Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 5 Novembre, 2020
Nome: 
Andrea Frailis

A.C. 2313-A

Grazie, signor Presidente. Anche il gruppo del Partito Democratico ovviamente si augura che finisca presto il dramma e l'odissea dei nostri pescatori detenuti in Libia. Oggi esaminiamo una proposta, che prevede l'istituzione di una zona economica esclusiva, cioè quella zona che va oltre il limite esterno del mare territoriale, le 12 miglia marine. La ragione giuridica di questa proposta trova fondamento nella Convenzione delle Nazioni Unite sul diritto del mare, la convenzione firmata a Montego Bay nel dicembre del 1982 e resa esecutiva dal nostro Paese nel 1994. Ma dobbiamo anche spiegare a chi sta fuori da quest'Aula, per chi non lo sapesse, che cos'è una ZEE, cos'è una zona economica esclusiva: è una zona nella quale il nostro Paese beneficerà di un diritto sovrano sull'esplorazione, lo sfruttamento e la conservazione, nonché gestione delle risorse naturali, biologiche e minerali che si trovano nelle acque, sopra il fondo del mare, sul fondo e nel relativo sottosuolo, in poche parole, dobbiamo preservare il nostro mare e dobbiamo farlo con passione e soprattutto quotidianamente. Perché questo? Perché riteniamo che preservare il nostro mare significhi anche ricavare una risorsa a fini economici, fare del nostro mare una fonte di produzione anche di energia, ma anche trarre una cospicua attività di pesca, oggetto principale della sovranità economica dello Stato costiero. A questo proposito vorrei ricordare come appena poche settimane fa quest'Aula abbia discusso una proposta di legge che raccoglie e organizza tutte le norme in materia di pesca e di acquacoltura.

La ZEE non può estendersi - lo abbiamo visto - territorialmente oltre le 200 miglia dal limite del mare territoriale. Per fare questo si deve comunque inserire in un quadro di accordi con gli Stati vicini. Abbiamo visto quindi come l'istituzione di una zona economica esclusiva comporti necessariamente degli accordi bilaterali con i Paesi contermini, come ha efficacemente rilevato ieri sera il collega Piero Fassino in quest'Aula, in sede di esame degli emendamenti presentati. Deve anche ovviamente concernere un momento di confronto parlamentare su questo argomento che il PD ritiene assolutamente necessario. D'altra parte è la Costituzione stessa, all'articolo 80, che prevede che per le variazioni territoriali il Parlamento debba essere in qualche modo coinvolto. Intuibile quindi come uno dei fini della istituzione della zona economica esclusiva sia quello di evitare il sorgere di questioni sull'estensione della sovranità marittima, come è accaduto purtroppo di recente. È un fatto che ha interessato i nostri rapporti tra il nostro Paese e la Francia prima e l'Algeria poi. A questo proposito, la questione relativa ai rapporti con l'Algeria è stata un fatto, un evento, che ha avuto una larga eco mediatica, anche e soprattutto in Sardegna, anche per alcune inchieste giornalistiche.

Quindi la zona economica esclusiva è un istituto che è largamente utilizzato da molti Stati europei e non. L'Algeria, ad esempio - lo abbiamo visto - ha creato una sua zona economica nel 2018 ad ovest del mare della Sardegna, una zona che ha toccato per 70 miglia le acque territoriali italiane. Questa decisione da parte del Governo algerino è stata contestata dal Governo italiano, che ha proposto l'avvio di un negoziato bilaterale. Il Paese africano ha dato la sua disponibilità all'avvio di questo negoziato e, in occasione anche delle recenti visite in quel Paese del nostro Governo, del nostro Presidente del Consiglio, ma anche del nostro Ministro degli Esteri, il Paese africano ha confermato questa disponibilità al dialogo. L'orientamento del nostro Paese in questa vicenda è stato altresì condiviso anche dal Governo spagnolo, perché la zona economica esclusiva algerina va a toccare non soltanto le acque territoriali italiane, ma si sovrappone per un certo territorio anche ad un'altra zona istituita dalla Spagna nel 2013. Per tutte queste considerazioni, il gruppo del Partito Democratico voterà a favore di questa proposta, perché conscio soprattutto dell'importanza di una sua approvazione in termini di riconoscimento della nostra sovranità nazionale, della sovranità nazionale sul nostro mare, ma anche perché il controllo del nostro mare va sempre più considerato in termini di sicurezza e di beneficio economico derivante dallo sfruttamento di esso.