Grazie, Presidente. Intervenendo oggi non posso nascondere la commozione personale, la consapevolezza che nessuna parola possa descrivere, fino in fondo, il dolore e la tragicità di ciò che oggi ricordiamo. Sono trascorsi due anni dal 7 ottobre del 2023, il giorno in cui il buio è sceso sulla terra più sacra per milioni di donne e uomini, ebrei, cristiani e musulmani.
Il 7 ottobre si è consumato un massacro ad opera di uomini di Hamas, terroristi esperti e miliziani fondamentalisti. Hanno assaltato e ucciso ragazzi che partecipavano in assoluta spensieratezza a un rave musicale, civili nelle loro case, nei kibbutz, nelle strade, sono stati travolti da una furia cieca e pianificata di violenza e orrore che ha provocato la morte di 1.200 persone, tra cui molti bambini, oltre alla cattura di 251 ostaggi, 48 di loro sono ancora nelle mani di Hamas e il loro destino ci angoscia ogni giorno e ogni giorno ne abbiamo chiesto insistentemente il rilascio. Noi vogliamo ribadire la nostra dura e ferma condanna per chi si è reso artefice di quei fatti. Qualunque sia il contesto in cui avviene l'uccisione brutale di innocenti non ha giustificazione alcuna né mai potrà averne (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista e di deputati del gruppo Alleanza Verdi e Sinistra), in ogni luogo accada. Nulla può essere considerato causa di tale deliberata efferatezza. È giusto ribadirlo perché l'inaccettabile massacro di decine di migliaia di palestinesi innocenti a Gaza da parte del governo criminale di Netanyahu e le violenze in Cisgiordania non possono far venir meno il sentimento di sdegno per quanto accaduto due anni fa e rendere la condanna di quell'atto meno decisa. Noi siamo convinti che aver subito un'ingiustizia non giustifica la commissione di altri atti di ingiustizia - mai -, né la violazione sistematica e brutale del diritto internazionale, come quello che è avvenuto in questi due anni da parte del Governo di Netanyahu.
Il 7 ottobre si è consumata una frattura nel mondo che parte dal Medio Oriente ma attraversa ogni continente ed è un baratro che ancora oggi purtroppo appare di difficile soluzione, dalla violenta e sproporzionata risposta di Israele contro Gaza alle vacillanti e contorti ipotesi di tregua e di pace a cui, tuttavia, abbiamo il dovere di attaccarci e di appellarci in queste ore, perché la convivenza pacifica torni ad essere una ipotesi praticabile e la soluzione di “due popoli, due Stati”, con il pieno riconoscimento dello Stato di Palestina, possa vedere il diritto di vivere in pace e in sicurezza nello Stato di Israele e di Palestina. Lo dobbiamo fare per dare una speranza a una regione martoriata, ma anche per dare speranza all'umanità.