Data: 
Martedì, 18 Dicembre, 2018
Nome: 
Emanuele Fiano

A.C. 1189-B

Presidente, noi abbiamo ascoltato la solita litania del MoVimento 5 Stelle, molto capace di dividere i nemici tra probi e reprobi, molto capace di inscenare qui - e lo dico per il suo tramite alla collega, giudice suprema, onorevole Sarti - e di decidere qui in Aula chi tra noi è già sicuramente corrotto e chi non lo è, chi è amico dei corrotti e chi non lo è, perché la collega Sarti - e lo dico per il suo tramite, Presidente - ha il dono di conoscere evidentemente le caselle giudiziarie di ognuno di noi, gli elementi secretati su ognuno di noi.

È più difficile che intervenga quando, invece, oggetto di inchieste penali sono colleghi dell'onorevole Sarti di quel movimento o colleghi del partito della Lega, con il quale condividono il Governo. Oppure, è molto più capace di silenzio quando un Ministro dell'Interno abbraccia uno spacciatore di droga condannato e “daspato” dagli stadi di questo Paese : lì il silenzio del MoVimento 5 Stelle - glielo dico per il suo tramite e a lei personalmente, Presidente - è fragoroso.

È il silenzio di chi ha scelto dove utilizzare la norma del giustizialismo: debole con i propri alleati e forte quando si tratta di fare accuse non dimostrate erga omnes, di accusare gli avversari di fare parte del mondo corrotto e tacere magari sui propri rimborsi non corrisposti al proprio partito, come nel caso per cui è stata oggetto di un'inchiesta interna al MoVimento 5 Stelle la collega Sarti.

Io credo Presidente - e qui mi rivolgo espressamente a lei - che lei dovrebbe intervenire quando in quest'Aula invece di esprimere opinioni politiche che riguardano il merito della questione che andiamo discutendo, si esprimono pareri gratuiti infondati sugli avversari politici che siedono in quest'Aula, perché è un'infamia pensare che la differenziazione tra noi nel voto, che sarà tra chi vota favorevole, chi vota contrario, chi si astiene e chi non partecipa al voto, origini dalla nostra condizione etico-morale. Nessuno in quest'Aula può ergersi a giudice morale degli altri! Voi non siete la magistratura!

Voi siete eletti come noi, a rappresentare il popolo. È lei, Presidente, che deve dire a loro che non sono i giudici morali della nostra vita, soprattutto se non lo fanno tutti i giorni, soprattutto se non alzano la voce tutti i giorni che qualcosa succede; che qualcosa succede, per esempio, sulle vicende familiari del Vice Primo Ministro Di Maio. Non abbiamo sentito voci critiche all'interno del MoVimento 5 Stelle; abbiamo sentito insulti e infamie quando un collega del MoVimento 5 Stelle ha cambiato gruppo, quelli sì, li abbiamo letti sul web; abbiamo letto infamie, a cui lei ha giustamente opposto la sua critica, verso una collega di Forza Italia.

Non sentiamo abbastanza, Presidente, la sua voce quando, in quest'Aula, si tratta di differenziare il giudizio politico da quello morale, quando la politica diventa moralismo si scivola nel giustizialismo, non si fa giustizia, si esce dalla politica, si divide il mondo in chi è sicuramente dalla parte del bene e in chi è sicuramente dalla parte del male.

Non è questa la politica, questo è il modo di incitare le folle, questo è il modo di incitare le folle contro questa istituzione, contro i partiti in generale, individuando sempre e solo negli altri la casta o l'élite e nel MoVimento 5 Stelle oppure nella Lega coloro che rappresentano veramente il popolo. Le chiedo un supplemento di funzione della sua cattedra, Presidente: noi dobbiamo stare attenti a dire al popolo che qui dentro siedono coloro che sono sempre dalla parte della giustizia e coloro che sono sempre passibili di inquinamento etico-morale. Non è questo il senso che lavoro che noi facciamo. Il senso del lavoro che noi facciamo è fare leggi giuste per i cittadini, per tutti i cittadini! Abbiate memoria di quello che dite oggi, perché può sempre essere che capiti anche a qualcuno di voi, come è già successo, di entrare in un processo che ritenete ingiusto e di non uscirne bene o di non uscirne subito. L'intervento della collega Sarti, a parte le questioni che hanno riguardato – ovviamente, lo dico per il suo tramite - il merito della questione, si è rivolto più agli avversari, e cioè a noi o agli altri membri dell'opposizione, che alla legge che stiamo votando.

È un percorso pericoloso, Presidente, questo; è un continuo insulto all'istituzione dove noi sediamo per rappresentanza del popolo italiano. Noi e loro siamo uguali di fronte al popolo italiano, e lo dico anche perché, come lei bene sa, non sempre, non sempre nei lavori di quest'Aula, nonostante, glielo riconosco, lo sforzo che lei ha compiuto, anche questioni decisive come queste, che cambiano articoli essenziali del codice penale, hanno avuto lo spazio necessario di riflessione, oppure si voleva all'inizio negare lo spazio necessario di riflessione, cosa che sta per succedere, Presidente, anche sulla prossima legge di bilancio.

E allora, da un lato, si accusano gli avversari di sedere dalla parte dell'ignominia o della corruzione o dell'immoralità o dell'assenza di etica, dall'altro, si restringono le strade per le quali questo Parlamento può discutere liberamente, perché poi, Presidente, quando in quest'Aula si discute liberamente al voto segreto, succede qualcosa, come nel primo voto di questa legge, che va contro i dettami di chi dirige i movimenti e il partito di maggioranza. Dunque, stiamo attenti: noi, Presidente - lo dico, per il suo tramite, al MoVimento 5 Stelle - non accettiamo lezioni di morale in quest'Aula da nessuno . Noi rispettiamo il lavoro della magistratura, non il giudizio di giudici inventati lì per lì dai nostri colleghi. Questa è la politica, voi non siete i nostri giudici morali. Imparate a guidare questo Paese, se ci riuscite.