrazio tutte le colleghe per il lavoro e anche i colleghi uomini del Partito Democratico, che sono tra i pochi intervenuti in quest'Aula. Ma l'impegno vero che chiedo a tutti noi e al Governo ovviamente è quello di ritrovarci qui, a mettere in fila le disgrazie e a provare ad affrontare il problema perché un Paese più equo per le donne è un Paese più equo per tutti.