Dichiarazione di voto
Data: 
Giovedì, 2 Dicembre, 2021
Nome: 
Gian Mario Fragomeli

A.C. 1813

Grazie, Presidente Mandelli. Quest'Aula spesso si occupa di approvare e rinnovare missioni militari italiane all'estero. Il più delle volte sono missioni di peacekeeping: l'invio di contingenti di soldati in contesti di guerra e fortemente destabilizzati, nei quali si interviene per riportare pace e consegnare una riconquistata ordinarietà rispetto a funzioni e al vivere delle popolazioni civili.

Oggi facciamo altro, oggi ci occupiamo principalmente del “dopo”, quando i soldati rientrano, quando i presidi cessano, quando i media spengono le telecamere, ma restano gli ordigni, anche quelli più piccoli, come le mine antipersona, disseminate nei diversi territori, oppure le bombe a grappolo, lanciate da aerei militari; entrambe rimangono attive per molti anni, in grado di lasciare segni indelebili sulle popolazioni civili, in particolare su quelle più deboli, i bambini, le bambine, frustrati per un conflitto che non finisce con i trattati di pace o con il cessate il fuoco.

L'osservatorio internazionale sulle mine antiuomo, con sede a Ginevra, nel 2019 riporta che, su 5 mila vittime di mine antipersona, quasi il 50 per cento erano bambini e bambine. All'Italia sono unanimemente riconosciute la qualità e la quantità del suo impegno nelle missioni di pace, così come ha dimostrato nel 1997, pur essendo uno dei maggiori produttori di mine antipersona, con l'adesione alla Convenzione di Ottawa, nel dire “basta!” alla produzione di queste armi pericolose, vietandone la produzione e la commercializzazione. L'impegno italiano è proseguito con la sottoscrizione nel 2011 della Convenzione di Oslo che vieta la produzione di bombe a grappolo, imponendo la distruzione degli stock esistenti e introducendo sanzioni penali per i trasgressori, con reclusione da 3 a 12 anni. A questo punto, colleghi, sorgono spontanee due domande: perché un altro intervento su un tema così presidiato da accordi internazionali? Perché la competenza della Commissione finanze? La risposta è una sola: perché, tra gli impegni assunti nei due Trattati internazionali, non aveva trovato espressa applicazione la normativa di divieto di finanziamento alle aziende, con sede in Italia o all'estero, che producono questi ordigni; si è vietata la produzione, ma non era ancora stata disciplinata la sanzione per le banche, gli istituti italiani finanziatori. Da qui, il nostro compito e il nostro lavoro in Commissione finanze. Seppur sinteticamente, con l'articolato di legge, si prevede il divieto totale di finanziamento a società che svolgono attività in qualsiasi passaggio della filiera, dalla produzione alla vendita, all'esportazione delle mine antipersona e munizioni a grappolo; la definizione dei soggetti intermediari, perché possono essere banche e società di risparmio, SIM, confidi, fondazioni bancarie e fondi pensione; la definizione degli organismi di vigilanza e della loro attività di controllo, pubblicando in piena trasparenza l'elenco delle società che svolgono attività nella produzione di mine antipersona e munizioni a grappolo. Su queste società deve esserci un controllo non solo formale, ma sostanziale rispetto ai flussi finanziari verso le medesime. Vengono definiti, poi, i compiti degli intermediari, quelli di escludere dai prodotti finanziari offerti ogni componente che costituisca supporto alle società produttrici. Ne abbiamo diritto come italiani, ne abbiamo diritto come risparmiatori, dobbiamo essere tutelati non solo con la trasparenza e il grado di rischio dei nostri prodotti finanziari; abbiamo diritto di sapere che i nostri soldi, il nostro risparmio, non finanzi azioni penalmente e – aggiungo, moralmente - illecite.

Vengono definite sanzioni penali e pecuniarie, con conseguenze interdittive per gli intermediari finanziari che investono su società operanti nel settore mine antipersona e munizioni a grappolo, ottemperando così alla richiesta del Presidente della Repubblica nel rinvio alle Camere, nel 2017, per un puntuale rispetto delle obbligazioni contratte con la sottoscrizione degli accordi internazionali.

Colleghi e colleghe, è un contenuto articolato che, però, si è contraddistinto per un'alta complessità e dieci anni di passaggi parlamentari. Vengo alla XVIII legislatura, la nostra: i problemi non sono mancati, pur avendo approvato all'unanimità in Commissione finanze il provvedimento nell'autunno dell'anno scorso, si è rimasti oltre un anno in attesa della relazione tecnica da parte del Ministero dell'Economia, per la presunta quantificazione di oneri da parte della Banca d'Italia, per la stesura dell'elenco delle società operanti nel settore mine antiuomo e a grappolo e, per la verità, con rammarico, non ancora inviata. Tutto questo non ha inficiato in Commissione finanze, l'approvazione - sempre all'unanimità - del mandato al relatore al collega Ungaro che ringrazio per il suo accorato e puntuale lavoro e la trasmissione in Aula del provvedimento.

L'Aula, oggi, ha una grande possibilità di esprimersi nella sua sovranità, per contrastare il fatto che dietro un colletto bianco, dietro un clic d'intermediazione possono finanziarsi prodotti dichiarati illegali in Italia. Oggi, l'Aula può aggiungere un tassello importante nella battaglia contro le società produttrici di mine antipersona e munizioni a grappolo. Questi stessi ordigni, che un uomo di soccorso e di pace come Gino Strada – che, assieme al collega Fiano, a nome del Partito Democratico, ho avuto l'onore di commemorare a Milano, solo pochi mesi fa - definiva pappagalli verdi, perché assomiglianti a giocattoli colorati a forma di uccelli, quasi fossero appositamente costruiti per attrarre i bambini e distruggere il loro futuro e quello dei loro Paesi faticosamente usciti da un conflitto. Sono passati oltre vent'anni dal racconto di Gino Strada sugli effetti atroci di questi ordigni. Un chirurgo, un volontario nei più difficili scenari mondiali: oggi abbiamo l'opportunità di onorarlo e ricordarlo trasferendo in una legge uno dei suoi lasciti più importanti. Le scommesse impossibili non esistono.

Per noi del Partito Democratico, la pagina che ci apprestiamo a completare con questo provvedimento è particolarmente attesa, contrassegnata già nel titolo che scandisce il nome della senatrice del Partito Democratico Silvana Amati, presentatrice della proposta di legge al Senato nella scorsa legislatura che vogliamo non solo ricordare, ma ringraziare per la caparbietà espressa in un tema di così alto valore umano.

Una pagina che ha trovato in questi anni le sottolineature e la ferma volontà di essere approvata in primis da parte del nostro collega Graziano Delrio, da sempre autenticamente impegnato in azioni per l'affermazione di scenari di pace; una pace vera e rivolta alle popolazioni civili, che spesso inermi e senza voce, purtroppo, hanno potuto trovare espressione solo con le immagini dei loro corpi straziati. Una pagina che oggi noi parlamentari del Partito Democratico sottoscriviamo con orgoglio e speranza, esprimendo il nostro convinto voto favorevole.