Data: 
Giovedì, 14 Giugno, 2018
Nome: 
Alessia Rotta

Presidente, colleghi, intervengo per una denuncia; la denuncia è che il mar Mediterraneo è tornato ad essere una tomba. Appena ieri, la nave Trenton, che aveva soccorso quaranta superstiti e dodici morti, in assenza di celle frigorifere e, soprattutto, in assenza di qualcuno che li accogliesse ai porti, i vivi e i morti, ha dovuto gettare i morti in mare. Allora, il mar Mediterraneo, nell'attesa di conoscere la prossima mossa tattica del Ministro dell'interno Salvini e nel silenzio più totale del Ministro Toninelli, torna ad essere una tomba.

Il Ministro Salvini, ieri, al Senato, ha detto che lui parla di coerenza, di dignità e, persino, di umanità; vorremmo sapere dove sta, qui, l'umanità. Ha detto: salviamo le vite umane, sono stufo dei morti di Stato. Io direi che si potrebbe anche limitare a “morti”, perché i vivi, ma ancor più i morti, lo ricordiamo, anche in guerra, non hanno nazionalità, non hanno bandiera; anche in guerra, si dà dignità di sepoltura ai morti, cosa che non accade. E questo è un fatto che disonora grandemente il nostro Paese, non solo perché non dà risposte, ancora oggi, alle quaranta persone che sono state soccorse e salvate, ma perché non ha dato dignità di sepoltura a quelle dodici persone, morte in mare, sotto gli occhi dei propri compagni di viaggio.

Allora, forse, è utile ricordare al novello Creonte - così lo chiameremo, non vogliamo dargli così dignità, ma penso che così lui si senta -, Salvini, che noi siamo dalla parte di Antigone; siamo dalla parte di chi dice che ci sono una legge non scritta e un dovere morale che devono prevalere nei confronti dei morti e il rispetto dei vincoli affettivi contro la ottusa ragione di Stato, perché questa ottusa ragione di Stato – così crediamo fortemente sia –, in nome della patria, diventa tirannia.