Discussione congiunta sulle linee generali
Data: 
Domenica, 21 Dicembre, 2014
Nome: 
Edoardo Fanucci

A.C. 2679-bis-B

 

Grazie Presidente. Desidero cominciare l'intervento con un ringraziamento non formale al presidente della Commissione Francesco Boccia, al relatore e al capogruppo del mio partito per la costanza, per l'impegno e la serietà dimostrati nell'affrontare questa complessa e delicata manovra, nel rapporto con il Senato, nel rapporto con il Parlamento e con il Governo. 
Con la legge di stabilità arriva un taglio delle tasse inedito per il nostro Paese, pensato per rimettere in moto l'economia, rilanciare i consumi e sostenere le fasce più deboli della popolazione. Le misure sono rivolte alle giovani generazioni, ai lavoratori, alle imprese, alle famiglie e, principalmente, ai più deboli. 
Oggi arriviamo, dunque, all'ultimo passo da compiere per l'approvazione della legge di stabilità. Un percorso, come ogni anno, molto complesso e delicato, che il Governo ha saputo gestire con equilibrio e serietà, intervenendo laddove necessario per bloccare i pericolosi assalti alla diligenza che si sono verificati anche al Senato ed è opportuno dirlo. 
Nel merito, è opportuno segnalare anche che i lavori della Camera e del Senato si sono svolti con un differente approccio. La differenza di Regolamento tra le due Camere ha determinato sostanziali differenze nelle procedure, nell'ammissibilità degli emendamenti, ma anche, con riferimento agli emendamenti trattati nelle Commissioni, abbiamo trovato differenze e questo, a mio avviso, deve essere superato e migliorato. 
Il bicameralismo perfetto dimostra anche in questo caso tutti i suoi limiti. 
Detto ciò – che comunque è una premessa rilevante rispetto alla portata della manovra – il provvedimento oggi all'esame della Camera risulta migliorato decisamente rispetto alla sua originaria versione. 
L'impianto di fondo è certamente rimasto, ma sono stati inseriti nuovi e positivi aspetti specifici e di grande portata. 
La Camera ha trovato piena attuazione di ordini del giorno, spesso sottovalutati e spesso anche poco considerati dal Governo e, in questa occasione, invece, abbiamo riscontrato importanza e valore dei lavori di questa Camera, anche nell'occasione della redazione degli ordini del giorno, che sono stati approvati ed a cui è stato dato un effettivo seguito dal Governo e dal Senato. 
Le novità più rilevanti, che ritengo di dover sottolineare, sono le seguenti; in primis, l'IRAP per soggetti privati che non hanno dipendenti: un costo di 163 milioni di euro a partire dal 2016 e l'eliminazione di un taglio retroattivo del 10 per cento, con la determinazione contestuale di un credito d'imposta, utilizzabile dal 2016, finalizzato a sterilizzare gli effetti della manovra precedentemente approvata dalla Camera. 
Ci siamo resi conto che questo provvedimento andava ad inficiare il lavoro di moltissimi artigiani, professionisti e soggetti privati senza dipendenze ed abbiamo ritenuto opportuno, con l'ausilio ed il supporto del Senato della Repubblica e chiaramente del Governo, intervenire nel senso corretto di sterilizzare l'effetto della manovra sull'IRAP per soggetti privati senza dipendenti, un grande passo in avanti, forse il più importante. 
Il secondo passaggio da sottolineare è il trattamento fiscale del capital gain di enti di previdenza e dei fondi pensione, per un costo complessivo di 80 milioni di euro; si crea un credito d'imposta riservato esclusivamente a chi effettuerà investimenti mirati in attività finanziarie di medio/lungo termine, attività finanziarie strategiche per il Paese; infatti, verrà definito un decreto apposito dal MEF, che determinerà il perimetro di azione di questo provvedimento. 
Questo provvedimento ha due obiettivi: il primo, è scoraggiare la speculazione, colpendone gli intenti e gli effetti con una tassazione decisa e senza sconti; il secondo, ben più importante, è favorire investimenti a medio e lungo termine, volti a sostenere l'economia reale, del territorio, che possa offrire un impatto positivo e, addirittura, un effetto leva sul PIL del nostro Paese. 
