A.C. 1573-A e abbinate
Grazie, Presidente. Trovo veramente stucchevole la melensa con cui in quest'Aula i rappresentanti della maggioranza stanno parlando di un tema così importante come la partecipazione; lo trovo stucchevole perché non ha niente a che vedere con quello che stanno facendo. È bello che ci sia un clima idilliaco sui luoghi di lavoro, in cui capitale e lavoro si parlano amichevolmente a braccetto, ma non è quello che sta succedendo e non è quello che con i provvedimenti che sistematicamente hanno preso in questi due anni stanno facendo: mi riferisco all'aumento a dismisura delle possibilità di assumere persone con contratti precari, alzando i tetti per il tempo determinato e la somministrazione togliendo le causali; mi riferisco anche al tentativo ripetuto, a cui abbiamo assistito pure in questo passaggio, di attaccare il principio fondamentale della rappresentanza, che richiede che siano chiamati a rappresentare i lavoratori quelli che danno a queste associazioni il loro voto e il loro sostegno, che eleggono le RSA, non quelli che firmano contratti a gettone. Abbiamo fermato questo ulteriore tentativo, c'è una proposta - nei confronti della quale siamo sempre stati disponibili - di mettere in chiaro le regole della rappresentanza, che non siano regole pensate per esaltare un certo tipo di sindacato piuttosto che un altro, ma che rispondono a quello che le parti sociali da tempo stanno proponendo e partendo dalle loro proposte si possa arrivare anche a una definizione normativa.
Questa narrazione non ci convince e purtroppo questa ha seminato un po' del suo veleno anche in un provvedimento che era nato con tutt'altra intenzione, quindi direi che ci raccontiamo una favola che inizia, come al solito, così: “c'era una volta”. C'era una volta la proposta di legge della CISL, una proposta di legge finalizzata a disciplinare varie forme di partecipazione dei lavoratori alla governance delle imprese accumunate da un solo principio, un principio base che peraltro la CISL sostiene da sempre, cioè doveva trattarsi di forme di partecipazione non obbligatorie, ma attivate dalla contrattazione collettiva nazionale o di secondo livello.
Ebbene, questo processo e questo approccio non piacevano a Confindustria che ha rivendicato una visione completamente diversa, legittima, però diversa: la partecipazione, secondo i rappresentanti delle imprese, deve essere una libera scelta delle imprese; e questo è quello che è diventato questa proposta di legge, una proposta di legge in cui ogni forma di partecipazione è, lo dico tra virgolette, “subordinata” al favore e, quindi, alla gentile concessione da parte delle imprese.
Quindi, la proposta di legge CISL è stata smontata, amputata del suo nucleo principale. Il ruolo della contrattazione collettiva è stato cancellato 14 volte, contatelo, e nei passaggi cruciali sostituito, appunto, dall'impresa dominus assoluto nel decidere se concedere ai lavoratori un qualche luogo, un qualche ruolo.
Ora, noi avevamo fatto delle proposte diverse, che vi annuncio già all'inizio, vi dico già come va a finire: sono state completamente bocciate.
Non mi sembrano molto illogiche se si parla di partecipazioni, un terreno su cui noi stiamo volentieri, ci crediamo. Cosa dicevano le nostre proposte nel succo? L'abbiamo già detto stamattina, due cose. Se decidiamo una presenza dei lavoratori nei consigli di gestione, nei consigli di sorveglianza, in organismi bilaterali, bene, quei lavoratori ci devono andare in quanto rappresentanti, non in quanto scelti dall'impresa o dall'assemblea dei soci, o non si sa come. Quindi, deve essere stabilito chiaramente che c'è un canale sindacale che passa per le RSU elette o per le RSA che si costituiscono, come sapete, per accordo o per elezione.
La seconda cosa è: la partecipazione è una cosa seria, è una cosa vera, quindi se un soggetto è chiamato a partecipare, a collaborare, deve avere un potere reale, deve avere un ruolo effettivo, non deve essere una bella statuina. Se io mando un rappresentante dei lavoratori - uno solo, perché voi non avete voluto mettere neppure dei limiti minimi - dentro un consiglio di amministrazione, dove passano decisioni molto importanti ma che possono essere contrarie agli interessi dei lavoratori, come può essere una delocalizzazione, una ristrutturazione, persino un licenziamento collettivo, è fondamentale che quel rappresentante dei lavoratori non sia solo, non faccia da paravento a decisioni, ripeto, che possono essere contrarie agli interessi dei soggetti che rappresenta, ma possa chiedere e abbia il diritto di ottenere una sospensione di quella decisione per un periodo di tempo sufficiente a permettere l'apertura di un confronto sindacale. Confronto: conoscete questa parola? Confronto.
