Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 2 Maggio, 2019
Nome: 
Anna Ascani

A.C. 682-A ed abbinate

 

Grazie, Presidente. Come altri colleghi hanno già fatto, credo che, per spiegare l'importanza di questa legge che oggi andiamo a votare, bisogna anzitutto chiedersi cosa nel 2019 significa la parola educazione: se significhi accendere un fuoco o riempire un secchio, spesso si è dibattuto di questo. La traduzione è: significa ancora trasmettere solo nozioni oppure significa qualcos'altro? Il sistema nazionale di istruzione e formazione nella storia di questo Paese ha rivestito un'importanza straordinaria, perché ha educato, tirato fuori dall'ignoranza, dall'analfabetismo, milioni di italiani. E quindi lì, sì, trasmettere nozioni è stato importantissimo, perché per la storia di questo Paese ha significato crescita sociale, culturale, politica e anche economica. E quindi quel tipo di educazione ha svolto un ruolo importantissimo.

Mia nonna, che è nata nel 1917, scomparsa poco tempo fa, aveva fatto solo la quinta elementare e mi diceva: sapere per noi era un lusso, qualcosa che toccava a pochi, in una famiglia con dieci figli pochi erano quelli che potevano arrivare fino in fondo ad un percorso di istruzione. La generazione dei nostri genitori è stata quella della svolta, noi siamo la generazione più formata di sempre, però qualcosa è cambiato. Allora, cosa significa educazione nel 2019? Significa qualcosa di molto diverso, significa orientarsi in una mole di informazioni mai vista prima. L'ho detto anche in discussione generale, un ragazzino con un telefono in mano ha più nozioni a disposizione di quanti ne avesse il Presidente Bill Clinton dal suo ufficio nella Casa Bianca. E questo è straordinariamente nuovo e straordinariamente sfidante, perché l'insegnante non deve più trasmettere soltanto una nozione che lui conosce e il ragazzo che ha di fronte no, perché purtroppo un motore di ricerca ci restituisce in frazioni di secondo tutte le informazioni che un insegnante può trasmettere, eppure il suo ruolo è più importante, perché è il ruolo di chi ci insegna a discernere le informazioni e ad utilizzarle, cioè insegnare il pensiero critico.

Nell'epoca della democrazia cognitiva, in cui si è cittadini pienamente soltanto se si conosce come le informazioni vengono formate e come le si può utilizzare, la scuola svolge un ruolo fondamentale. E nella scuola un ruolo fondamentale ce l'ha sicuramente l'educazione civica, perché non c'è un algoritmo, non c'è una app che possa insegnarci a discernere le informazioni, che possa insegnarci cosa è vero e cosa non lo è, che possa insegnarci cosa ci è utile e cosa, invece, è semplicemente una nozione che resta lì, che non ci è utile, che non serve, che non è in qualche modo funzionale allo sviluppo della persona e della società.

Come sappiamo, l'educazione alla cittadinanza ha una storia molto lunga in questo Paese, viene addirittura da un ordine del giorno di Aldo Moro, che, mentre si scriveva la Costituzione, ebbe l'intuizione di dire che in tutte le scuole, di ogni ordine e grado, si doveva insegnare quella Costituzione, si doveva cioè lasciare ai nuovi cittadini la consapevolezza dell'importanza di quella Carta che si andava scrivendo insieme. E da allora ognuno ha fatto un piccolo passo perché l'educazione alla cittadinanza e alla Costituzione diventasse vita quotidiana delle nostre scuole.

L'ha ricordato l'onorevole Gelmini, anche noi, all'interno della legge n. 107 del 2015, abbiamo inserito le competenze di cittadinanza come competenze fondamentali, perché appunto siamo convinti che quell'intuizione di Aldo Moro sia oggi più che mai un'intuizione giusta: non solo conoscere, ovviamente, la nostra Carta costituzionale, ma capirne anche le implicazioni, capire cosa significa oggi applicare quei principi straordinari alla vita quotidiana dei nostri ragazzi, cosa significa essere cittadini. Essere cittadini è essere parte attiva di una comunità, è dare il proprio contributo nel mondo del lavoro, nella società, nella politica; e tutto questo si dovrà fare nell'insegnamento di educazione civica: un compito enorme che noi consegniamo alle nostre scuole, un compito che tanti insegnanti in realtà già in questi anni hanno portato avanti con abnegazione, anche con una grande passione, con spirito di abnegazione, con la capacità di rinunciare a quell'ora di programma in cui avrebbero potuto fare altro, perché consapevoli dell'importanza del trasmettere qualcosa di più ai ragazzi. Oggi con questa legge noi riconosciamo un valore fondamentale al lavoro che gli insegnanti già facevano in questi anni, non aggiungiamo al loro lavoro, riconosciamo l'importanza di quel lavoro, e questo da legislatori noi ce lo dobbiamo dire.

