Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 31 Luglio, 2024
Nome: 
Irene Manzi

A.C. 1691

Grazie Presidente. Prima di rispondere alle sollecitazioni, che sono arrivate dall'intervento della collega, vorrei dare una breve definizione di questo provvedimento: a nostro avviso, si tratta di un'occasione mancata e lo dico fuori da ogni facile slogan ideologico utilizzato in questa sede. Un'occasione mancata, perché, per il poco approfondimento reale e nella fretta con cui è stato approvato, prima al Senato, nel monocameralismo di fatto a cui abbiamo assistito, per la verità, qui alla Camera, questo provvedimento non ha nulla di quelli che erano i suoi obiettivi di contrasto alla dispersione e all'abbandono scolastico. Non ha nulla, badate, non per facili slogan della sinistra contro la destra, stiamo al merito, colleghi, di quello che, a nostro avviso, manca in questo provvedimento. Un provvedimento che non Irene Manzi e il Partito Democratico, ma il Consiglio superiore della pubblica istruzione, massimo organo consultivo della scuola, proprio quello che voi volete riformare con il Ministro Valditara aumentando i membri di nomina governativa, a scapito invece di quelli eletti dal mondo della scuola, ha definito: frettoloso, privo del tempo necessario per orientare gli studenti e per formare ed affiancare i docenti; appunto stiamo al merito.

E, nel merito, a questo provvedimento cosa manca? Mancano le risorse per prima cosa. Mancano le risorse per orientare gli studenti nel processo di decisione del proprio futuro, non solo lavorativo, ma di cittadini e cittadine della nostra Repubblica, perché è quello che dovremmo mirare a costruire in realtà. Mancano le risorse per l'orientamento degli studenti, mancano le risorse per affiancare gli studenti ed i docenti, in un percorso di revisione di quello che è il curriculum.

Badate, anche il nostro Governo - non lo neghiamo, anzi lo ricordiamo in questa sede - ha avviato, in passato, sperimentazioni quadriennali; lo ha fatto con la Ministra Fedeli e con il Ministro Bianchi; ma noi chiedevamo, con i nostri emendamenti e con gli ordini del giorno presentati, che si potesse fare un esame serio, reale e senza pregiudizi degli esiti di quelle sperimentazioni. Perché? Per fare meglio, per orientare, per dare opportunità migliori agli studenti e alle studentesse. Invece si è preferito andare avanti in fretta, si è preferito pensare soltanto che, tagliando da 5 a 4 anni il percorso di studi senza intervenire cambiando i curricula e senza affiancare i docenti in questo obiettivo e missione educativa, bastasse a risolvere di fatto tutti i problemi.

Magari poteva essere questa l'occasione per affrontare un tema importante, quello di una riforma complessiva dei cicli scolastici, anziché limitarsi semplicemente a costruire questa riforma, questa sperimentazione della sperimentazione, mi verrebbe da dire, visto che vanno a confluire in uno stesso provvedimento il decreto varato dal Ministro a dicembre e la riforma che oggi andiamo ad approvare. Ma badate, il fatto che questa riforma qualcosa che non funziona ce l'ha ce lo dicono i dati delle adesioni: 171 istituti in tutta Italia. Voi avete lanciato, lo scorso dicembre, alle scuole, con un decreto del Ministro, con una circolare del Ministro, un invito - a scatola chiusa mi verrebbe da dire - ad aderire alla sperimentazione e a quella sperimentazione, in tutta Italia, hanno risposto 171 istituti. Questo fa il paio con i dati, mi dispiace doverli citare per l'ennesima volta ma è quasi impossibile non farlo, delle adesioni alla sperimentazione del liceo del made in Italy, con dati altrettanto deludenti e modesti, mi verrebbe da dire, per quella che è una missione fideistica che il Ministro e la sua maggioranza si sono dati in questa sede.

Nessuno in questo gruppo parlamentare vuole cadere nella contrapposizione facile - inutile devo dire - tra istruzione liceale e istruzione tecnica professionale. Ragioniamo realmente su quello che serve per rafforzare l'istruzione tecnica e professionale, per dare forza e dignità a quei percorsi, per evitare che, in modo classista, quei percorsi siano scelti da chi ha meno opportunità familiari e personali. Ragioniamo cercando di creare un sistema uniforme nazionale di questa riforma: è quello che manca, quelle linee guida nazionali che, a gran voce, hanno chiesto tutte le forze di opposizione in questa sede, proprio perché, purtroppo, si andrà a creare, cari colleghi, un anticipo di quella che è la riforma dell'autonomia differenziata con questo provvedimento, e, inoltre, dando spazio importante e significativo, visto anche le competenze che hanno, alle regioni, ma evitando di dare obiettivi nazionali ad esse si rischia davvero di creare un patchwork nel sistema di istruzione importante, limitandolo soltanto alle esigenze produttive dei singoli territori, che sono - come abbiamo detto più volte - esigenze produttive temporanee, non in grado di rispondere, in maniera adeguata, alla costruzione di un futuro per gli studenti e per le studentesse.

