A.C. 80-A
Grazie, Presidente. Onorevoli colleghi, rappresentanti del Governo, siamo alla fine della discussione generale di oggi e credo che vi è un messaggio chiaro e forte che arriva al Paese. La discussione generale, nello stesso giorno, della istituzione della Commissione parlamentare antimafia e della Commissione sul ciclo dei rifiuti, per verificare appunto le attività illecite collegate alle ecomafie e agli altri aspetti su cui è stato ampliato il potere della Commissione stessa, è un messaggio chiaro e forte che arriva da questo Parlamento. Negli ultimi vent'anni, da quando sono state istituite le Commissioni parlamentari sulle attività illecite del ciclo dei rifiuti, esse hanno avuto certamente il merito di tenere alta l'attenzione su questo fattore. Anche in questa legislatura il Partito Democratico ha potuto dare il messaggio chiaro e forte che questa è e resta una delle priorità della nostra azione politica, presentando per primo il testo che ne prevede l'istituzione. Ed è chiaro che, nel panorama delle competenze della Commissione parlamentare sul ciclo dei rifiuti, sono due le attività fondamentali; da un lato, quella di conoscere, appunto esercitando i poteri tipici della Commissione d'inchiesta, i fenomeni, per adottare gli opportuni correttivi normativi; dall'altro, quella di verificare la corretta attuazione della normativa in materia ambientale. Presidente Costa, non lo dico a lei, che, per la sua esperienza nel passato Governo, conosce bene la materia, certamente sui termini dell'attuazione alla normativa ambientale, a nostro giudizio, in questa stagione bisogna fare uno sforzo straordinario: sono troppi ritardi, in diverse parti del Paese, e sono troppe, nelle pieghe del frazionamento delle competenze tra le amministrazioni e gli enti chiamati a gestire il servizio, pubblici e privati, le difficoltà che rallentano la corretta attuazione della normativa ambientale, nonostante gli sforzi che ha fatto il legislatore inserendo diversi aspetti in Costituzione.
E, allora, alla presenza del Sottosegretario, rappresento, prima che inizi l'attività d'indagine, che ci sono una serie di questioni spicciole che riguardano il Mezzogiorno e la Sicilia in particolare, su cui è il caso di soffermarsi.
La Sicilia oggi, pur essendo la regione più povera del Paese, è quella in cui c'è la Tari più alta d'Italia, in media, frutto di una disastrosa gestione degli ultimi anni; diverse società di regolamentazione dei rifiuti conferiscono indirettamente i rifiuti all'estero, ed è una grave piaga perché comporta un netto aumento del costo della Tari, mancano gli impianti nel Mezzogiorno e nella Sicilia, si tratta di una carenza di impianti che non è stato possibile colmare neanche negli ultimi anni, con un rallentamento preoccupante sia nelle procedure di aggiudicazione delle gare sia nell'impegno delle risorse economiche per espletare le gare. Resta il tema drammatico, in una parte del Paese, della governance delle società chiamate a gestire la raccolta dei rifiuti. Torno all'esempio siciliano: più volte, il Governo nazionale ha invitato la regione a individuare non più di 5 società di regolamentazione dei rifiuti, tutte pubbliche; invece, oggi ne esistono 18 e tutte private, è un grave problema, che penalizza, come dicevo in precedenza, una parte del Paese e su cui il Governo, a nostro giudizio, deve adoperare gli opportuni correttivi e immediatamente. C'è, poi, l'altra piaga del servizio di raccolta in tante parti del Paese. L'offerta continua a essere frazionata per territori, anche piccoli quindi dando vita a un'offerta che non garantisce per niente l'economicità del servizio e la sua funzionalità. Non solo; anche quando vengono individuati gli ambiti territoriali ottimali - continuo con l'esempio siciliano -, le procedure di aggiudicazione vanno molto a rilento. Significa che ci vogliono anni per aggiudicare le gare e, nelle more, continuano gli affidamenti diretti; questa situazione non è più tollerabile, come, del pari, non è più tollerabile il ritardo con cui procede la bonifica dei siti inquinati e la bonifica delle discariche dismesse; cito alcuni dati, signor Sottosegretario, su cui riflettere: abbiamo, in questo momento, 33 mila siti di bonifiche, ma 16 mila ancora aspettano le procedure; vi sono ritardi consistenti non soltanto sulle procedure di notifica e di coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, ma anche per quanto riguarda la caratterizzazione dei siti, che spesso non avviene o avviene con grave ritardo. Nel Mezzogiorno, come già sul sistema di raccolta e di gestione dei rifiuti i dati peggiorano, mentre i siti che aspettano di essere bonificati sono il 45 per cento a livello nazionale, nelle regioni del Mezzogiorno i due terzi del totale e in Sicilia, venendo alla mia regione, ben il 73 per cento. Sul sistema dei rifiuti pesa poi, più che in altri settori, l'ombra dell'inflazione; stranamente, è il settore in cui c'è stata una lievitazione dei costi del servizio e dei costi dei materiali che supera di gran lunga la percentuale di inflazione prevista dall'Istat ogni anno; in alcuni casi, si arriva al quadruplo; la media, nel Mezzogiorno, va da 150 milioni di lire degli anni Novanta fino a 2 milioni di euro per comuni di 10 mila abitanti, e anche su questo occorre una verifica dei costi, degli appalti e delle procedure.