Ricordo quando lei, sottosegretario, ci illustrò questa ipotesi già nel passaggio alla Camera dei deputati: già, in quel momento, sembrava un'ipotesi giusta e corretta da perseguire; siamo felici che questa ipotesi abbia trovato piena e concreta attuazione nel provvedimento oggi presentatoci dal Senato. 
L'amianto: l'amianto trova un doppio binario di intervento: per una parte, si va ad intervenire sulle aree oggetto di messa in sicurezza, bonifica e ripristino, per un costo complessivo, nel triennio, di 135 milioni di euro. Si vanno a bonificare siti di interesse nazionale: penso all'importanza, anche dal forte valore simbolico, dell'intervento per Casale Monferrato, anche a seguito della recentissima e dolorosa vicenda Eternit, ma anche al caso Bagnoli, in prossimità di Napoli. 
Ma questa è soltanto una parte dell'intervento: l'altra parte, riguarda le persone, persone esposte all'amianto che godranno di trattamenti previdenziali ed assistenziali di favore, ma questo favore non è un privilegio; è un diritto, in quanto queste persone avranno il riconoscimento oggettivo del Servizio Sanitario Nazionale che questa esposizione ha causato loro, purtroppo, un danno spesso non superabile e cronico. 
Un danno che, nel nostro territorio, in provincia di Pistoia, ha causato anche morti e problemi negli anni passati. Quarto passaggio, il Fondo emergenze nazionali; si tratta di un fondo che, all'avverarsi di ogni catastrofe, si chiede di integrare, ripristinare e sostenere. Questo è un fondo che è stato integrato per 60 milioni di euro; certo, siamo onesti, queste risorse non basteranno, ma non bastano mai. Si tratta però di un passo importante nella giusta direzione e il Consiglio dei ministri si è preso anche l'onere e l'impegno di integrare con ulteriori, nuove risorse qualora questo in futuro si rendesse necessario. 
Per quanto riguarda i patronati rispetto alla prima versione, dove si ipotizzava un taglio di 150 milioni di euro, già alla Camera siamo arrivati ad un taglio di 75 milioni euro e oggi al Senato, con la presentazione del provvedimento definitivo, si arriva ad un taglio di 35 milioni di euro, quindi ulteriori 40 milioni in più alla causa proposta dai patronati per cercare di migliorare ed integrare un servizio che certamente è importante per questo Paese. Devo dire che ancora più importante non è la rinuncia al taglio – il taglio di 35 milioni di euro comunque c’è ed è importante –, ma il suo elemento qualitativo. Si vanno a cambiare le soglie ed alcuni elementi che devono far migliorare i patronati garantendo gli stessi servizi a minori costi per lo Stato centrale. Di conseguenza, si cambia la soglia, già approvata alla Camera al 2,5 per cento, destinata ai servizi essenziali rilevanti da parte dei patronati, oggi l'abbiamo trasformata all'1,5 per cento con l'ultima proposta da parte del Senato che è oggi qui in discussione e, chiaramente, facciamo nostra.
Un altro passaggio, un passaggio a mio avviso sottovalutato anche dai media e dagli interventi degli altri relatori per gli altri gruppi di maggioranza e di opposizione – in particolare, di opposizione – il fondo destinato al vaccino per l'epatite C, un costo di 100 milioni di euro a carico dello Stato che trova un'integrazione da parte delle regioni e un impegno del Servizio sanitario nazionale che va assolutamente in una direzione diversa, innovativa rispetto a quello che sta accadendo in Europa e nel mondo. Siamo i primi con una buona pratica a prevedere lo stanziamento di risorse volte a rendere gratuita la fornitura di un vaccino davvero importante. I fondi a sostegno ed a tutela della disabilità, un costo di 60 milioni di euro nel triennio sono risorse importanti: 20 milioni l'anno che non sono stanziati attraverso questa manovra, ma sono fondi a regime per consentire l'inserimento nel mondo del lavoro di soggetti disabili. L'applicabilità della legge n. 68 del 1999, oggi messa in discussione, grazie a questo intervento è stata resa stabile e mai più incerta. 
