Dichiarazione di voto
Data: 
Martedì, 12 Luglio, 2022
Nome: 
Serse Soverini

A.C. 544-B

Grazie, Presidente. Inizio questo mio intervento con dei ringraziamenti, perché il lavoro che abbiamo fatto è unico; stiamo votando una legge all'unanimità, abbiamo lavorato tutti insieme e stiamo celebrando - è così che io chiamo questa legge - “un bene comune”, un bene del Paese, un bene del Parlamento.

Oggi, noi abbiamo l'occasione per fare una bella figura di fronte al Paese e di fronte alle nuove generazioni. Voglio ringraziare il Ministro per aver accettato di lavorare insieme al Parlamento per fare una riforma insieme, una riforma prevista dal PNRR; c'è stato un rapporto di stretta collaborazione, abbiamo avuto un rapporto di stretta collaborazione con i suoi uffici, con il Senato. Insomma, questa è una riforma importante e di questo noi vogliamo parlare; tralasceremo gli aspetti tecnici della legge in questo intervento, perché sono già stati detti, anche meglio di me, dai colleghi e dalla nostra vigorosa collega Valentina Aprea, che ha speso anima e cuore per questa legge, dalla presidente e da tutti i colleghi della Commissione. Vi ricordo che questa legge è il frutto di sei proposte che abbiamo messo insieme.

Ora, come lei sa bene, Ministro, abbiamo cinquant'anni di ritardo su questa legge; abbiamo cinquant'anni di ritardo rispetto alle Fachschule tedesche, che sono nate nel 1970, quando, a un certo punto, ci si è accorti - nella crescente rilevanza che aveva la tecnologia per l'innovazione e la crescita economica - che la competenza era centrale. Siamo in ritardo dal punto di vista della centralità della competenza per la competitività del Paese, ma siamo in ritardo anche su un altro aspetto: fu colta, allora, l'occasione del passaggio dall'università di élite all'università di massa per aprire un canale terziario professionalizzante e ampliare la platea di persone che avevano accesso a livelli alti di studio. Ricordo che il 25 per cento dei laureati in Europa appartiene al canale terziario professionalizzante. Se noi l'avessimo avuto, le stime e le medie del nostro Paese sarebbero adeguate a quelle europee.

Oggi, noi costituiamo il secondo canale, parallelo a quello universitario e io voglio spendere il mio intervento per fare chiarezza, in quest'Aula. Lo dico a tutti; ieri ho sentito alcuni che richiamavano l'utilità degli ITS per i vetrai, per i falegnami; signori, ci decidiamo a fare una riforma della formazione professionale che esiste solo in tre regioni d'Italia? Ma non c'entra con gli ITS! E so che il Ministro sta lavorando su questo.

Poi, ho sentito parlare degli istituti tecnici; confondiamo gli ITS con gli ITIS; non è la scuola secondaria; chi frequenta tali istituti ha come sbocco quello del settore dei periti; oggi, noi facciamo una legge per formare una nuova classe di technologist, specialisti che lavorano a un livello diverso. È un percorso di formazione basato sul know-how, diverso da quello accademico, il trasferimento di know-how richiede una combinazione di esperienza pratica e teorica insieme, qualcosa che in Germania è un percorso di 5 anni magistrale; noi partiamo dai 2 anni, con la speranza che l'università ci ascolti per fare anche la triennale e salire, salire; abbiamo centinaia di migliaia di posti in questa fascia di lavoro. Ma non è solo questo; gli ITS sono un crocevia di tante cose. Se non abbiamo quel tessuto tecnico specialistico non c'è innovazione che tenga. Questo è il senso che noi abbiamo voluto dare alla legge: dobbiamo avere una classe, un terreno diffuso di competenze, nel Paese, perché, altrimenti, rimaniamo indietro.

Avevamo chiesto, fin dall'inizio - i colleghi lo sanno - di improntare la legge sul PNRR, perché? Perché siamo sicuri che l'innovazione digitale e green passi attraverso questo tipo di competenze e questo tipo di know-how. O portiamo il livello degli studenti pari a quello europeo, oltre il centinaio di migliaia - non raddoppiare, che è giusto; abbiamo messo questo obiettivo per cautela; ma dobbiamo andare oltre - o noi questa rivoluzione, questa transizione, la perderemo. Questa è la centralità degli ITS; è questa la centralità importante. Quindi, di questo noi stiamo parlando.

