Discussione generale
Data: 
Martedì, 11 Aprile, 2023
Nome: 
Mauro Laus

Doc. XXII, n. 6-A

Relatore

Grazie, Presidente. Governo, onorevoli colleghe e colleghi, prima di passare all'illustrazione del provvedimento oggi all'esame di quest'Aula, consentitemi alcune considerazioni di sistema. Le ragioni per l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati sono, purtroppo, tristemente confermate ogni anno dai report dell'INAIL, che testimoniano come il tema della sicurezza nei luoghi di lavoro sia ben lungi dall'essere conseguito, nonostante siano già trascorsi ben 15 anni dall'entrata in vigore del testo unico sulla sicurezza, il n. 81 del 2008, un corpo normativo all'avanguardia, conforme alle regolamentazioni europee ed internazionali. Tali ragioni sono, altresì, confermate da tutte le analisi sulla condizione del lavoro nel nostro Paese per quanto concerne i bassi livelli retributivi, il patologico numero dei contratti nazionali registrati presso il CNEL, la diffusione della precarietà dei contratti atipici e delle false partite IVA, i dislivelli occupazionali esistenti tra le diverse aree del Paese, la mancata valorizzazione del lavoro delle donne. Tutti elementi che svalutano il fattore lavoro e finiscono per indebolire il nostro sistema produttivo nelle catene internazionali della produzione. Lo stesso Presidente della Repubblica, il 3 febbraio 2022, nel suo discorso di giuramento per il suo mandato, ebbe la sensibilità di ricordare, nel novero dei temi su cui si deve declinare il concetto di dignità in una moderna e solida democrazia: “dignità è azzerare le morti sul lavoro che feriscono la società e la coscienza di ognuno di noi, perché la sicurezza del lavoro, di ogni lavoratore riguarda il valore che attribuiamo alla vita”. Un impegno fondamentale e costante per le istituzioni, così come per tutti gli attori economici e sociali coinvolti. L'auspicio che credo debba vedere tutti concordi è che il lavoro dell'istituenda Commissione possa essere quanto più approfondito ed efficace, al fine di individuare quelle soluzioni che facciano fare al nostro Paese un decisivo passo avanti sui temi della sicurezza e della qualità del lavoro. In tale prospettiva è altresì auspicabile avviare una strategia di insieme, che punti ad una nuova centralità del lavoro nel nostro Paese e che sia incentrata su alcuni capisaldi, quali: una legge sulla rappresentanza che ponga fine alla proliferazione di contratti collettivi, ai circa 1.000 depositati al CNEL, che continuano a generare incertezze normative e a drogare la concorrenza tra le imprese; un sistema di tutele delle vittime di sfruttamento, con interventi strutturali e non episodici, garantendo assistenza una volta acclarata la condizione di sfruttamento; l'accoglimento immediato delle finalità delle direttive europee, anticipandone le aspettative rispetto alle scadenze ordinarie in materia di nuove forme di sfruttamento, in un mondo del lavoro in continua trasformazione. Si consideri il caso del cosiddetto caporalato digitale - le implicazioni sulla condizione dei lavoratori conseguenti la diffusione dell'intelligenza artificiale -, che, in taluni casi, rischia di trasformarsi in uno strumento invasivo, senza controllo. Ancora: un efficace sistema di garanzia circa il rispetto dell'obbligo del trattamento economico e normativo, complessivamente non inferiore a quello dei dipendenti del committente appaltatore, soprattutto dopo le recenti modifiche del codice degli appalti, che hanno introdotto nel nostro ordinamento i subappalti a cascata o l'allargamento degli affidamenti diretti e delle procedure negoziate. Un insieme di aspetti che potranno certamente essere al centro dello studio e degli approfondimenti della Commissione che ci stiamo accingendo ad approvare, un lavoro che dovrà tassativamente svolgersi in stretto coordinamento con l'analogo organismo che il Senato ha recentemente approvato.

Il provvedimento oggi all'esame dell'Assemblea prevede l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia. Ricordo preliminarmente che le Commissioni XI (Lavoro) e XII (Affari sociali) hanno avviato, nella seduta del 21 febbraio 2023, l'esame in sede referente di tale proposta. L'esame è, quindi, proseguito nella seduta del 29 marzo 2023 con l'approvazione di quattro emendamenti. In particolare, per effetto di tre di tali proposte emendative approvate in sede referente, sono stati specificati alcuni compiti attribuiti alla Commissione e ne è stato attribuito uno nuovo. Con l'approvazione della quarta proposta emendativa, si è provveduto all'aggiornamento della previsione relativa alla spesa di funzionamento della Commissione. L'esame in sede referente si è, poi, concluso nella seduta del 4 aprile 2023. Come già detto, il provvedimento è volto a prevedere, ai sensi dell'articolo 82 della Costituzione, per la durata della presente legislatura, l'istituzione di una Commissione parlamentare di inchiesta sulle condizioni di lavoro in Italia, sullo sfruttamento e sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro pubblici e privati, come specificato dall'articolo 1. Per quanto concerne la composizione, la proposta di inchiesta prevede che la Commissione sia composta da 20 deputati, scelti dal Presidente della Camera, anche tenendo conto della specificità dei compiti assegnati alla Commissione, in proporzione al numero dei componenti i gruppi parlamentari, assicurando, comunque, la presenza di un rappresentante per ciascun gruppo parlamentare e garantendo, per quanto possibile, l'equilibrio tra i sessi. Si prevede, inoltre, che entro 10 giorni dalla nomina dei componenti, il Presidente della Camera convochi la Commissione per la costituzione dell'ufficio di presidenza, composto dal presidente, due vicepresidenti e due segretari. Nella elezione del presidente, se nessuno riporta la maggioranza assoluta dei componenti della Commissione, si procede al ballottaggio tra i due candidati che hanno ottenuto il maggior numero di voti. In caso di parità di voti, è proclamato eletto o va al ballottaggio il più anziano di età. La Commissione elegge al proprio interno due vicepresidenti e due segretari con il sistema del voto limitato. Risultano eletti coloro che hanno ottenuto il maggior numero di voti e, in caso di parità di voti, è proclamato eletto o va al ballottaggio il più anziano di età. La Commissione è rinnovata dopo il primo biennio dalla sua costituzione, con la possibilità di conferma dei propri componenti e riferisce alla Camera a cadenza annuale, con singole relazioni e con relazioni generali, nonché ogniqualvolta ne ravvisi la necessità e, comunque, a conclusione dei propri lavori.

