Discussione generale
Data: 
Lunedì, 14 Marzo, 2022
Nome: 
Alberto Pagani

A.C. 243-A

Grazie, Presidente. Questo testo unificato ha avuto un iter e una storia molto lunga. Ho chiesto la parola per esprimere soddisfazione perché finalmente questo provvedimento è arrivato alla discussione nell'Aula della Camera. Come prima diceva il collega Fiano, nel corso della scorsa legislatura (la XVII), un testo molto simile a questo era stato approvato solamente in un ramo del Parlamento e, quindi, purtroppo, in questa legislatura l'iter è ricominciato daccapo. Auspico che, questa volta, possa essere concluso, che la legge possa essere approvata e che gli strumenti siano messi a disposizione della Nazione.

Si tratta di un provvedimento atteso da tempo, in particolar modo dagli operatori e da chi si occupa di lotta e di contrasto alla radicalizzazione e al terrorismo. Nella scorsa legislatura i colleghi promotori del primo testo - poi ripresentato da noi, dal collega Fiano primo firmatario e da altri – Dambruoso e Manciulli colsero un cambiamento strutturale nella minaccia terroristica e proposero una normativa che andasse ad affiancarsi agli altri strumenti adottati nella scorsa legislatura.

Il cambiamento è più profondo di quanto possa apparire. L'Italia è un Paese che nella sua storia si è misurato con la minaccia terroristica; non solo con quella terroristica di stampo jihadista - penso agli attentati di Fiumicino negli anni Sessanta - ma anche con il terrorismo di matrice politica (l'estremismo di estrema destra o di estrema sinistra) e con la minaccia derivante dalla criminalità organizzata riconducibile alla mafia che, per certi aspetti, ha caratteristiche organizzative simili. Ora, tutte queste minacce avevano però un aspetto comune che stava nell'organizzazione, nella pianificazione e nella realizzazione di attentati che erano curati da organizzazioni ben precise, con reti strutturate dal punto di vista logistico e dal punto di vista militare. Come tutte le realtà, come un virus, come il Coronavirus, anche la minaccia terroristica subisce mutazioni e si è osservata, già da qualche anno, una mutazione profonda nella modalità con cui alcuni attentati terroristici vengono realizzati: sempre più ad opera di soggetti singoli, scollegati da reti, che non hanno pianificato, concordato e condiviso l'attentato con una catena di comando superiore che li aiuta nella logistica e nella realizzazione stessa, ma che sono radicalizzati singolarmente, o in carcere o nelle reti relazionali primarie o, più spesso, attraverso la rete Internet, attraverso il web.

Gli strumenti utilizzati sino ad oggi e costruiti nel tempo dalle Forze di polizia e dalla magistratura per contrastare e prevenire il fenomeno - dalle intercettazioni, alle segnalazioni, alle indagini più complesse - sono invece strumenti di indagine che hanno bisogno di seguire un filo di un'organizzazione per poter essere efficaci. Diventa particolarmente difficile contrastare un fenomeno terroristico che si realizza quando tra il momento della decisione e il momento della realizzazione dell'attentato il soggetto radicalizzato fa passare un minuto e non c'è comunicazione, non c'è organizzazione. Abbiamo pertanto riproposto il testo di legge Dambruoso e Manciulli, che adesso è il testo Fiano, per mettere le Forze dell'ordine e la magistratura nelle condizioni di avere uno strumento in più per contrastare la minaccia terroristica. Ciò consiste nella possibilità di avere una maggiore rete di sensibilità e di formazione e, quindi, anche di strumenti in grado di riconoscere i segnali deboli della minaccia, prima che il soggetto radicalizzato ponga in essere l'attentato o si organizzi per questo fine. Questa idea prevede che a fianco delle forze, diciamo così, di contrasto e di repressione, Polizia, Carabinieri, magistratura, procura antimafia e antiterrorismo, ci sia un contributo attivo dei soggetti che nella società quotidianamente hanno la possibilità di vedere, segnalare e anche contrastare i segnali deboli della radicalizzazione jihadista. Penso in primo luogo alla scuola, all'organizzazione carceraria, all'insieme delle realtà che sono in contatto con la società in maniera diretta e che possono porre in essere strumenti di contrasto e di prevenzione della minaccia terroristica.

Mi auguro che la discussione su questa legge continui ad arricchire il testo che è stato proposto, che già in questa legislatura è stato arricchito proprio grazie alla discussione e al confronto tra forze politiche; cito il collega Perego di Cremnago del gruppo di Forza Italia che ha proposto un testo simile in gran parte al testo Manciulli e che, però, ha voluto, a mio avviso correttamente, estendere, non l'analisi del fenomeno, che naturalmente è diverso, ma gli strumenti di contrasto che erano pensati per la minaccia terroristica di tipo jihadista, quindi, religiosa, a strumenti di contrasto per minacce di terrorismo ideologico, per gli estremismi di estrema destra di stampo xenofobo e razzista o anarchico insurrezionalista o per minacce che per certi aspetti possono avere caratteristiche simili nell'evoluzione del fenomeno e, quindi, possono essere contrastate con strumenti di prevenzione simili.