Discussione generale
Data: 
Venerdì, 27 Gennaio, 2023
Nome: 
Anthony Emanuele Barbagallo

A.C. 303-A

Grazie Presidente, onorevoli colleghi e rappresentanti del Governo, come accade dal 1962, anche in questa legislatura, il Parlamento si appresta ad istituire la Commissione parlamentare antimafia.

A nostro giudizio, i temi e le battaglie contro la mafia vanno combattuti su due fronti in particolare: dentro questo Palazzo, con un'azione normativa sempre più efficace e fuori dal Palazzo, con una funzione educativa, sul piano sociale, sempre più pressante ed incisiva. Sul piano legislativo, non possiamo non evidenziare come lo Stato italiano abbia costruito negli anni, passo dopo passo, una legislazione antimafia che il mondo ci invidia e che ha visto la sua pietra miliare nella legge Rognoni-La Torre del 1982. Nella discussione generale sul testo che istituisce la Commissione antimafia, non possiamo non ricordare con orgoglio Pio la Torre in quest'Aula. La sua intuizione, con la legge Rognoni-La Torre, che la mafia e la criminalità organizzata andassero aggredite con riguardo ai patrimoni e al passaggio di denaro è stata decisiva per i successi che lo Stato ha ottenuto nel corso degli anni. Abbiamo ben ricordato, con le manifestazioni che abbiamo fatto in Sicilia lo scorso anno, per il quarantennale, che il pensiero di La Torre oggi è, più che mai, attuale: è attuale, non soltanto per la lotta alla criminalità organizzata, per le storie delle battaglie sindacali, per le lotte sue e del Partito Comunista in quella stagione così sanguinosa a Palermo, ma è attuale anche per i temi della pace. Oggi, come allora, la pace è il primo obiettivo, il primo desiderio; quello che ci angosciava allora era la minaccia della costruzione della base missilistica di Comiso, oggi è la guerra in Ucraina. La sua intuizione, poi sfociata nell'approvazione della legge Rognoni-La Torre, costò la vita a Pio. Il suo sacrificio negli anni è servito a dare coraggio alle giovani generazioni e a dare forza, linfa e nuovi stimoli per battersi contro il sistema mafioso. Pio ha portato nella sua esperienza parlamentare le intuizioni che venivano dal confronto con magistrati brillanti e straordinari di quella stagione siciliana. Non mi riferisco solo a Falcone e Borsellino; mi preme ricordare anche Cesare Terranova. Peraltro, Presidente, ogni giorno i ragazzini nelle scuole ammirano quella foto di Rocco Chinnici e Giovanni Falcone, sul luogo della strage di piazza Turba, in cui venne ucciso Pio la Torre, il 30 aprile del 1982. Credo che il messaggio più bello che possa dare la Camera sia quello di trasmettere i valori di chi ha dato la propria vita per uno Stato più giusto e senza la mafia alle giovani generazioni. Dicevo dell'attualità del pensiero di La Torre, che introduce nella legislazione dello Stato il reato di associazione mafiosa, prevede la confisca ed il sequestro preventivo dei beni dei mafiosi e istituisce le misure interdittive antimafia, che consentono di escludere le ditte in odore di mafia e di criminalità organizzata dagli appalti pubblici. Credo che su questo solco, iniziato negli anni Ottanta, il Parlamento debba continuare un percorso virtuoso. La politica è chiamata, anche nelle relazioni con gli altri poteri dello Stato e con la Comunità europea, ad approfondire nel dettaglio questi aspetti normativi, per essere sempre più incisiva. Ma è giusto, in questa sede, anche evidenziare gli aspetti normativi che vanno migliorati. Certamente, l'istituzione della Commissione parlamentare antimafia può servire da faro, da pungolo e da stimolo per aggiustare il tiro su alcuni aspetti.

Ne voglio citare due, Presidente, che a nostro giudizio sono particolarmente significativi.

Il primo aspetto è quello della normativa sullo scioglimento dei comuni per mafia. In questi anni nel Mezzogiorno sono stati fatti degli errori particolari e significativi: abbiamo avuto degli scioglimenti poi sconfessati nell'aspetto giudiziario. Ne voglio ricordare due che conosco personalmente: quello di Trecastagni, dove poi nessuno degli amministratori è stato condannato per nessuno dei reati previsti nel codice penale, e quello di Misterbianco, dove nessuno degli amministratori è stato condannato per mafia. Io credo che non serva una normativa che evochi regimi polizieschi e superficiali, ma occorre una normativa che entri nel merito e poi si vada allo scioglimento del comune, quando ci siano degli indizi veramente rilevanti, tali da costituire una prova vera e certa che possa poi portare alla condanna dei soggetti. Quindi è un potere che va utilizzato con molta discrezione e con grande attenzione, e su cui, a mio giudizio, il Parlamento deve intervenire per specificare meglio questi aspetti ed evitare ingiustizie.

L'altro aspetto, Presidente, è quello dell'elettorato passivo. Ne abbiamo viste di tutti i colori in questi anni, l'ultima nella tornata elettorale in Sicilia di qualche mese fa, dove un soggetto che aveva un attestato di pericolosità sociale scaduto da qualche mese è diventato il più votato in un noto comune dalla provincia di Catania. Io credo che anche sulla valutazione dei requisiti di ammissibilità delle candidature, la valutazione che deve fare il legislatore debba essere una valutazione attenta e che eviti ogni tipo di infiltrazione delle organizzazioni criminali e della mafia all'interno delle istituzioni pubbliche.

