Signor Presidente, autorevoli rappresentanti del Governo, onorevoli colleghi, quello che abbiamo alle spalle è stato forse l'anno peggiore da quando è nata la nostra Repubblica; un tempo che ha causato ferite e lasciato cicatrici che stenteranno a rimarginarsi. Sarebbe troppo semplice soffermarsi sulle questioni ancora aperte dopo questo decreto-legge. Ecco che torna in mente una massima attribuita al patrono d'Italia: “Cominciate col fare ciò che è necessario. Poi ciò che è possibile e all'improvviso vi sorprenderete a fare l'impossibile.” Il provvedimento che approveremo oggi è il necessario e il possibile. Agli italiani e alle loro difficoltà dobbiamo, però, continuare a offrire sostegno e ascolto. A chi rischia di perdere il proprio posto di lavoro è necessario dare la certezza che un lavoro continuerà ad averlo. A quelli che vedono avvicinarsi il pericolo di chiudere la propria attività dobbiamo dare rassicurazioni, perché a nessuno di loro basterà una spalla su cui piangere se non saremo stati in grado di risolvere le grandi questioni che abbiamo dinanzi. Questo decreto è il frutto di un buon lavoro fatto dal Governo e dal Parlamento, tutto il Parlamento. Per questo voglio ringraziare sentitamente i due relatori e coloro i quali, membri del Governo, hanno seguito il provvedimento. Abbiamo con loro provato a dare, almeno in parte, risposte alle imprese, al mondo del lavoro, ai giovani, alle esigenze sanitarie, agli enti locali; un risultato vi assicuro non scontato e raggiunto non senza fatica. Risorse per più di 40 miliardi di euro saranno investite con questo provvedimento per potenziare gli strumenti di contrasto alla diffusione del COVID e rafforzare la sanità innanzitutto, perché quella è la prima missione cui ci stiamo dedicando. Un nuovo pacchetto di aiuti da 15 miliardi per contributi a fondo perduto serve a tendere una mano alle attività di imprese e professionisti, allargando la platea dei beneficiari, senza però mai dimenticare gli enti del terzo settore, fondamentali per combattere la pandemia, a cui, grazie a un emendamento approvato in Commissione, incrementiamo di 60 milioni il fondo dedicato. A tal proposito vorrei sottolineare un altro intervento portato nei lavori di Commissione in favore di alcuni settori che hanno sofferto, ben più di altri, le conseguenze economiche delle chiusure e che ho visto sono stati ripresi da molti degli interventi che mi hanno preceduto: il settore del wedding, il settore dell'HoReCa e della ristorazione collettiva. Non per fare parti disuguali tra soggetti che hanno subito la pandemia, ma perché, evidentemente, tutti gli scorsi provvedimenti che avevamo assunto non avevano raggiunto questi settori che, invece, hanno visto una perdita importante dei loro fatturati. Ma, forse, l'intervento più significativo, più prospettico verso il futuro, riguarda il rifinanziamento dello stanziamento di 350 milioni sull'ecobonus per l'automotive. Sì, un investimento nella mobilità sostenibile in uno dei settori chiave dell'industria italiana, che consentirà di spingere fino a fine anno gli incentivi per l'acquisto di veicoli a bassissime emissioni che, già nel terzo trimestre dello scorso anno, era stato la causa, forse più importante, dell'aumento vertiginoso del prodotto interno lordo italiano. Alle imprese sono dedicati molti altri interventi che qui non abbiamo il tempo di richiamare, perché la tenuta del sistema economico è e deve continuare a essere una priorità assoluta per questo Parlamento; come prioritaria è per noi la salvaguardia dei posti di lavoro, soprattutto in una fase di transizione come questa, in cui la tentazione di scaricare sui lavoratori i costi della crisi potrebbe prevalere sul buonsenso. Ecco perché riteniamo sacrosanto l'intervento di proroga del Governo sul blocco dei licenziamenti, almeno in quei settori maggiormente in difficoltà. Un tema, quello dei licenziamenti, su cui non possiamo abbassare la guardia e che, anzi, anche alla luce degli inaccettabili avvenimenti dei giorni scorsi, forse è giusto riprendere in mano con più fermezza, per evitare che scelte miopi e inopportune come quella scatenino una carneficina sociale nei prossimi mesi.
A proposito di miopia, per non esserlo più quando si parla di sanità, questo decreto stanzia ulteriori 3 miliardi di euro per continuare la lotta al virus, ridurre le liste d'attesa per le prestazioni specialistiche e per sostenere prevenzione, ricerca e assistenza. Mi sia consentito, però, citare uno degli emendamenti approvati in Commissione, che riguarda le cure palliative. Infatti, diamo avvio finalmente a un programma triennale per dare attuazione alla legge sulle cure palliative, un diritto assoluto per migliorare per quanto possibile la qualità di vita delle persone che vivono malattie drammatiche. Abbiamo provato a trovare una soluzione, per quanto parziale, ai problemi degli enti locali, prima fonte di sostegno nei momenti più bui e adesso messi in crisi dalla difficilissima congiuntura economica. Per quanto tutto sarà insufficiente fino a quando non sarà ristabilita la normalità, è stato dato un segnale importante di attenzione anche alle popolazioni colpite dagli eventi sismici nel Centro Italia. È stato esteso, infatti, fino al 31 dicembre 2021 il credito d'imposta per le imprese che effettuano investimenti nel cratere del terremoto.
Per concludere, signor Presidente, una misura che ci fa pensare sicuramente al futuro e alla ripartenza: il fondo da 100 milioni di euro istituito con un emendamento della Commissione bilancio - tutta la Commissione bilancio - per fronteggiare gli aumenti eccezionali dei prezzi di alcuni materiali da costruzione avvenuti nel primo semestre del 2021, e assicurare così il completamento di opere pubbliche essenziali per il Paese, anche in vista dei grandi investimenti nei prossimi anni che ci saranno dati dal PNRR. Signor Presidente, credo che c'è un lungo filo rosso, o almeno mi piace pensare che ci sia un lungo filo rosso, che lega il dramma delle immagini di Bergamo dello scorso anno alla gioia sconfinata di un intero popolo per la vittoria ai campionati europei; quel filo è l'unità di una comunità che sa egualmente stringersi in un abbraccio di fronte alle tragedie e dinanzi ai grandi trionfi.
L'Italia non sarà il Paese più disciplinato al mondo e nemmeno il più efficiente, ma di una cosa siamo certi: siamo un popolo unito, che sa trovare in se stesso la forza di superare le avversità, gli ostacoli, i momenti più critici, che si tratti di combattere una pandemia catastrofica o di affrontare un avversario su un campo di calcio. Con l'auspicio che questo senso profondo di comunità che ci sta accompagnando in queste settimane possa prolungarsi il più a lungo possibile, dichiaro il voto favorevole del Partito Democratico