Non si parla di local tax, in questo caso per rispondere a Rocco Palese di Forza Italia che sul punto è stato molto duro. Lalocal tax è stato giusto non inserirla in questo provvedimento, avremo modo e tempo per farlo con un apposito provvedimento meditato, studiato e articolato, in modo da evitare gli errori del passato su un tema così complesso e caro agli italiani come è quello riguardante la casa. Tuttavia, diamo dei segnali nella giusta direzione; il blocco alla Tasi fissato nel 2014 viene prorogato anche al 2015, così come viene bloccato il tetto IMU a disposizione dei comuni. Allo stesso tempo, per quanto riguarda lo Stato, blocchiamo il canone RAI, congelandolo all'imposta del 2014. 
Per quanto riguarda i risparmi sulle spese improduttive e i costi della politica prosegue il virtuoso lavoro del Governo; le elezioni regionali e locali della prossima primavera saranno accorpate in un unico giorno, l’election day, garantendo un risparmio considerevole e importante anche in termini d'immagine in un Paese che ci chiede di stare attenti anche alle piccole cose. Questo passaggio dell’election day in passato è stato richiesto e mai perseguito, si andava a guardare l'interesse elettorale dell'una o dell'altra forza politica, questa volta siamo riusciti nei fatti a portarlo a casa. 
La conferma più attesa, la forza, il coraggio e l'orgoglio di fare una manovra espansiva che prevede dei tagli importanti di tasse. Un taglio di 18 miliardi di euro che non colpisce tutti allo stesso modo, favorisce i più deboli e garantisce nuovo slancio all'occupazione e al lavoro. 
Pertanto, una manovra ambiziosa, coraggiosa, ma ancor di più credibile, agli occhi degli italiani, agli occhi delle imprese, ma anche agli occhi dell'Europa e del mondo, a cui noi ci rivolgiamo quando andiamo a chiedere di rifinanziare il nostro pesante debito pubblico. Sul piano macroeconomico, facciamo il massimo alle condizioni imposte dall'Europa, rispettiamo le regole, mettendone in evidenza le criticità. Ci aspettiamo dall'Europa attenzione e rispetto. Il Piano Juncker non sia un punto di arrivo, ma sia soltanto un punto di partenza. Sul piano distributivo, sosteniamo quella parte di popolazione che ha sempre subito tagli ai servizi, inasprimenti fiscali e non ha mai potuto fuggire dalla tassazione in quanto soggetti a tassazione alla fonte. Mi riferisco a tutti quei soggetti che godranno della stabilizzazione degli 80 euro, persone che non guadagnano più di 1.500 euro netti al mese, che non sono certo ricchi, ma che quegli 80 euro oggi li possono vedere davvero come un elemento portante del loro reddito, non soltanto presente, ma anche futuro. 
Dalle rendite al lavoro: quanti libri, quanti convegni, quante iniziative a cui ho partecipato dove questo elemento era dettato come titolo ! Quanti programmi elettorali abbiamo ascoltato con questo titolo ! Oggi trasformiamo il titolo in realtà. Oggi favoriamo il lavoro e colpiamo le rendite e lo facciamo con questa legge di stabilità. Lo facciamo con una legge di stabilità che va nella direzione indicata dal Governo Renzi fin dal suo insediamento. Vi è il superamento del Patto di stabilità per le regioni, una volta per tutte. Vi è il superamento, seppur parziale, del Patto di stabilità per gli enti locali e in particolare per i comuni. Si può anche in questo caso fare di più e fare meglio, ma rispetto a dove siamo partiti, abbiamo certamente fatto dei grandi passi in avanti. Con riferimento al lavoro, per parlare in termini di numeri, sosteniamo il lavoro a tempo indeterminato con 1,9 miliardi di euro a sostegno del contratto a tempo indeterminato, per tre anni, con sgravi alle nuove assunzioni. E, contestualmente, eliminiamo la componente IRAP dal costo del lavoro per 5,1 miliardi di euro. E, forse, anche con toni provocatori, sono qui oggi in Aula a dire: spero che queste risorse non siano sufficienti. Lo spero perché questo potrebbe dare il segnale di un Paese che riparte e allora saranno le risorse meglio spese quelle risorse che tra qualche mese dovremo integrare in questi capitoli. 