Io voglio rivendicare la nostra storia; lo ripeto, è una legge condivisa, ma noi - il mio partito, dal 1998, con Romano Prodi - abbiamo fissato questo paletto per iniziare ad avere un percorso e un canale di formazione terziaria. Il Ministro lo sa bene; siamo partiti con corsi di un anno e siamo arrivati a stabilire gli ITS nel secondo Governo Prodi. Questo è un canale, è un'esperienza, un progetto, una legge che appartiene al DNA del mio partito e in questo noi crediamo fortemente; crediamo negli ITS per l'innovazione, crediamo negli ITS per l'opportunità di mobilità sociale che essi portano al nostro Paese. Noi lasciamo fuori una quantità di giovani dall'opportunità, non solo di lavorare, ma di esprimersi e di fare un lavoro importante. Vi è - il Ministro lo sa - un tema importantissimo: dobbiamo ridefinire gli indirizzi degli ITS, le famose 6 aree tecnologiche. Ministro, so che lei è molto sensibile e ha espresso parecchie volte questa necessità. Dobbiamo pensare al digitale e al green: in tali ambiti vi è una marea di nuovi lavori, sui quali dobbiamo definire percorsi curriculari e portare i giovani. In particolare - lo dico qui -, mi piacerebbe che si potesse istituire anche una borsa di studio per le ragazze: dobbiamo dare un'opportunità di mobilità sociale e di mobilità di genere a questo Paese! Non si tratta di una scuola inferiore e voglio pregare quest'Aula di smetterla di parlare dell'esperienza tecnica e della scuola tecnica in questo modo. Noi abbiamo fatto della scuola tecnica in Italia il refugium peccatorum per coloro che non vanno bene a scuola e abbiamo fatto un discorso classista, che non è possibile fare, perché in nessun Paese europeo succede questo. Com'è possibile che il nostro Paese - nel quale, negli ultimi vent'anni, c'è stata un'invasione, nella nostra vita, nel lavoro e in tutti gli spazi sociali, della tecnologia - sia arretrato? Abbiamo umiliato la scuola tecnica, l'abbiamo abbandonata, non abbiamo fatto nulla riguardo alla tecnologia. Questo sapete in cosa si traduce? Nel fatto che, nel nostro Paese, si è registrato un calo dei salari, negli ultimi venti o trent'anni, del 3 per cento, mentre in Germania e in Francia sono cresciuti del 30 o del 40 per cento . Questa è la storia.

Dagli ITS passa la mobilità sociale, passano gli stipendi, passa l'innovazione di questo Paese. Allora, da ora in poi, chiedo una cosa; prendiamo atto che questo è un bene comune. Abbiamo lavorato su questo provvedimento con questo spirito e - ripeto - lo votiamo all'unanimità: è un bene comune per il sistema Paese e su queste basi noi costruiremo il futuro.

Chiedo anche ai colleghi: abbiamo 1,5 miliardi nel PNRR; benissimo, li spenderemo nei prossimi anni, ma poi cosa faremo? Torneremo ai 48 milioni? Vogliamo destinare a questo sistema un finanziamento decente, pari a quello degli altri Paesi? Possiamo drogare un sistema con il PNRR e poi - finita la festa - tornare ai 48 milioni precedenti? No, questa è una scelta, una scelta strategica, ci dobbiamo credere fino in fondo. Dobbiamo cambiare il Paese e dobbiamo lavorare - Ministro Bianchi, mi appello a lei, che ha l'autorità per farlo - con le università. Dobbiamo assolutamente dire alle università che i crediti di questi due anni sono una grande opportunità per recuperare giovani, per recuperare i drop out, tutti coloro che sono fuoriusciti dall'università. Ora hanno un'altra possibilità di accesso: arrivare a collegarsi all'università e fare un sistema terziario professionalizzante, di altissimo livello. Cara Valentina, con la bicicletta dobbiamo pedalare, non correre. Questo Paese deve correre e puntare sul principio per cui non è possibile che noi guardiamo ai giovani solo in termini di recupero di fasce sociali perdenti. Li dobbiamo mettere in potenza , dobbiamo occuparci di loro in forme positive. Non è possibile che in questo Paese un giovane si senta depresso a 22 anni! Noi abbiamo l'obbligo, nella nostra cultura di centrosinistra, di far vivere la speranza - questo è nel nostro DNA -; noi per questa speranza manterremo la parola e andremo avanti anche dopo la legge, caro Ministro, e saremo al suo fianco, ci teniamo.

Questa legge la dedichiamo a tutti i giovani e le giovani italiane. Per questo, annuncio il nostro voto favorevole.