In questo contesto, Presidente, non ci è apparsa per nulla una buona notizia la scelta che ha fatto il Governo con il nuovo codice degli appalti, di consentire in modo generalizzato il subappalto. Io l'ho già detto nella mia Commissione di competenza, la Commissione trasporti, durante l'audizione del Ministro Salvini: alziamo la guardia, perché già con i limiti per il subappalto – con la possibilità di fare fino a tre gare, com'è attualmente la normativa - ci sono stati abusi preoccupanti sia sui requisiti per i subappaltatori sia con alcune ombre sinistre; per essere chiari, nel Mezzogiorno ci sono comuni dove da vent'anni c'è sempre lo stesso aggiudicatario del servizio; cambia l'appaltatore, ma il subappalto poi finisce sempre alla stessa persona, con i limiti delle tre gare; figuriamoci ora che il Governo Meloni ha previsto la possibilità, generica, del subappalto. Il Partito Democratico proporrà un apposito testo di legge in merito; abbiamo proposto, e proporremo, atti ispettivi, da questo punto di vista; se vogliamo risolvere il problema, serve fare esattamente la scelta opposta, quella del divieto del subappalto; ci deve essere un aggiudicatario certo, di cui dobbiamo essere consapevoli e che deve assumere la responsabilità della corretta esecuzione dell'appalto e la corretta responsabilità sulle garanzie in termini di affidabilità dell'impresa e di trasparenza, lontano dalle ombre sinistre della mafia e della criminalità organizzata. E, a proposito dell'aggiudicazione delle gare, una parte dell'attività della Commissione non potrà non andare, a nostro giudizio, nei confronti appunto del sistema di aggiudicazione; troppe compiacenze, troppe strizzate di occhio, di occhiolino, chiamiamole come vogliamo; se è vero come è vero che alcune gare vanno deserte, sono aggiudicate poi successivamente, quando aumenta il ribasso; spesso sono, in territori amplissimi, in intere regioni sempre le solite ditte a gestire il servizio; c'è un vero sistema ideologo di oligopolio che fa cartello e che spesso è al limite con alcune associazioni e con alcuni mondi.
Io credo che su questo si dovrebbe concentrare non soltanto l'attività della Commissione, per l'impegno del Partito Democratico, e auspichiamo anche delle altre forze politiche, ma l'impegno vero del Governo, con un'azione incisiva. Sottosegretario, su questo misureremo l'azione del Governo e sulla capacità di rompere questi sistemi che hanno condannato alcune parti del Paese.
In fondo al tunnel, la luce la potremo vedere, in questa stagione, grazie alle risorse del PNRR. Certamente sono un'occasione, ma ritorna lo stesso problema, se è vero, come è vero, che, in alcune parti del Mezzogiorno, alcune gare dell'Ambito B, che era il sovrambito, quello per la realizzazione degli impianti sovracomunali sono andate deserte in prima e in seconda battuta. Sono segnali sinistri che ci preoccupano e su cui serve l'occhio vigile del Governo e della politica per rompere questi percorsi pericolosissimi che continuano a far arretrare diversi territori.
Da ultimo, ma non meno importante, anche per le precipue competenze della Commissione, la questione del sistema idrico integrato. A proposito di Commissione di indagine, nel mio territorio, la provincia di Catania, Sottosegretario, ci sono ben 11 gestori privati senza gara pubblica - 11, non 1 -, in palese violazione di ogni norma di legge. Serve procedere per regolare un sistema efficiente che garantisca una tariffa unica, vera, a portata del cittadino, in un tempo in cui l'inflazione e il caro bollette stanno facendo lievitare il costo delle bollette dei servizi pubblici essenziali. Gli interventi che sono stati messi in campo in questo tempo da parte del Governo appaiono come dei palliativi, dei pannicelli caldi. Servono degli interventi strutturati, strutturali, per dare un costo, un importo della tariffa a portata e a misura delle famiglie, anche di quelle meno abbienti, perché i servizi pubblici stanno diventando non più essenziali, ma soltanto per coloro che se li possono permettere.