Avanti con la giusta direzione perché il contratto a tempo indeterminato non sia più un'utopia, ma sia una reale possibilità per i tanti giovani che oggi lo vedono come un win for life, come una vincita al Superenalotto. E quando il contratto a tempo indeterminato non è più visto come una possibilità reale per tutti, diventa un privilegio, diventa un sistema da aggirare con quarantasette formule contrattuali diverse rispetto a quella che doveva essere fino ad oggi considerata come la linea principale e la linea maestra. Noi, con il combinato disposto legge di stabilità e Jobs Act, torniamo a scommettere sul contratto a tempo indeterminato perché sia davvero facile, semplice e per tutti, dando anche l'indicazione al Governo di far costare di più e semplificare quella selva di contratti a tempo determinato che purtroppo gravano sulle nostre imprese, sul nostro sistema e che hanno spesso anche allontanato le imprese da utilizzare il contratto a tempo indeterminato. 
Ma abbiamo anche sostenuto i consumi. Degli 80 euro ho già detto. Ma è importante sottolineare anche il TFR in busta paga, una mera facoltà per i lavoratori, non un obbligo. Una facoltà richiesta dai sindacati negli anni passati. Ricordo un intervento di Trentin che rivendicava lo sforzo e l'attenzione rispetto a questa misura che noi oggi portiamo a casa, a compimento. E anche la defiscalizzazione dei buoni pasto da 5,14 a 7 euro. Una manovra, anche questa, sottovalutata daimedia e dalla stampa, ma che può dare un po’ di ossigeno e respiro ai tanti lavoratori che si trovano a dover affrontare i tagli e le difficoltà di famiglie e arrivare a fine mese. 
La spending review va avanti: 15 miliardi di euro, con o senza Cottarelli. 15 miliardi di euro rispetto ai quali io voglio anche sottolineare l'importanza delle clausole di salvaguardia, per far considerare l'importanza di sostenere l'azione del Governo, sostenere l'azione dei Ministeri, delle regioni e delle province e degli enti locali, affinché questi tagli siano davvero portati a termine. Infatti, qualora questi tagli non fossero portati a termine, ne risentiremo tutti noi con l'aumento dell'IVA. 
Allora è il bazooka dell'aumento dell'IVA che deve far sì che si vada avanti per davvero con la spending review e che tutti i nostri governanti, noi compresi che siamo oggi qui in Parlamento, abbiano la consapevolezza che fare una seria azione di risparmio della spesa, quella spesa improduttiva che ancora oggi caratterizza il nostro Paese, è un'azione mirata a farlo ripartire. 
La buona scuola: anche qui un miliardo di euro dal 2015 per assumere 150 mila precari. Dal 2016 diventeranno 3 miliardi di euro l'anno, un atto di buon senso nella giusta direzione, una visione del territorio che non prevede nuovo cemento ma prevede, attraverso la conferma dell’ecobonus, ristrutturazioni e riqualificazioni urbanistiche grazie a quell'intervento del Governo Letta che forse ha avuto più fortuna rispetto al Governo e all'azione di quel Governo. 
Ma la vera sfida oggi è far ripartire gli investimenti pubblici e privati: sì al supporto e al sostegno dell'Europa nella consapevolezza che riusciremo nell'impresa di riaccendere la speranza solo se riconquisteremo la credibilità perduta attraverso riforme parallele e collegate come la giustizia civile, la lotta alla burocrazia, la digitalizzazione della pubblica amministrazione e l'ottenimento finalmente di un fisco amico leggero e trasparente. Oggi con questo disegno di legge di stabilità, Presidente, non ci sono più alibi: l'Italia ha la forza e il dovere di voltare pagina. Non ci sono più alibi: con questo disegno di legge di stabilità si torna a credere nella capacità di imprese e famiglie di investire e rimettersi in gioco. Non ci sono più alibi nel momento in cui noi abbiamo l'onore e l'onere di lasciare le cose migliori di come le abbiamo trovate. L'Italia, anche grazie a questa manovra, ha gli strumenti per ripartire. Proviamoci, tutti insieme.