Grazie, Presidente. Il gruppo del Partito Democratico voterà convintamente a favore di questa proposta di legge, peraltro una delle proposte confluita in questa è stata sottoscritta da colleghi del nostro gruppo. È stato ricordato quali sono le caratteristiche di fondo della proposta di legge: prima di tutto, quella che era la Giornata all'Unità nazionale diventa ufficialmente la Giornata delle Forze armate e dell'Unità nazionale, collocata sempre il 4 novembre; poi, c'è un impegno, secondo me molto importante, che la legge indica alle istituzioni locali, a costruire momenti di ricordo in quell'occasione e, ancora di più, un impegno rivolto alle scuole per far conoscere ai nostri studenti e alle nostre studentesse quello che fanno i nostri uomini e le nostre donne in divisa, dalla Protezione Civile, alle missioni di pace all'estero, all'impegno per la difesa del Paese. Credo che questo coinvolgimento delle scuole sia un fatto molto importante, perché penso che anche per tanti giovani la scelta della carriera militare possa essere una scelta importante, che contribuisce alla difesa del Paese e della comunità nazionale e può diventare anche un percorso di vita. E, comunque, è importante che tutte le giovani generazioni sappiano cosa fa il nostro Esercito, quali sono i suoi compiti, come svolge la sua funzione.
Quel giorno sarà un'occasione particolare, ma io credo lo si debba fare tutti i giorni, per ringraziare gli uomini e le donne del nostro Esercito, per quello che fanno per il Paese. Intanto, i nostri militari - e questa è la prima cosa che voglio ricordare - sono impegnati in molte missioni di pace e lo fanno con una particolare capacità nel costruire il dialogo e la pace. I nostri contingenti impegnati nelle missioni di pace sono riconosciuti, nei Paesi dove vanno, dalle altre Forze armate molto anche per questo, perché hanno una particolare capacità di stare nei conflitti e di costruire occasioni di pace, di dialogo e di sicurezza per tutte le persone coinvolte.
Poi, molto importante è il ruolo - ricordato anche nella proposta di legge - che le nostre Forze armate svolgono tutte le volte che c'è bisogno di intervenire in situazioni di emergenza, e viene citato, giustamente, quello che è il lavoro delle Forze armate in situazioni di crisi, sul piano della Protezione Civile, recentemente, se penso alla mia regione, al dramma dell'alluvione in Romagna. E, poi, l'impegno per la sicurezza, il progetto “Strade sicure”, ma, soprattutto, il fatto che le nostre Forze armate sono chiamate a garantire la difesa del Paese. Questo della difesa del nostro Paese, di come si costruiscono efficaci politiche di difesa è un argomento che, forse anche come istituzioni, come esponenti politici, dovremmo discutere di più, perché credo sia un grande tema di attualità politica, voglio tornarvi tra poco.
La data che è stata scelta, il 4 novembre, è il giorno in cui entrò in vigore l'armistizio di Villa Giusti, che era stato firmato il giorno prima, quindi, in cui cessarono le ostilità, sul fronte italiano, della Prima guerra mondiale. Il 4 novembre è il giorno dell'Unità nazionale perché, certamente, in quel conflitto gli italiani completarono quel progetto di Unità nazionale che aveva animato il Risorgimento e fu definitivamente unito il Paese, fu definitivamente unita la nostra Patria.
È importante, quindi, ricordare il sacrificio di sangue di chi allora è caduto per completare l'Unità nazionale, in un percorso che era nato nel Risorgimento, in cui il nesso fra indipendenza nazionale, unità dell'Italia, principi di libertà, di democrazia, contrasto all'autoritarismo, ai regimi tirannici e all'occupazione straniera erano legati indissolubilmente. Penso che, in realtà, quel percorso, dopo il Risorgimento e dopo la Prima guerra mondiale e la costruzione dell'Unità nazionale, si sia pienamente compiuto in quello che è stato definito, non a caso, il secondo Risorgimento, cioè nella Resistenza contro il nazifascismo e, poi, nella nascita della Repubblica, nella stesura della nostra Costituzione, che fa, appunto, dell'Unità nazionale un principio di fondo insieme ai valori di pace, di libertà e di democrazia, a cui tanti si erano ispirati durante il primo e, poi, il secondo Risorgimento.
