Discussione generale
Data: 
Lunedì, 6 Marzo, 2023
Nome: 
Augusto Curti

A.C. 930

Grazie, Presidente. Presidente, onorevoli colleghi, prima di esprimere all'Assemblea alcune considerazioni sul provvedimento in esame, vorrei operare una premessa che ritengo necessaria. Sono originario di Force, un piccolo comune della provincia di Ascoli Piceno, nelle Marche, oggi classificato nel cosiddetto cratere sismico. Ero sindaco nella tragica notte del 24 agosto 2016 e lo sono stato fino a qualche anno fa, al termine del mio terzo mandato. Dunque, ho vissuto questa terribile esperienza del terremoto da cittadino e da amministratore. Nel frattempo, sono state anche rappresentante in seno alla Cabina di regia, con il precedente commissario alla ricostruzione, Legnini.

Dico questo, Presidente, solo perché oggi, in quest'Aula, voglio provare a portare una riflessione con la cognizione di causa di chi, dal 2016, vive in un territorio gravemente ferito e che, con grande fatica, sta lottando per risollevarsi.

Il senatore, nonché commissario alla ricostruzione, Guido Castelli, qualche giorno fa, in Senato, ha fatto questa citazione, che voglio ripetere: c'è “il partito del visto con gli occhi, l'altro è il partito del sentito dire”. Nel ribadire le cose che avevo appena detto, credo di far parte del primo partito. Alla citazione del senatore Castelli, voglio aggiungere che, a mio avviso, oltre ai partiti di chi ha visto con i propri occhi e di chi ha sentito dire, oggi c'è anche il partito di chi ha visto con i propri occhi, ma che sembra neppur aver sentito dire.

Infatti, signor Presidente, oggi, qui, in quest'Aula, voglio rappresentare le ragioni della nostra gente, esprimendo un giudizio assolutamente negativo sul decreto in esame. Allo stesso tempo, con il senso di responsabilità, che mai ci abbandona in questi casi, sono qui ad appoggiare quelle poche misure che, anche grazie allo strenuo lavoro profuso in Commissione al Senato dai colleghi del Partito Democratico, rappresentano sostegni irrinunciabili per i territori interessati dalla ricostruzione.

Presidente, considerare questo provvedimento come il decreto della ricostruzione, significa fallire miseramente l'approccio a questo passaggio cruciale. Infatti, prevedendo misure scarse e insufficienti, il decreto si limita a riaffermare un principio cardine, che, da oltre 5 mesi, illumina soltanto gli incerti passi dell'Esecutivo, gettando nelle tenebre il Paese. Questo Governo, impegnato in un'opera di sistematica distruzione delle certezze dei cittadini, dimostra di non possedere né la sensibilità, né la cognizione di causa per sviluppare un vero piano di ricostruzione. E nascondersi sistematicamente dietro al cespuglio delle questioni di fiducia, dei decreti blindati, degli emendamenti affossati e dei tempi contingentati, mortificando quel cardine della nostra democrazia che è il percorso parlamentare, non li salverà sicuramente dal giudizio che la storia sta già maturando nei loro confronti.

Entrando nel merito, Presidente, il provvedimento di fatto si pone l'obiettivo di affrontare tre criticità: la prima è quella del terremoto del centro Italia e del terremoto di L'Aquila; la seconda è quella delle due emergenze nell'isola di Ischia; la terza è quella dell'alluvione, nuovamente nella mia regione, della zona di Senigallia e nel centro nord delle Marche.

Se partiamo dalla prima, è inevitabile che all'interno di questo provvedimento ci sia qualche importante passo avanti. Penso, per esempio, al personale. È bene continuare sul percorso che era stato tracciato dal precedente commissario, perché quel percorso già avviato delle stabilizzazioni oggi sembra, oltretutto, che lo si voglia far passare per cosa nuova, ma in realtà stiamo parlando della naturale continuazione di un percorso di stabilizzazioni avviato e in parte già realizzato dal precedente Governo e della precedente struttura commissariale. Tant'è che, a conferma di ciò, le risorse che vengono utilizzate per fare queste stabilizzazioni sono state stanziate già nei precedenti Governi, in particolar modo: 5 milioni nel 2020, 31 milioni nel 2021 e ben 83 milioni di euro nel 2022. Ma, ripeto, ben venga che questo Governo e la nuova struttura commissariale vogliano continuare su quel percorso, che era già stato avviato. Così come bene anche per altri provvedimenti che sono all'interno del decreto. Penso all'anticipo dell'IVA.

Ma la verità, signor Presidente, se parliamo di ricostruzione del centro Italia, è un'altra: mentre ci si predisponeva ai lavori per la conversione di questo decreto, mentre il neo commissario Castelli ci informava anche sui territori della sostanza di quelle misure, il Governo - e io credo, temo, forse anche a completa insaputa dello stesso commissario - approvava il decreto sui bonus edilizi, che, in un solo colpo, demoliva e metteva in ginocchio la ricostruzione. Infatti, un conto è convergere sull'idea che il superbonus andasse normalizzato, combattendo le speculazioni, rilanciando in maniera strutturale il circuito delle cessioni del credito e ponendo regole più ferree, altro conto è operare in maniera semplicistica e, lasciatemelo dire, non adeguata alla capacità che un Ministro o un parlamentare debbono poter assicurare, sterilizzando un intero impianto normativo. Citando il famoso detto, è come dire che l'operazione al Governo Meloni è riuscita, ma purtroppo il paziente è morto. Ma è gravissimo se si pensa che nessuno - e ripeto, nessuno - abbia pensato che, in tema di superbonus, non mantenere le modalità di fruizione dello sconto in fattura e della cessione del credito per i comuni della ricostruzione sismica, significasse non consentire a migliaia di famiglie di ricostruire la propria abitazione. Senza fare tanti giri di parole, a quelle famiglie state distruggendo per la seconda volta la loro abitazione.

Ed è completamente spiazzante, ancora, il fatto che il commissario Castelli, dopo il passaggio del provvedimento al Senato, abbia dichiarato alla stampa, contro la realtà dei fatti, che entrambe le misure fossero state ripristinate nei territori dei comuni terremotati. Conoscendo il senatore Castelli posso solo pensare che, anche in questo caso, sia stato vittima di un fuoco amico. E mi permetto, magari, anche di suggerirgli, da conterraneo, maggiore attenzione nelle dichiarazioni.

E anche sulle dichiarazioni serve chiarezza, perché la politica parla con gli atti e i provvedimenti che prende. Lo dico perché, apparentemente, tutte le forze politiche sembrano essere d'accordo a ripristinare il superbonus per i comuni del cratere. Apro una parentesi: poi fa ridere che chi ha causato il problema, oggi è lo stesso che dice che sta lavorando per risolvere il problema. Bastava semplicemente, forse, non causarlo. E chiudo parentesi. Comunque, ripeto, tutte le forze politiche sembrano essere d'accordo, ma quando si arriva al dunque, puntualmente, vanno dall'altra parte. Allora chiariamoci una volta per tutte: se siete d'accordo, votate a favore dell'emendamento per ripristinare il superbonus; diversamente, smettetela di raccontare falsità ai terremotati.

A dimostrazione di quanto siete lontani da quei problemi, dai nostri problemi, vi porto solo un altro esempio, che contiene questo provvedimento, sulle scuole. Si interviene con un provvedimento molto atteso, lo confermo, lo aspettavamo da quando ero sindaco. Quindi, ripeto, un provvedimento molto atteso, a garanzia della tenuta delle scuole per quelle comunità. Tuttavia, il comune Arquata del Tronto, uno dei luoghi simbolo nella regione Marche di quel triste 24 agosto, per come è stato scritto, di fatto, non ne potrà beneficiare, così come tanti altri comuni. Allora, mi domando che senso abbia portare un provvedimento e non accogliere degli emendamenti presentati, per correggere e per dare una risposta a quei territori che la aspettano. Se poi passiamo alle altre due emergenze, di cui si occupa il provvedimento, ci rendiamo conto di come il Governo, nel voler affrontare questioni che richiedono risposte immediate e tempestive, di fatto, non sa che pesci prendere. Infatti, sull'emergenza dell'isola d'Ischia, il provvedimento è ancora più vuoto rispetto ai provvedimenti sulla ricostruzione del Centro Italia, mentre per quanto riguarda le comunità alluvionate dal 2022 delle Marche, proprio qui vediamo che non esistono misure. In conclusione, signor Presidente, abbiamo presentato degli emendamenti e auspico che, di fronte alle tragedie, l'impegno torni ad essere comune, partendo oggi da quest'Aula. Almeno su temi di tale rilevanza e di assoluta sensibilità, spero che si torni al valore della condivisione e chiedo, dunque, che i correttivi, da noi reclamati e formalizzati attraverso il processo emendativo, siano accolti in qualsiasi forma e in qualsiasi contesto, perché, Presidente, respingendo quegli emendamenti il Governo e quest'Aula non fanno un torto alle opposizioni, ma, di fatto, girano le spalle a chi oggi, invece, ripone fiducia nelle istituzioni.