Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 2 Luglio, 2014
Nome: 
Andrea Giorgis

Signora Presidente, a dire il vero mi sfugge quale sia poi la conclusione che propone l'onorevole Di Battista, cioè non saprei ben dire qual è il rimedio e l'azione che suggerisce di intraprendere. Spero però che quando – fra poco – discuteremo della modifica del Regolamento della Camera, ci sia almeno la coerente capacità di dare seguito a quell'idea che caratterizza la discussione finora svolta, di fare in modo che quest'Aula si concentri prevalentemente su atti normativi e si riducano i tempi di discussione su ordini del giorno e su un ostruzionismo meramente declamatorio. Nel merito, che è importante: adoperarsi per il garantire il pieno ed effettivo esercizio della libertà religiosa e della connessa libertà di coscienza significa adoperarsi per garantire i presupposti della democrazia pluralista e della separazione tra ordine civile ed ordine religioso. 
  Con l'affermarsi della libertà religiosa, lo Stato diviene infatti laico e l'obbedienza al potere politico cessa di essere configurata come un dovere di coscienza. Su questo presupposto poggia l'intero edificio costituzionale dei diritti civili, di separazione individualista, basati cioè sull'autonomia e sulla priorità dell'individuo rispetto all'istituzione politica. 
  Su questo principio – come è stato anche ricordato nei precedenti interventi – poggiano tutti gli ordinamenti democratici pluralisti, che mettono al centro il valore della persona. 
  In questa prospettiva e per tutelare questi fondamentali principi si muovono le mozioni proposte dagli onorevoli Binetti, Patriarca ed altri e la mozione proposta dagli onorevoli Fratoianni, Scotto ed altri. Entrambe queste mozioni chiedono al Governo un impegno concreto, affinché cessino le violenze che si consumano in diverse parti del mondo nei confronti delle minoranze religiose. Si tratta di due mozioni, specie dopo la riformulazione proposta dal Governo, che ribadiscono la necessità di contrastare ogni forma di discriminazione religiosa ed ogni forma di violenza e, in questi termini, si tratta di due mozioni che riaffermano i principi fondamentali della nostra stessa democrazia costituzionale. Per queste ragioni noi voteremo a favore di entrambe le mozioni. Non altrettanto, invece, purtroppo, sembrano fare le mozioni presentate dall'onorevole Rampelli ed altri e la mozione presentata dall'onorevole Giancarlo Giorgetti ed altri. 
  Non tanto perché denunciano, come è inevitabile che sia, la gravità delle violenze che si consumano in diverse parti del mondo quanto perché insistono, sia nella parte motiva sia nella parte del dispositivo, nell'affrontare il problema in termini di inasprimento e di conflittualità e soprattutto negando quelle che sono le caratteristiche di ogni ordinamento costituzionale che riconosce piena ed effettiva garanzia alla libertà religiosa. Alludo alla riproposizione dell'odioso principio di reciprocità e alludo alla proposta di interrompere ogni relazione commerciale e ogni relazione diplomatica con i Paesi che non garantiscono tale diritto. 
  Il principio di reciprocità, inteso così come viene inteso dalla mozione Giancarlo Giorgetti e dalla mozione Rampelli, è, infatti, un principio che offende il nostro ordinamento costituzionale nella misura in cui pensa di subordinare l'effettività del principio pluralista e l'effettività della libertà religiosa, che è garantita negli ordinamenti costituzionali, alla analoga tutela dei Paesi dai quali provengono i cittadini che ne chiedono l'esercizio. È del tutto evidente che negare il diritto di libertà religiosa o limitare, ad esempio, il diritto ad esercitare collettivamente attraverso l'edificazione di luoghi di culto il diritto di libertà religiosa nel nostro Paese a coloro i quali provengono da Paesi che non garantiscono altrettanta libertà e altrettanto diritto significa mettere in discussione la caratteristica fondamentale del nostro ordinamento costituzionale il quale, come ha più volte ricordato la Corte, garantisce questi diritti a tutti coloro che sono sottoposti alla sovranità della nostra Costituzione indipendentemente da quello che è l'ordinamento giuridico, da quelle che sono le caratteristiche dell'ordinamento giuridico dal quale queste persone provengono. Ecco allora che ribadire la necessità di un forte impegno del Governo per fare sì che in tutte le parti del mondo sia pienamente garantita la libertà di religione e sia pienamente garantito l'esercizio della libertà di coscienza è un modo per riaffermare i principi di democrazia e il principio della dignità dell'essere umano. Ed è per tali ragioni, ripeto, che noi voteremo a favore, con convinzione, delle due mozioni Binetti e Fratoianni e voteremo, invece, contro le mozioni Giancarlo Giorgetti e Rampelli anche perché i presentatori non sono stati disponibili ad accogliere le equilibrate proposte di riformulazione avanzate dal Governo (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).