C'è un articolo importante qua, oltre a quello sulla Costituzione, l'articolo 5 parla di educazione alla cittadinanza digitale. Lo hanno detto altri colleghi, oggi per essere cittadini a 360 gradi bisogna sapersi muovere anche lì, in quello che non è un mondo virtuale, ma è un pezzo del nostro mondo reale. E quindi, spiegare ai ragazzi le opportunità che ci sono lì, per il loro lavoro, per la capacità di essere cittadini, e anche raccontare loro cosa significa contribuire al benessere della società, con la conoscenza, con le basi di conoscenza dei meccanismi di programmazione, tutte cose che noi abbiamo scritto e che sono importantissime, quindi quell'articolo è importante perché arricchisce questa proposta di legge.

Ci tengo a dirlo: il punto d'arrivo è il frutto di un lavoro che abbiamo fatto insieme, grazie alla relatrice e grazie ai commissari, che hanno messo del proprio e non era scontato, perché spesso qui dentro si litiga, ci si scontra e difficilmente si trova un punto d'arrivo comune. Io sono contenta che in questo caso ci si sia riusciti. Eppure devo dire che alcune cose restano aperte.

Il primo problema, che noi abbiamo posto, sia in discussione sulle linee generali sia con i nostri emendamenti, è che la Lega aveva promesso che avrebbero introdotto un'ora di educazione civica con l'insegnante di educazione civica al di fuori dell'orario di programmazione che esisteva prima. Questo in questa proposta non c'è. Dobbiamo essere onesti perché va detta la verità ai cittadini: questa proposta di legge non introduce un'ora in più di educazione civica al di fuori dell'orario che c'era e chi oggi dice il contrario dice semplicemente una bugia, dà un pessimo esempio e non fa educazione civica. Quindi, se il Ministro Salvini vuole rivendicare l'importanza di questa proposta se la legga, perché quello che lui dice in questa proposta purtroppo non c'è.

Poi, vengo al secondo tema: mancano i fondi. Noi chiediamo tante cose alla scuola senza mai darle i soldi per farle. Con la nostra legge tanto vituperata noi abbiamo inserito nel sistema scuola 4 miliardi. Qui gli unici soldi che ci sono si prendono dalla vituperata “Buona Scuola”. Ci sono 4 milioni per la formazione di circa un milione di insegnanti, che significa, in un anno, un euro a insegnante. Noi avevamo chiesto, coi nostri emendamenti, di portarli almeno a 20 milioni, cioè di far sì che tutti gli insegnanti italiani avessero la possibilità di essere formati all'innumerevole mole di cose che noi gli chiediamo con questa proposta. Quei soldi non si sono trovati; per altre cose mi pare di capire che i soldi si trovano, ma questo evidentemente non serve alla campagna elettorale. Noi l'abbiamo chiesto e resterà a verbale che l'abbiamo chiesto e io spero che il Ministero voglia destinare a questa importante voce più fondi in futuro, anche se non mi pare che sia questa l'intenzione visto che quando c'è da tagliare si taglia sulla cultura e sui giovani e difficilmente si investirà sull'educazione civica a scuola.

L'ha ricordato la collega Boldrini in discussione sulle linee generali - e io ho concluso il mio intervento - citando il Presidente Pertini, perché i giovani più che di sermoni hanno davvero, oggi più che mai e proprio per quello che ci siamo detti, bisogno di esempi. E, allora, facciamoci anche un piccolo esame di coscienza. La politica in questi anni è stata un esempio? È un esempio un Ministro che espone al pubblico ludibrio due minorenni che lo contestano sui social? Credo di no. È un esempio un leader politico che sui social scrive: “Cosa fareste a Laura Boldrini se l'aveste in auto con voi”? Credo di no. Credo, piuttosto, che questi siano stati cattivissimi esempi. E, allora, dico: oggi votiamo insieme questa proposta di legge, insieme riconosciamo l'importanza dell'educazione civica nella scuola ma insieme diciamoci anche che la politica ha molto lavoro da fare in questo senso. Oggi si ha un punto zero anche nei rapporti qui dentro perché, appunto, ai giovani diamo i sermoni che servono, ai giovani diamo i maestri che servono, ma impariamo soprattutto a dargli gli esempi che servono.