Con riferimento ai compiti della Commissione, la proposta ne individua un ampio novero che comprende: l'approfondimento della conoscenza della dimensione del fenomeno degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo al numero di incidenti mortali, di malattie e di invalidità, verificando e quantificando l'esistenza di eventuali differenze tra le vittime con specifico riguardo al genere di appartenenza, al territorio di ubicazione del luogo di lavoro, all'età, al settore lavorativo, al tipo contrattuale e al tipo aziendale e/o societario; l'individuazione delle principali cause degli infortuni sul lavoro, con particolare riguardo all'incidenza dei fenomeni di interposizione illecita, somministrazione irregolare di manodopera, di sfruttamento della precarietà, del lavoro sommerso e irregolare e del controllo di imprese da parte di organizzazioni criminali; l'accertamento del livello di applicazione delle norme antinfortunistiche e l'efficacia della legislazione vigente; la verifica dell'efficacia dei controlli svolti dagli organi ispettivi; la quantificazione del costo degli infortuni sul lavoro e la relativa incidenza sulla finanza pubblica; la valutazione degli eventuali casi di presenza di minori nei luoghi di lavoro, con particolare riguardo ai minori che provengono dall'estero, nonché delle misure adottate per la protezione degli stessi nei casi di esposizione a rischi di infortunio; l'individuazione di eventuali misure di natura legislativa e amministrativa finalizzate ad accrescere l'efficacia della prevenzione e ad attenuare gli effetti degli infortuni; la valutazione della congruità delle provvidenze e degli interventi di assistenza previsti dalla normativa vigente in favore dei lavoratori e dei loro familiari in caso di incidente mortale, malattia e invalidità e infortunio sul lavoro; l'analisi dei casi di sfruttamento o di minor tutela della salute e di sicurezza nei luoghi di lavoro nell'ambito dell'intermediazione di manodopera.

La proposta di inchiesta provvede, inoltre, a disciplinare i poteri e i limiti della Commissione. In primo luogo, si prevede che la Commissione proceda alle indagini e agli esami con gli stessi poteri e le stesse limitazioni dell'autorità giudiziaria e che non possa adottare provvedimenti attinenti alla libertà e alla segretezza della corrispondenza e di ogni altra forma di comunicazione, nonché alla libertà personale, fatto salvo l'accompagnamento coattivo. Viene poi previsto che, per le testimonianze davanti alla Commissione, si applichino le disposizioni degli articoli dal 366 al 372 del codice penale. Si dispone anche la non opponibilità alla Commissione, limitatamente all'oggetto dell'indagine di sua competenza, del segreto d'ufficio professionale e bancario, precisando altresì che è sempre opponibile il segreto tra difensore e parte processuale nell'ambito del mandato.

Si prevede, altresì, che la Commissione possa ottenere copie di atti e documenti relativi a procedimenti e inchieste in corso presso l'autorità giudiziaria o altri organi inquirenti, in deroga all'articolo 329 del codice di procedura penale, e che l'autorità giudiziaria possa anche trasmettere copie di atti e documenti di propria iniziativa.

La Commissione garantisce il mantenimento del regime di segretezza degli atti, così trasmessi, coperti da segreto, specificando inoltre che devono essere coperti dal segreto i nomi, gli atti e i documenti che riguardano procedimenti giudiziari nella fase delle indagini preliminari; ha, inoltre, il potere di stabilire quali atti e documenti non devono essere divulgati, anche in relazione a esigenze attinenti ad altre istruttorie o inchieste in corso.

Come di consueto, i componenti della Commissione, con i funzionari, il personale addetto alla stessa e ogni altra persona che collabora con la Commissione o compie o concorre a compiere atti di inchiesta oppure ne viene a conoscenza per ragioni d'ufficio o di servizio, sono tenuti all'obbligo del segreto, anche dopo la cessazione dell'incarico, su tutti gli atti e i documenti che la Commissione ha acquisito ai fini dell'inchiesta e soggetti al regime di segretezza.

Con riguardo all'organizzazione interna della Commissione, la disciplina dell'attività e del funzionamento della stessa è demandata ad un regolamento interno da approvare prima dell'inizio dei lavori.

 

È affermato il principio della pubblicità delle sedute, ferma restando la possibilità di disporre diversamente. La Commissione può avvalersi dell'opera di agenti e ufficiali di Polizia giudiziaria e di tutte le collaborazioni ritenute necessarie, e per l'espletamento delle sue funzioni fruisce di personale, locali e strumenti operativi posti a disposizione dal Presidente della Camera. Si prevede, infine, la quantificazione delle spese per il funzionamento della Commissione, determinandole nel limite massimo di 35.000 euro per il 2023 e 75.000 euro per ciascuno degli anni successivi, a carico del bilancio interno della Camera.