Vi dà fastidio la parola “conflitto”. Il confronto si trasforma in conflitto quando non può operare. A noi non dà fastidio la parola conflitto perché, in molti casi, purtroppo, si rende necessaria, ma se si vuole cercare di risolvere i problemi, di affrontarli nel campo sfidante della nuova organizzazione del lavoro, della decisione di come definire i processi produttivi, di come affrontare il tema fondamentale della sicurezza, bene, i lavoratori devono essere pienamente partecipi. Purtroppo, dopo questa proposta di legge, questa cosa sarà sempre, sempre meno possibile.
Quindi, la cosa migliore che c'è dentro questa proposta di legge è la salvaguardia di tutte le contrattazioni collettive che hanno già portato a risultati positivi e favorevoli. Noi siamo favorevoli e sosteniamo con forza la contrattazione, quella che voi portate come alibi per non approvare la nostra proposta di legge sul salario minimo.
E qui siamo veramente di fronte alle barzellette, signora Ministra, mi rivolgo a lei, alle barzellette, perché non è che potete dire: non vogliamo fare il salario minimo perché la materia salariale è oggetto della contrattazione, e quando un importante sindacato, come è la CISL, vi propone una proposta di legge fondata sulla contrattazione, voi cancellate, cancellate, cancellate, cancellate tal che della contrattazione non ci rimane più niente.
Qui ci stiamo veramente prendendo in giro; e vi ricordo che la nostra legge sul salario minimo è molto radicata sull'idea di associazioni sindacali comparativamente più rappresentative, perché non dice solo che sotto i 9 euro all'ora non è lavoro ma è sfruttamento. Dice anche un'altra cosa che vi dà molto, molto fastidio e cioè che non importa se tu lavori nelle ceramiche, se lavori nei campi, se lavori da qualsiasi altra parte vi venga in mente: hai diritto a vederti riconosciuto il trattamento economico complessivo dei contratti siglati dalle associazioni dei lavoratori e datoriali comparativamente più rappresentative.
Questa è l'unica tutela contro la guerra competitiva al ribasso sulle condizioni economiche, che viene operata da tanti “sindacati pirata” in questo momento storico e che, purtroppo, caratterizza anche alcuni contratti che sono stati siglati - mi dispiace dirlo - proprio con il beneplacito, Ministro, anche suo. Perché io non ho mai visto una Ministra del Lavoro che va a presenziare la sigla di un contratto fatto da alcune parti, mentre non va da quelli siglati da altre parti. Questa è una cosa che le devo dire in tutta sincerità. Quindi, noi crediamo al valore della partecipazione. Ci dispiaceva molto per la battuta che abbiamo fatto in questi giorni: “Di questo progetto di legge, ahimè, è rimasto soltanto il titolo”. Ci avete tolto anche questo. E guardate che non è una cosa piccola, anzi, è molto indicativa, perché il titolo della CISL diceva “Per una governance d'impresa partecipata dai lavoratori”. Una governance d'impresa. Cosa è rimasto della governance? È rimasto “Disposizioni per la partecipazione dei lavoratori alla gestione, al capitale e agli utili dell'impresa”. Cosa manca da questo elenco, stando alle definizioni che pure la proposta di legge meritoriamente elenca? Mancano la partecipazione organizzativa, la partecipazione consultiva e il diritto all'informazione. Sono le cose a cui crediamo di più e su cui continueremo a lavorare. Noi crediamo che sia importante rispettare il fatto che un sindacato così importante e così rilevante, come la CISL, ci chieda sostanzialmente di non votare contro questa proposta di legge. Vogliamo fare, quindi, un voto di astensione. Un'astensione critica, perché tutti gli elementi che io ho portato fino adesso sono elementi critici, ma anche un'astensione costruttiva, perché tutta la nostra presenza e la nostra partecipazione ai lavori del Parlamento, dal momento dell'inizio della legislatura fino ad adesso, hanno dimostrato che il Partito Democratico si batte per un ruolo attivo dei lavoratori e per il riconoscimento della loro piena dignità. Quindi, noi continueremo, anche al Senato e in tutti gli altri provvedimenti, a cercare di dare contenuti, laddove voi mettete solo “parole, parole, parole”.