A.C. 792 e abbinate
Grazie, Presidente. Ottant'anni dalla liberazione dell'orrore di Auschwitz, è con grande orgoglio e consapevolezza che intervengo per conto del Partito Democratico su questa proposta di legge che ci invita a riflettere su una delle pagine più buie, più orrende della nostra storia e ci richiama al dovere morale di non dimenticare le atrocità della Shoah. Il ricordo delle vittime dello sterminio nazista e fascista deve essere un monito costante contro ogni forma di intolleranza, di odio e di discriminazione. Mai come oggi, mentre l'Europa e il mondo intero si trovano a fronteggiare nuove sfide, dobbiamo ricordare che la storia non è solo un insieme di date e di avvenimenti, ma una guida etica e politica per il nostro presente e per il nostro futuro. Dobbiamo farci carico della memoria non solo come mero atto commemorativo ma come fondamento per la costruzione di una società più giusta, più equa, più consapevole, più solidale ed inclusiva. In questo contesto – e, su questo, passo su un'altra linea - desidero richiamare l'attenzione su un importante contributo culturale recente, la miniserie M. Il figlio del secolo, tratta dal romanzo di Antonio Scurati, dove il protagonista è magistralmente interpretato dal nostro Luca Marinelli. Perché lo cito?
Perché lo cito? Perché questo film, non si limita a raccontare solo la caduta di un dittatore, ma ci costringe a riflettere sulle dinamiche del potere, sulla fragilità della democrazia, sui rischi insiti nella manipolazione ideologica. La pellicola, inoltre, evidenzia, in modo crudo e a tratti anche disarmante, l'eredità di un regime che ha portato alla persecuzione e all'annientamento di intere comunità e alla distruzione dei valori fondanti della convivenza civile. La figura di Mussolini, tratteggiata con complessità nel film, non deve essere oggetto di revisionismi o tentativi di riabilitazione, bensì di analisi critica. La narrazione cinematografica, in questo caso, può diventare uno strumento potente per educare le nuove generazioni, fornendo loro le chiavi per comprendere i pericoli di ogni forma di totalitarismo e l'importanza inderogabile di difendere i principi di libertà, i diritti umani e quelli democratici.
Ma la memoria non è solo un esercizio intellettuale, è un impegno concreto. Spetta a noi rappresentanti delle istituzioni garantire i valori dell'antifascismo, della solidarietà e dell'uguaglianza, affinché rimangano vivi, vegeti e attuali. Ciò significa investire nell'educazione - e qui parlo nella veste di docente di liceo - affinando strumenti didattici che rendano i giovani consapevoli di quanto accaduto. Significa sostenere la cultura, la ricerca storica e la produzione culturale - come, per esempio, il film che ho appena citato - affinché ci aiutino a mantenere viva la memoria collettiva e valorizzino i principi della tolleranza e dell'antifascismo. Significa anche vigilare con fermezza contro ogni rigurgito di odio, di antisemitismo e di negazionismo, che oggi trovano spesso nuove forme di espressione, spesso amplificate dai social media. Non possiamo permettere che l'indifferenza, l'ignoranza e quel silenzio complice, che già in passato ha reso possibile tragedie inimmaginabili, minaccino ciò che con tanta fatica è stato costruito dopo la tragedia della seconda guerra mondiale. Le vittime dell'Olocausto non sono solo i 6 milioni di ebrei assassinati nei campi di sterminio, ma tutte le vittime dei regimi totalitari, i dissidenti politici, gli omosessuali, i rom, i sinti, le persone con disabilità.
La proposta di legge in discussione ha come oggetto i viaggi della memoria nei campi nazisti, ribadendo l'importanza della memoria storica come fondamento per la prevenzione di nuovi crimini contro l'umanità, al fine di sensibilizzare i giovani e promuovere i viaggi di istruzione nei luoghi della memoria. La PDL presentata dal Partito Democratico, a firma della collega Irene Manzi, richiede, nell'articolo 2, l'istituzione di un fondo con un capitale pari a 8 milioni di euro: ben 6 milioni in più rispetto a quanto previsto dal testo approvato in Senato. Proprio per quanto argomentato finora, sono convinta dell'importanza di questi viaggi perché, come strumento di formazione, rappresentano un'occasione unica per approfondire il tema. Visitare luoghi simbolici come i campi di concentramento e sterminio, consente di toccare con mano le atrocità commesse durante la Shoah, favorendo una comprensione più profonda e più consapevole della storia. Queste esperienze, se vissute in prima persona, soprattutto dai nostri giovani, aiutano a mantenere viva la consapevolezza del passato, contribuendo a formare cittadini più responsabili e più consapevoli del valore della libertà e della dignità della persona umana.
In prima persona, ho accompagnato tanti studenti - come docente prima e come rappresentante delle istituzioni romane - dopo che l'allora sindaco Veltroni ebbe la straordinaria sensibilità di istituire, per la prima volta, i Viaggi della memoria nelle scuole romane: viaggi ai quali partecipava egli stesso, come partecipano ancora oggi tanti sindaci di tante città d'Italia coinvolte in questi progetti. Bene, io ricordo la commozione mista d'orrore stampata sui volti dei miei studenti alla vista dei campi di sterminio, raccontati dai grandi superstiti che l'avevano vissuta sulla pelle del cuore e dell'anima.
Ricordo le lacrime che scorrevano senza freni o quelle a malapena trattenute dai miei ragazzi quando, per la Giornata della Memoria, invitavamo a scuola a parlare il meraviglioso Piero Terracina (che non c'è più) o quando Sami Modiano mostrava, con ferma dolcezza, ai ragazzi il tatuaggio dell'orrore, raccontando loro cosa successe dopo le leggi razziali, raccontando di non essere riuscito a salvare la sorella. “Quel giorno persi la mia innocenza” - raccontava ai ragazzi - “Quella mattina mi ero svegliato come un bambino, la notte mi addormentai come ebreo”. Questo racconta Sami Modiano, quando va in giro per le scuole. E così, i ragazzi si buttavano commossi tra le sue braccia, confondendo le loro lacrime alle sue, come se, grazie a quella esperienza emotiva vissuta in maniera così forte, fosse diventato lui uno della loro famiglia. Questo significa celebrare con rispetto e dignità, trasmettere la memoria di quello che la storia condanna perché certi errori non debbano più ripetersi nella storia. Il nostro è un impegno civile, colleghi e colleghe, come legislatori e come cittadini. Combattere l'odio, l'indifferenza e la crudeltà e continuare a far conoscere, a raccontare e a tramandare. Solo così potremo essere degni del sacrificio di chi ci ha preceduto e costruire un futuro di pace e di dignità per tutti. Solo in questo modo si costruisce una memoria - per parafrasare Orazio - aere perennius.