D'altra parte, la Prima guerra mondiale è stata anche altro. In una lettera ai Capi di Stato dei Paesi belligeranti, il 1° agosto 1917, Benedetto XV - il Papa di allora - parlò di “inutile strage”. La Prima guerra mondiale fu anche una terribile guerra civile fra i popoli europei. Credo che noi dobbiamo ricordare come le due guerre mondiali e tante altre guerre siano nate in Europa e che, quando un popolo europeo ha provato a unire l'Europa con la forza delle armi, è andato incontro, quello stesso popolo, a un destino terribile: pensiamo alla Germania durante la Prima e la Seconda guerra mondiale, ma anche a quello che, per esempio, in Francia fu la rivoluzione, nel periodo in cui era guidata da Napoleone Bonaparte. Anche in quel caso, anche se portatrice di principi progressivi, non è mai successo che un popolo abbia saputo unire l'Europa con la guerra. L'Europa si è unita quando ha scelto la strada comune della libertà, della democrazia, del riconoscimento reciproco delle identità e delle culture di tutti i popoli europei e di un percorso comune basato sulla pace e sulla democrazia.
Io penso che, se ragioniamo sulle sfide di oggi, dobbiamo avere in testa questi due elementi, cioè un grande Paese come l'Italia ha bisogno di una politica di difesa. Investire sulle Forze armate, anche dal punto di vista tecnologico, del loro personale, è un modo di rendere più efficace anche la nostra azione di pace - ho ricordato le missioni all'estero -, di rendere più efficace quel ripudio della guerra scritto nell'articolo 11 della Costituzione, è anche un modo di difendere il nostro Paese e garantire al nostro Paese la possibilità di difendersi da qualunque aggressione e la sua sicurezza e, nello stesso tempo, io penso che questo obiettivo sempre più si debba collocare in una dimensione europea. Le nostre Forze armate agiscono nell'ambito dell'Alleanza atlantica, un'Alleanza che dura da tempo, in cui l'Italia si riconosce, a cui dà un contributo fondamentale, un riferimento oggi fondamentale non solo della nostra politica di difesa, ma della nostra politica estera. Però, siamo in una fase storica molto complicata, vediamo anche il dibattito che è in atto negli stessi Stati Uniti sul futuro della NATO. Penso che noi, con lungimiranza, mentre sottolineiamo il ruolo delle nostre Forze armate e le mettiamo al centro anche di un ragionamento di riconoscenza dell'intera comunità nazionale, per esempio con la legge che votiamo oggi, dobbiamo sapere che sempre più non è rinviabile, a mio avviso, una riflessione su una politica estera e di difesa comune dell'Unione europea. Una politica di difesa comune dell'Unione europea può rendere più credibile una politica estera e di pace condivisa dell'Europa, anche per svolgere un ruolo che risponda a quello che la storia d'Europa dice al mondo e, cioè, il fatto che bisogna costruire un assetto internazionale basato sul rispetto reciproco, sul rifiuto della guerra, sul riconoscimento delle diverse culture e identità e sulla pace.
Però, questo obiettivo va collocato nel mondo di oggi, nei pericoli del mondo di oggi. Noi dobbiamo pensare per tempo che la strada di una politica di difesa comune europea sempre di più diventerà una necessità, non solo una scelta, e la dobbiamo imboccare con grande determinazione. Questo credo sia anche un punto di differenza nel dibattito fra le nostre forze politiche. Noi pensiamo si debba investire moltissimo sull'Europa, anche su forme di cooperazione rafforzata fra gli Stati dell'Unione europea proprio con l'obiettivo di un'Europa che rilanci il suo progetto di unità politica a partire da una politica estera e di difesa comune, che deve essere e sarà una condizione fondamentale, se si realizzerà, della sicurezza del nostro Paese. Quindi, voglio concludere, se ragioniamo della festa dell'Unità nazionale delle Forze armate dobbiamo ragionare non di un momento burocratico, ma di un momento in cui, prima di tutto, la comunità nazionale si stringe attorno agli uomini e alle donne in divisa e manifesta la gratitudine di tutto il Paese per il loro impegno, nonché di un momento di riflessione su come si costruisce il ruolo dell'Italia nel mondo di oggi dal punto di vista anche delle politiche di difesa per realizzare, nel mondo di oggi, i valori della nostra Costituzione di pace, di libertà e di democrazia.