Dichiarazione di voto finale
Data: 
Mercoledì, 6 Aprile, 2022
Nome: 
Andrea Frailis

A.C. 3547​

Grazie, Presidente. Onorevoli colleghe e colleghi, rappresentante del Governo, per un sardo come me parlare di peste suina africana purtroppo è molto facile. Dico “purtroppo”, Presidente, perché nella mia terra questa malattia dei suini è stata per oltre quarant'anni - e in parte, invero minima, lo è ancora - uno sgradito compagno quotidiano per moltissimi allevatori, specialmente delle nostre zone interne. Nella mia attività giornalistica me ne sono occupato innumerevoli volte con la cronaca di danni spesso molto, molto gravi. Ora, come abbiamo detto, la PSA è stata quasi interamente sconfitta in Sardegna, eradicata per quel che riguarda il termine tecnico, grazie alle campagne promosse dalla regione Sardegna. Decisivi - questo è innegabile - si sono dimostrati, in particolare, i programmi messi in campo dalla giunta regionale guidata allora da Francesco Pigliaru, con gli assessori alla sanità Arru e all'agricoltura Falchi. Quasi del tutto sconfitta in Sardegna - lo abbiamo detto, Presidente -, la peste suina africana si è però ripresentata, purtroppo, in altre regioni italiane, Piemonte e Liguria soprattutto, anche se non nella stessa forma, non in forma identica, ma con una variante. Quello che è rimasto intatto, però, è l'analogo potere di contagio di suini e di cinghiali e con un rischio molto grave, cioè il conseguente rischio di abbattimento e perdita di centinaia di capi e, quindi, il rischio di un danno economico rilevante per molti allevatori e per molte aziende. Il virus, come abbiamo detto, è stato riscontrato in Piemonte e in Liguria ed è opportuno, a questo punto e a questo momento - anzi, è diventato urgente -, intervenire immediatamente per evitare che si propaghi in modo massiccio e metta a rischio, come detto, interi allevamenti e, con loro, il reddito di non poche famiglie. Per cercare di rimediare a questa situazione molto, molto pericolosa, arriva ora il disegno di legge approvato pochi giorni fa in Senato e ora in attesa di conversione anche da questo ramo del Parlamento. È un disegno di legge che in qualche modo costituisce un altro punto di contatto con il programma di prevenzione e di eradicazione attuato dalla regione sarda, imperniato com'è sul contenimento del contagio e su una rigorosa campagna di gestione dell'evento (sottolineo questo termine: gestione dell'evento). Il provvedimento che oggi convertiamo proviene, come detto, dal Senato e dalla Commissione agricoltura di quel ramo del Parlamento. È stato modificato, in maniera significativa e importante, specificando e potenziando i poteri del commissario straordinario, ma anche irrobustendolo con la necessaria dotazione di una risorsa economica proveniente dal “decreto Sostegni-ter” in ragione di 35 milioni di euro per il ristoro dei danni causati dalla malattia alle aziende di allevamento e di 15 milioni per la messa in sicurezza delle stesse aziende. Importante - anzi, lo definirei determinante - per poter raggiungere quegli obiettivi che abbiamo descritto è stato il contributo dei colleghi del Senato, che hanno presentato e predisposto gli opportuni emendamenti, con un lavoro compiuto - occorre riconoscerlo - in un clima di positiva collaborazione.

Nel dettaglio, la legge prevede che, entro 30 giorni dalla sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, le regioni e le province autonome adottino un piano regionale per la gestione - ribadisco ancora: per la gestione -, il controllo e l'eradicazione della peste suina africana, piani che dovranno riguardare anche le zone protette e che non saranno sottoposti - anche questo è un dettaglio di non poco conto - alla normativa europea in tema di valutazione ambientale strategica e di valutazione di incidenza ambientale.

Tornando per un attimo, signor Presidente, alla difficile condizione di molte aziende di allevamento, non si può non rilevare come il rischio di contagio da peste suina africana vada a rendere ancora più pesante al giorno d'oggi il lavoro nelle campagne, in un momento in cui l'indiscriminato aumento del costo dei mangimi, seguito all'evento bellico in Ucraina, ha messo in ginocchio e costretto alla chiusura più di un operatore. Se mi è concesso, vorrei fare ancora un riferimento alle modalità di applicazione delle legge, perché occorrerà avere riguardo con molta precisione alle zone di contagio per non danneggiare quelle zone dove il virus non è arrivato e anche, quindi, le zone di immediato confine. Non sembri questa, colleghi, una questione di poco conto o una questione solo lessicale, perché anche in altre occasioni aziende che hanno rispettato le regole hanno avuto danni dal comportamento di quelle che le regole non le hanno rispettate o che non le hanno rispettate appieno, che non hanno avuto la necessaria attenzione e la dovuta prudenza.

A questo proposito, vorrei spendere anche una parola sul divieto opposto dall'Unione europea di commercializzare le carni suine provenienti dalle zone dove la peste suina africana si è manifestata. È un divieto più che legittimo - per carità! Non contestiamo questo divieto -, ma questo divieto non è stato rimosso anche in zone come la Sardegna dove dal 2019 - non da ieri; dal 2019! - la PSA, come abbiamo visto, è stata praticamente cancellata. Questo sta causando un danno economico rilevante non solo agli allevatori ma anche a un tessuto economico molto più distribuito e molto più consistente che dalla lavorazione delle carni suine trae sostentamento, senza dimenticare - anche questo è molto importante - il comparto dell'outdoor e tutte quelle attività turistico-sportive che si svolgono all'aria aperta.

La circostanza di questo danno, che è arrivato alla Sardegna e che speriamo non debba arrivare anche ad altre regioni italiane, costituisce un altro elemento di frizione nei rapporti con Bruxelles - questo è innegabile -, rapporti sui quali occorrerà mettere mano con una riflessione molto profonda. Allo stesso modo sarà necessario esaminare, colleghi, in modo serio il confronto sul dettato della legge n. 157 del 1992 - lo hanno rilevato altri oratori prima di me - nel pieno rispetto della tutela della fauna selvatica - questo è innegabile e intoccabile - ma anche nella prospettiva di ascoltare le proteste di chi è stato danneggiato dall'indiscriminato aumento del numero degli animali selvatici o inselvatichiti nelle nostre campagne. Devo rilevare con rammarico, a questo proposito, che alcuni emendamenti presentati in Senato dal gruppo del PD non sono stati accolti.

Insomma, colleghi, in conclusione il decreto-legge che oggi convertiamo rappresenta solo un primo passo nella direzione di preservare una parte importante del nostro patrimonio suinicolo dalle insidie della peste, ma è in modo inequivocabile un passo importante nella giusta direzione. Per questo motivo, annuncio il voto favorevole del Partito Democratico su questo provvedimento (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico).