Data: 
Giovedì, 10 Aprile, 2025
Nome: 
Laura Boldrini

La ringrazio, signor Presidente. Signor Presidente, tra qualche giorno, il 14 aprile, ricorre la commemorazione delle vittime dell'Operazione Anfal in Iraq, forse il più efferato tentativo di annientare la popolazione curda, che tutt'oggi subisce una feroce repressione da tutti i regimi che guidano i Paesi in cui i curdi vivono e mi riferisco alla Siria, all'Iraq, all'Iran, alla Turchia, oltre al tentativo fatto dall'ISIS, contro cui i curdi hanno combattuto. L'Operazione Anfal compiuta da Saddam Hussein tra il 1986 e il 1988 causò la morte di 182.000 curdi, uccisi con armi chimiche, ordigni a base di gas nervino e iprite. Molti furono seppelliti in fosse comuni, tra loro anche donne e bambini. Quando dopo la Prima guerra del Golfo andai in missione in Kurdistan iracheno, incontrai alcuni sopravvissuti a quell'orrore.

C'erano campi solo di donne, abitati solo da donne, da vedove con bambini e bambine, perché gli uomini e i ragazzi erano stati portati via e uccisi dalle forze di Baghdad; donne che, ancora in quel momento, anni dopo, si disperavano perché non sapevano più nulla. Non sapevano nulla dei loro figli, dei loro mariti e chiedevano giustizia; e nessuno sembrava ascoltarle. Centinaia di villaggi vennero distrutti in quell'operazione Anfal, nel tentativo di cancellare la cultura curda e arabizzare il territorio.

I curdi, signor Presidente, rappresentano uno dei più grandi gruppi etnici (sono tra i 20 e i 30 milioni di persone) a cui non è riconosciuto uno Stato nazionale indipendente. È anche uno dei più perseguitati, come dimostra l'operazione Anfal e come dimostra anche lo sterminio degli yazidi, minoranza etnica, religiosa che è parte integrante del popolo curdo.

Quest'Aula - e concludo, signor Presidente - tra non molto sarà chiamata a votare una mozione, a mia prima firma, che impegna il Governo a riconoscere proprio il genocidio degli yazidi, perpetrato dall'ISIS e su cui auspico l'unanimità da parte di tutte le forze politiche. Chiudo, Presidente, dicendo che quest'Aula deve però anche ricordare e parlare di quello che ha subito tutto il popolo curdo nelle tante violente repressioni messe in atto dai vari Governi. Dunque, davanti a questo, dobbiamo fare di più, non possiamo tacere e non possiamo non condannare il disegno di sterminio del popolo curdo.