Dichiarazione di voto
Data: 
Mercoledì, 8 Novembre, 2023
Nome: 
Michela Di Biase

A.C. 1517

Presidente, onorevoli colleghe e colleghi, membri del Governo, i tragici fatti avvenuti a Caivano hanno scosso le nostre coscienze e quelle del Paese intero. Quello che è accaduto, la violenza che è stata perpetrata ai danni di queste due bambine di 10 e di 12 anni da un gruppo di ragazzi, la gran parte minori, ci ha lasciato sgomenti, ci ha lasciato senza parole. Un episodio, questo, che dovrebbe farci riflettere e farci sentire anche la responsabilità di rispondere al disagio sociale che emerge non solo a Caivano, ma in tante zone complesse del nostro Paese, con investimenti importanti sul tema dell'inclusione e dell'educazione.

Dobbiamo però constatare con amarezza che avete reagito, costruendo un decreto sbilanciato, che richiama alla sicurezza, al carcere, alla repressione, omettendo, colpevolmente, di formulare una proposta in termini di riabilitazione e reinserimento sociale. Soprattutto lo avete fatto, replicando, ancora una volta, lo schema che abbiamo visto troppe volte ormai in quest'Aula. Questo, infatti, è il quarantaseiesimo decreto-legge che voi presentate. Soffocate, quindi, il confronto parlamentare, utilizzate impropriamente lo strumento della decretazione d'urgenza, questa volta ancora più impropriamente, perché stiamo trattando una materia penale.

Rimane l'eco, lo sentiamo da lontano, delle vostre dichiarazioni quando, dai banchi dell'opposizione, rivendicavate la centralità del Parlamento. Vogliamo darvi la notizia che, invece, siete riusciti a mettere a segno il peggior record nella storia della nostra Repubblica (Applausi dei deputati del gruppo Partito Democratico-Italia Democratica e Progressista), l'annullamento del confronto democratico, complimenti, su un tema come questo. Ma entrerò subito nel vivo di questo provvedimento e proverò a spiegare quali sono le ragioni per cui il gruppo del Partito Democratico voterà contro.

Ciò che ci divide è l'impostazione che avete posto alla base di queste norme. Lo dirò, partendo dal titolo, qualche collega ci ha tenuto a rivendicarlo, forse siete voi che non lo avete letto con abbastanza attenzione: il contrasto alla povertà educativa, al disagio giovanile e alla criminalità giovanile, nonché per la sicurezza dei minori in ambito digitale. Ebbene, alla prova dei fatti, signor Presidente, qui non c'è nulla, non c'è nulla, se non il contrasto in parte alla criminalità giovanile, ma non c'è nulla né sul fronte della povertà educativa, né sul disagio.

Con questo decreto, avete aumentato a dismisura la possibilità di applicare ai minori le misure cautelari, compresa la custodia cautelare, e la loro durata. Avete rimosso, viene da chiedersi, o non la conoscete proprio la Convenzione ONU sui diritti dell'infanzia e dell'adolescenza, che, all'articolo 40, dice di facilitare il reinserimento del minore nella società e fargli svolgere un ruolo costruttivo in seno a quest'ultima? Inoltre, ampliate, con l'articolo 5, ed entriamo proprio nel vivo, l'ambito soggettivo dell'avviso orale, includendovi, anche qui, i minori, ed estendete la misura dell'ammonimento ai minori di 14 anni.

Non si capisce quest'approccio punitivo nei confronti dei minori non imputabili. State minando le basi del sistema penale minorile, un sistema penale considerato un'eccellenza anche fuori dai confini nazionali, come, tra l'altro, ha avuto modo di ribadire nell'ultima relazione la Garante Garlatti.

All'articolo 6, avete esteso la possibilità, come dicevo, per i minori della custodia cautelare, senza tenere conto di quelle che saranno le conseguenze sul piano di capacità di accoglienza delle carceri.