Per non parlare, poi, del tema dei rifiuti. Non è un caso - e questo è, credo, il messaggio più bello che oggi il Parlamento può dare al Paese - che nella stessa settimana venga calendarizzata l'istituzione della Commissione parlamentare antimafia e di quella per il controllo sulle attività illecite dei rifiuti. Nel Mezzogiorno, il legame tra organizzazione criminale e ciclo dei rifiuti, sistema di raccolta dei rifiuti, è evidentissimo, è sotto gli occhi di tutti. In questi anni la magistratura ha fatto grandi sforzi, ma non basta. Bisogna continuare ad andare avanti ed essere più incisivi. Lo Stato deve fornire ai magistrati degli strumenti migliori e più efficaci. Ci sono delle situazioni gravissime, in alcune casi di regime di oligopolio, gare che vanno in modo non sospetto, ma sospetto con la S maiuscola, deserte, per garantire alcune complicità. E credo che un'azione straordinaria di questa stagione politica possa marcare finalmente la differenza, lasciandoci questa stagione nel passato, questi arricchimenti smisurati da parte di chi gestisce il sistema dei rifiuti, il costo e l'inflazione del sistema dei rifiuti in Sicilia, che in vent'anni costa più di 40 volte rispetto a quanto accadeva negli anni Novanta.

All'inizio del mio intervento ho fatto cenno non soltanto alle battaglie che bisogna condurre dentro quest'Aula, ma a quelle che dobbiamo condurre fuori dal Palazzo. Ho parlato di azione educativa. Certamente gli sforzi vanno condotti, innanzitutto, su temi quale quello della dispersione scolastica, che a mio giudizio è un tema sempre più dilagante. Abbiamo comuni nel Mezzogiorno dove la dispersione scolastica arriva a un terzo. E in quel settore, in quella fetta di ragazzi che non vanno a scuola, le organizzazioni criminali trovano linfa, trovano truppe e riescono ad infiltrarsi. È nelle pieghe del lavoro sottopagato che si infila la mafia e gli sforzi che il legislatore ha fatto in questi anni non sono per niente sufficienti. Se a queste piaghe aggiungiamo l'inflazione che ogni giorno colpisce le famiglie e la tentazione per i giovani e per i piccolissimi - abbiamo sentito anche, nelle scorse settimane, di baby spacciatori di 10, 12 e 13 anni, che vengono mandati inconsapevolmente a servire la criminalità organizzata -, tutto ciò deve farci riflettere e deve spingere ad alimentare in modo sempre più pressante questa attività educativa.

Da questo punto di vista, certamente, una risposta può arrivare dal PNRR. Però noi siamo preoccupati dal fatto che le risorse del PNRR, soprattutto nel Mezzogiorno - si utilizza questa espressione, che credo sia eloquente - ancora non riescono ad atterrare. Troppi i ritardi dei comuni e, in particolare, della regione, cito quella che conosco meglio, la regione siciliana: i 31 progetti sul servizio idrico bocciati dal governo Musumeci gridano vendetta; erano soldi che servivano a garantire l'erogazione di servizi a portata di tutti e che sono stati, ahimè, respinti. Quindi, la migliore risposta alle organizzazioni criminali oggi è investire nel Mezzogiorno, con risorse, dando sviluppo e progresso, e lenire le diseguaglianze.

Nella discussione generale di quest'oggi è tornata più volte alla notizia dell'ultimo mese, cioè quella dell'arresto di Matteo Messina Denaro. L'arresto del capo di Cosa Nostra deve spingerci, comunque, a non abbassare la guardia. È una buona notizia, ma ancora certamente la mafia non è vinta. Dobbiamo avere il coraggio, in quest'Aula e fuori da quest'Aula, di denunciare le connivenze e anche le “dormite” da parte di alcuni apparati dello Stato, con la consapevolezza che la mafia cambia pelle e non è più solo e soltanto racket ed estorsioni, ma in questa mutazione genetica, ormai, come dicevamo prima, ha puntato il sistema dei rifiuti e le grandi forniture del sistema della sanità, che rappresentano, all'interno della pubblica amministrazione, la parte più consistente dove viene erogato denaro pubblico.

E c'è un ultimo fronte, che voglio evidenziare in questo momento, in cui la mafia guarda ad altri investimenti ed è quello delle scommesse online. Noi, da questo punto di vista, come Partito Democratico, presenteremo uno specifico ordine del giorno per porre l'attenzione su questo particolare settore, lo dico al sottosegretario Molteni, settore dove si concentra la maggiore erogazione di denaro contante e, anche a detta di tanti investigatori, su cui occorre concentrare l'attenzione e le forze dello Stato.

Sono convinto che, per arrivare a delle soluzioni, occorre avere una conoscenza dettagliata delle problematiche, dei temi e delle difficoltà che si sono avute. Mai come adesso abbiamo la conoscenza dei settori in cui la mafia e la criminalità organizzata in genere sono più radicate e di quali siano i settori in cui bisogna intervenire. E quindi mai come adesso possiamo auspicare la definizione di una sinergia vera fra poteri dello Stato per assestare il colpo decisivo alla mafia e alle organizzazioni criminali nel Paese.