Grazie, Presidente. Sì, su questo stesso argomento perché quanto accaduto ieri a Torino - con l'arresto di Al-Masri, questo poliziotto libico e poi la sua liberazione, il rapido ritorno in Libia - è qualcosa di particolarmente inquietante e anche noi vorremmo sapere dal Ministro Nordio cosa è accaduto e perché c'è stato questo epilogo.
Vede, Presidente, in questi anni le vicende dei rapporti con la Libia sono state particolarmente oscure ma i risultati di quelle vicende, purtroppo, sono davanti agli occhi di tutti da troppi anni. Io mi ricordo bene quando Papa Francesco ha definito i centri di detenzione in Libia i lager del nostro secolo.
Ecco quei lager sono gestiti da persone, da esseri umani e sembra che questo signore sia uno dei responsabili di tante delle violenze e dei crimini avvenuti nel suo Paese, all'interno di questi luoghi, tanto che la Corte penale internazionale lo stava attenzionando da tempo, aveva chiesto il suo arresto, l'Interpol lo cercava da tempo e questo signore era in giro nel nostro Paese. Bene avevano fatto le nostre Forze dell'ordine a fermarlo e ad arrestarlo.
Ora dovremmo capire, vorremmo capire, non solo pensando a tutti quegli uomini e a tante donne, anche ragazze minori che in questi anni hanno subito violenze atroci (alcuni sono stati uccisi, molti hanno subito violenze sessuali in quei luoghi), per la loro giustizia, in loro nome, che cosa è accaduto, come l'Italia abbia deciso di liberare così rapidamente questo uomo e farlo ritornare nel suo Paese.
Infatti, gli accordi stipulati in questi anni dall'Europa e dal nostro Paese con la Libia sono stati anche oggetto di interlocuzione, scontro, pareri opposti politici - come è giusto e normale che sia - ma la responsabilità penale individuale di un uomo, per il nostro diritto, per la nostra civiltà, è molto importante e decidere di liberare e di rimandare in Patria impunemente un uomo che è stato raggiunto da mandati di cattura internazionali è una scelta politica molto importante e significativa della quale vorremmo aver conto da questo Governo. Noi aspettiamo e in nome dei tanti torturati, in nome di chi è morto, in nome di chi non ce l'ha fatta ma anche in nome del diritto - penso a chi quotidianamente si batte per i diritti umani, per i diritti delle persone, di coloro che hanno subito uno schiaffo grave da quello che è accaduto ieri - vorremmo aver conto dal Governo di come questa violazione sia stata possibile.