Proprio per questo è un'occasione mancata: è un'occasione mancata la mancanza di confronto che c'è stata, anche in Commissione, di fronte agli emendamenti che abbiamo presentato, di fronte alla volontà di costruire un canale di comunicazione. Questa riforma non contiene alcun investimento economico significativo, se non quelle risorse che sono date per la costruzione - nel passaggio al Senato - dei campus, risorse infrastrutturali, non risorse strutturali per costruire e rafforzare un sistema di istruzione e formazione professionale.

Ecco, colleghi, proprio per stare nel merito, mi piacerebbe farvi alcune domande: non sarebbe stato più utile accompagnare realmente le scuole verso questo progetto avviandole, tenendo conto dei rilievi del Consiglio superiore della pubblica istruzione, accompagnandole in quella che era la sperimentazione e magari facendo tesoro anche delle esperienze di quegli istituti e di quelle realtà che in alcune regioni sono più avanti rispetto alle altre? Non sarebbe stato più utile accompagnare questo percorso, appunto, sostenendo gli insegnanti e adeguando il curriculum? Non sarebbe stato più utile magari spostare di un anno in avanti l'avvio di questa riforma, come abbiamo chiesto? Siamo su elementi essenzialmente di merito, colleghi, perché è questo che dovrebbe interessarci, in questa sede.

Oggi ricordavo, nel mio intervento, le belle parole di una persona mancata, purtroppo, pochi anni fa, che è Giancarlo Cerini, un protagonista del mondo della scuola. Ebbene, Giancarlo Cerini ci ricordava questo: “Chi decide il futuro della scuola? Ci piacerebbe dire che è solo la Repubblica ad avere diritto a un suo progetto di istruzione pubblica”, non questa o quella maggioranza di Governo, e per fare questo “occorre argomentare, leggere i bisogni del Paese, degli allievi, (…) costruire una proposta avvincente (…). Un programma diventa un progetto se si trasforma in una ballata popolare, cioè se diventa una narrazione a più mani, un'impresa corale sentita da tutti come propria”. È proprio in tale aspetto che questa riforma è un'occasione mancata, perché è una riforma andata avanti a colpi di forza, a colpi di fretta essenzialmente, ed è quell'occasione mancata che noi non possiamo permetterci a favore degli studenti e a favore della comunità educante di questo Paese.

Chiudo proprio ricordando quello che accennavo poco fa. A nostro avviso, nell'assenza di linee guida di carattere nazionale, questa riforma è davvero un anticipo dell'autonomia differenziata, quell'autonomia differenziata per la cui abrogazione tanti cittadini e cittadine in queste ore stanno firmando i referendum con cifre in costante aggiornamento. Per dire cosa? Per dire che quella riforma, anch'essa, purtroppo, approvata in grande fretta, con il favore delle tenebre e dell'alba, mi verrebbe da dire, è una riforma sbagliata e, per dirlo ancora di più rispetto all'istruzione, noi continueremo, appunto, a contrapporre a un'istruzione Arlecchino, a un patchwork come quello che voi state costruendo, l'investimento in un'istruzione pubblica di qualità e su scala nazionale, attenta - e questo è un principio che voglio ricordare al Ministro - all'autonomia scolastica, su cui, invece, voi non sembrate molto attenti, ma fortemente e convintamente nazionale, pensata per formare non solo i futuri lavoratori, ma i cittadini e le cittadine del presente, in un binomio che dev'essere, però, indissolubile. È un'istruzione che voi, oggi, in realtà, rischiate davvero di tradire con questo provvedimento, che ha tante, troppe mancanze e che, continuo a dire con rammarico, rappresenta, purtroppo, davvero un'occasione mancata, rivendicando assolutamente anche il lavoro fatto sugli ITS, che ricordava anche la collega Grippo nel suo intervento di poco fa, insieme alle altre forze dell'allora maggioranza. Dunque, questo provvedimento, purtroppo, è tristemente un'occasione mancata.