Gli istituti penali minorili sono già al collasso rispetto alle presenze e voi, anche su questo tema, non rispondete. E poi fate la cosa più grave: minate il sistema della messa alla prova. Eppure, associazioni come Antigone ci dicono e fotografano una realtà che funziona, e voi la minate. Diciamolo con chiarezza: l'espansione dell'azione punitiva proposta dal decreto Caivano a scapito dell'approccio educativo si pone in contrasto con le basi culturali che hanno informato un modello, il sistema penale minorile, che ha dato prova di funzionare.

La vostra è una proposta irrazionale. Invece di puntare ancora con maggiore decisione nella direzione che si è dimostrata virtuosa, voi omologate gli strumenti penali destinati ai minori con quelli destinati agli adulti. Quando si aprono le porte di un carcere per un adolescente è lo Stato che ha fallito! Questo oggi dovremmo dire. C'è un aspetto poi che deve essere messo in luce. Le nuove norme contenute in questo decreto avranno una conseguenza diretta sui numeri delle carceri italiane. Noi, da mesi, chiediamo al Governo - non so più neanche quante interrogazioni abbiamo fatto, signor Presidente, su questo - di rispondere e di darci soluzioni concrete rispetto a questo tema.

Signor Presidente, allora vorrei dirlo con chiarezza: non è attraverso l'inasprimento delle pene, che non sono deterrenti a commettere nuovi reati, e neanche mettendo più ragazzi in carcere che affronterete il problema della violenza. Questa legge è totalmente priva, sia del concetto di riabilitazione, sia di quello del reinserimento, che sono i principi propri della nostra Carta costituzionale. Vale la pena rileggere la lezione di Papa Francesco, che ha usato parole molto chiare sul tema della giustizia minorile. Gli Stati devono astenersi dal castigare penalmente i bambini che ancora non hanno completato il loro sviluppo verso la maturità, e per tale motivo non possono essere imputabili.

Essi, invece, devono essere i destinatari di tutti i privilegi che lo Stato è in grado di offrire, tanto per quanto riguarda politiche di inclusione, quanto per pratiche orientate a far crescere in loro il rispetto per la vita e i diritti degli altri. Avete rivendicato in diverse occasioni - lo hanno fatto dapprima la Presidente del Consiglio e da ultimo, oggi, in quest'Aula, diversi esponenti della maggioranza -, che finalmente lo Stato certifica la sua presenza a Caivano. Lo dico testualmente, lo Stato ci mette la faccia.

Ma che volto ha il vostro Stato, quando colpevolmente bocciate tutti i nostri emendamenti? Quello che chiedeva risorse aggiuntive per la rigenerazione urbana delle tante periferie danneggiate che abbiamo nel nostro territorio italiano: bocciato. Quelli che chiedevano risorse congrue per un provvedimento di tale natura e portata: bocciati. Quello che chiedeva, di concerto con i servizi sociali, l'istituzione del servizio di assistenza psicologica: bocciato anche quello. Quello in cui abbiamo chiesto l'istituzione del fondo per il sostegno e lo sviluppo della comunità educante per colmare i fenomeni di vulnerabilità sociale: bocciato anche quello.

Quello in cui chiedevamo politiche e misure di coesione, di inclusione sociale. Presidente, noi avremmo voluto si cambiasse paradigma, che ci si fosse occupati delle possibilità formative, educative e sociali che sono precluse a questi ragazzi. Avremmo voluto che ad ispirare questo provvedimento fossero state figure come don Milani, come Marco Rossi-Doria, come don Sardelli, come Luigi Ferrajoli, come Cesare Moreno e Carla Melazzini. Concludo, signor Presidente, dichiarando il voto contrario del Partito Democratico.

È da un anno che, per inseguire la logica da campagna elettorale, rispondete con provvedimenti spot alle emergenze. Il decreto ONG, il decreto rave, Cutro e oggi Caivano la dicono lunga su come vi comportate.

In ognuna di queste leggi, per dirla con le parole del costituzionalista Staiano, alcuni capisaldi della civiltà giuridica in campo penale presenti in Costituzione sono stati spinti fuori, li avete spinti fuori dall'orizzonte.